Germain in manicomio, alla fine, è davvero una sorpresa e lui è ancora curioso, dipendente, avido di storie, morirebbe senza curiosità.
nel film si citano molte cose, anche se fosse solo per il gioco delle citazioni, il film ne varrebbe la pena.
la storia è piena di colpi di scena, e non fai in tempo a riposare.
merita, il cinema vi aspetta - Ismaele
PS: a un certo punto Germain dice che l'assassino di John Lennon aveva con sè "Il giovane Holden", non tutti sanno che chi ha tentato di uccidere Reagan aveva lo stesso libro, qualcosa vorrà dire, no?
non aggiungo altro, chi è curioso troverà molte risposte, ognuno sceglierà se sono vere, il confine fra vero, verosimile e falso è davvero impalpabile.
…Ogni
sguardo è un punto di vista che si porta appresso le sue conseguenze che lo si
voglia o meno. Narrare, come guardare, sono atti che perdono innocenza, sono
penetrazioni e forzature che seducono e fanno male al tempo stesso.
Il Reale, da parte sua, resta inconoscibile perché sempre infinitamente interpretabile. Lo snodo teorico il film ce lo mette davanti nel preciso istante in cui fa raccontare lo stesso episodio assumendo due punti di vista e due sguardi virtualmente opposti. Il paradosso che ne viene fuori è che nascono sotto i nostri occhi due film diversi eppure non cambia il risultato perché in entrambi i casi c’è sempre un narratore che seduce, con la possibilità «altra» del suo punto di vista, un lettore.
Il Reale, da parte sua, resta inconoscibile perché sempre infinitamente interpretabile. Lo snodo teorico il film ce lo mette davanti nel preciso istante in cui fa raccontare lo stesso episodio assumendo due punti di vista e due sguardi virtualmente opposti. Il paradosso che ne viene fuori è che nascono sotto i nostri occhi due film diversi eppure non cambia il risultato perché in entrambi i casi c’è sempre un narratore che seduce, con la possibilità «altra» del suo punto di vista, un lettore.
Il
racconto, in questo modo è trappola per topi. Un meccanismo così perfetto e
armonico nella sua eleganza letale che non ha più neanche bisogno del formaggio
per trarre a sé il curioso roditore. Sembrerebbe che la trappola sia lì per
afferrare l’attimo, per cogliere un Senso, ma a finirci dentro è sempre il lettore, sedotto
eppure mai abbandonato perché ogni complicità pretende un patto, un onere e un
compenso…
… Divinement bien écrit, le film a récolté non
seulement le prix du scénario au dernier Festival de San Sebastian, mais
également la Coquille d'or (concha de oro), récompense suprême. Son quintette
d'acteurs fait des merveilles. Fabrice Luchini, légèrement hautain, perd peu à
peu le contrôle de sa supposée création, tel un docteur Frankenstein
littérraire. Kristin Scott Thomas, interprète brillamment une femme au foyer
insatisfaite dont la galerie d'art bat de l'aile... et que seule une expo
provoc pourra redorer le blason. Ernst Umhauer, au dessein trouble, incarne parfaitement un manipulateur
aux élans naïfs. Denis Ménochet (vu cet été dans le formidable « Je me
suis fait tout petit ») en père aimant, est prêt à tout pour protéger son
fils de toute humiliation. Quant à Emmanuelle Seigner, elle joue une sorte de
Madame Bovary, version banlieusarde au foyer. Un délice pour l'intellect comme
pour les nerfs.
… Realtà e finzione sono descritte nel loro
reciproco influenzarsi mentre classicismo (il riferimento alla Emma Bovary di Flaubert è sia
formale che sostanziale) e modernità (le installazioni di video arte della
moglie di Germaine) convivono in un equilibrio artistico che porta (col passare
dei minuti) al totale sovrapporsi di realtà e finzione. Come accadeva in Copia Conforme di Kiarostami, anche qui Ozon bissa
giocando non solo con i personaggi sullo schermo ma con lo stesso spettatore
che, uscendo dalla sala, non potrà fare a meno di domandarsi quale sia
realmente il confine del Vero.
… Umpfffff….Che si può dire di un film che non fa del male a niente
e nessuno? Che non provoca stizza né gioia, che a tratti solleva e poi
riammoscia, che ci prova e poi smette pure di provarci….Il film di Francois
Ozon, regista francese eclettico (ha fatto film noiosi e altri graziosi. Non mi
risultano capolavori) ma sempre troppo cerebrale, è un film piatto. Vorrebbe
sposare materia letteraria e cinematografica per trascenderle poi entrambe
nell’immagine, ma l’amalgama non riesce. Le due spinte restano assolutamente
separate e l’esperienza cinematografica bascula tra una pagina letta e una
ripresa.
…Ozon sa sfruttare paradossi e toni grotteschi e
firma un nuovo personalissimo capitolo della sua filmografia, affidandosi a
scelte forse non sempre così convincenti e persuasive ma sicuramente capaci di
intrigare lo spettatore (d'altronde è questa l'alchimia sulla quale si arrotola
tutta la narrazione: il rapporto fra il pubblico e l'artista, fra lo scrittore
e il lettore, in una spirale sempre più labirintica che rimette costantemente
in discussione i vari ruoli): Nella
casa segue passo
dopo passo l'articolarsi di una perdita di controllo, figlia da una parte della
curiosità di un professore di veder concretizzare nelle pagine del suo studente
i propri desideri e dall'altra del perverso e al contempo ