bravissimi gli attori, è proprio una storia di una famiglia reale, e molto più.
grande cinema, provare per credere - Ismaele
…Non fatevi ingannare dalle strategie di
promozione: Royal Affair non è il romanzo di un piccante
triangolo cortigiano, ma un brandello di storia danese poco nota e vera al
100%. Il dottore, con il supporto della regina sua amante, usa il suo
ascendente su Cristiano per far promulgare una serie di leggi che trasformano
la Danimarca (per pochi anni) nel paese più moderno d’Europa (dalle case per
bimbi abbandonati all’abolizione della tortura sui servi della gleba), esempio
di monarchia illuminata. Il finale, crudele e inevitabile, è scritto nei libri
di storia. Diretto da uno degli autori della trilogia svedese Millennium e prodotto dalla Zentropa di Von
Trier, il film risplende delle interpretazioni di un terzetto d’attori in stato
di grazia (il medico Mads Mikkelsen, la regina Alicia Vikander e il re folle
Mikkel Boe Følsgaard), dipinge oltre la rigidità di corsetti e parrucche due
figure rivoluzionarie (di cui una, ineditamente per l’epoca, femminile) e
regala a un buio capitolo di storia uno script sapientemente illuminato.
…più che le complesse vicende storiche danesi, rese con un
taglio speso antireligioso e anticlericale, è interessante seguire le dinamiche
psicologiche che l’imponente affresco storico di Arcel rende protagoniste. Il
fascino di Strunsee, che per un breve periodo riesce a sottrarre Cristiano
dall’influenza del suo consiglio privato (composto da privilegiati
aristocratici che si oppongono a qualunque cambiamento, comprese vaccinazioni
che possono salvare la popolazione da un’epidemia), nasconde però anche la
tentazione del potere, non meno dispotico perché esercitato “con un fine più
alto”. Strusee, infatti, promette al debole Cristiano la sua amicizia, e a
Carolina offre quell’amore che il matrimonio di stato con un minus habens le
aveva precluso. Ma non si fa scrupolo, in definitiva, di manipolare entrambi; e
la sua tragica fine, per mano degli stessi che aveva inizialmente sconfitto, e
con la complicità di altri che si erano detti suoi amici, è sì un destino
crudele, ma in qualche modo anche l’inevitabile esito di un percorso ambizioso
e in qualche misura crudele e privo di scrupoli.
La vera vittima della vicenda, del resto, nonché punto di vista emotivo sulla storia, è Carolina, sincera nel suo slancio ideale così come in quello sentimentale, per certi versi dipinta come una Diana ante litteram, “principessa del popolo” perché sensibile alle istanze di eguaglianza e solidarietà (e in questo molto meno astratta del suo amante), ma troppo fragile e sola per sfuggire alla pressione di una corte le cui regole ferree aveva cercato di piegare.
La vera vittima della vicenda, del resto, nonché punto di vista emotivo sulla storia, è Carolina, sincera nel suo slancio ideale così come in quello sentimentale, per certi versi dipinta come una Diana ante litteram, “principessa del popolo” perché sensibile alle istanze di eguaglianza e solidarietà (e in questo molto meno astratta del suo amante), ma troppo fragile e sola per sfuggire alla pressione di una corte le cui regole ferree aveva cercato di piegare.
…una fine ed espressiva Alicia Vikander
(curiosamente anche nel cast del più artefatto Anna Karenina) si dimostra un'interprete
efficace a sostenere il ruolo principale fulcro della vicenda: quello di una
regina per caso, moglie straniera di un uomo sciocco e capriccioso sposato
ancor prima di essere visto, vittima di perfidie e cattiverie di una corte che
vede malissimo le politiche progressiste e moderne messe in bocca al re dal suo
carismatico precettore, segretamente (ma non troppo) innamorato di una regina
intelligente e sola. Una solitudine ed un isolamento che condurranno la bella
regina ad un esilio doloroso e sofferto (mentre al medico andrà ben peggio!),
durante il quale tuttavia la donna troverà la forza ed il coraggio di
testimoniare in un lungo epistolario indirizzato ai propri due figli, il suo
fondamentale ruolo per l'avvio della Danimarca verso quei progressi che proprio
in quel piccolo stato anticiparono gli eventi fondamentali che
caratterizzeranno l'epoca illuminista.
…Eccellenti tutti gli
interpreti, a partire dal come sempre grandissimo Mads Mikkelsen: il
suo dottor Struensee è intelligente e seducente; non è un eroe, ha difetti e
debolezze oltre che ideali, e lui ce li mostra con una passione fortemente
interiorizzata e tutta nordica. Deliziosa la Caroline di Alicia Vikander: moglie umiliata, madre tenerissima,
amante appassionata, ragazzina schiacciata dal destino, è sempre all’altezza
del ruolo. La vera sorpresa è Mikkel
Boe Følsgaard, interprete di re Christian: ancora allievo
dell’Accademia di recitazione di Copenaghen quando fu scelto per la parte – un
ruolo complesso, un personaggio infantile e cupo, a tratti disgustoso, ma anche
un povero burattino che infine muove a pietà – ci mostra un uomo psichicamente
tormentato usando grande maturità ed ammirevole equilibrio. L’Orso d’Argento
come Migliore Attore a Berlino 2012 l’ha davvero meritato.
Una menzione speciale va poi al
direttore della fotografia Rasmus
Videbæk,che utilizza meravigliosamente un’illuminazione d’interni
basata su fiaccole e candele e mostra negli esterni, soprattutto nei giardini,
un gusto coloristico ispirato ai quadri di Gainsbourgh.
Un film “all’antica” nel senso migliore
del termine, non sentimentale o nostalgico, quanto ben scritto e ben interpretato,
con ottime scenografie e costumi e una storia appassionante. Cosa
pretendere di più?
…Nulla da dire, solo da plaudire: per
giunta tratto da una storia vera, il film ha il merito innegabile di rendere
originali, vibranti e, non esageriamo, appassionanti le solite relazioni
pericolose a corte. Come? Affidandosi a grandi attori e svecchiando le atmosfere
monarchiche nell’eternità dei moti d’animo, gli ideali e il cuore (anche di
tenebra) dell’uomo, attraverso la storia di un uomo qualunque che conquista il
cuore della regina e dà il là alla rivoluzione. Avete capito bene, il triangolo
sì, e con un pizzico di follia che non guasta: il re psicotico Christian VII
(Følsgaard), la consorte Caroline Mathilda (Alicia Vikander) e il medico di Sua
Maestà Struensee (Mads Mikkelsen), idealista e illuminista.
Romanticismo barricadero, Lumi da far perdere la testa, parole, opere e missioni, A Royal Affair è un film king size.
Romanticismo barricadero, Lumi da far perdere la testa, parole, opere e missioni, A Royal Affair è un film king size.
…Bajo una apariencia de mastodóntica
producción, estamos en realidad ante una película de corte independiente de
bajo presupuesto, eso sí, con un equipo a sus espaldas de auténticos
profesionales. Se trata, pues, de una película que tardó varios años en fraguarse.
De ahí que este tan milimétricamente cuidada (un trabajo de fotografía,
maquillaje, dirección artística y vestuario excelentes) y sea tan sofisticada
como cualquier otro trabajo de época firmado por otros directores, llámense
Forman o Frears. Podríamos dejarnos llevar por ese abrumador espacio en que el
realizador y guionista de Un
asunto real sitúa a sus
personajes para complementar, de alguna forma, el sentimiento que impregna a la
cinta...
da
qui
Mi è piaciuto, sì, ma non mi ha entusiasmato. Ottima confezione, ma forse poteva volare ancora più in alto.
RispondiEliminaentusiasmare, per un film storico, a volte ingessato nella ricostruzione, non è mica facile.
RispondiEliminama per la (mia) nuova stagione l'inizio è positivo:)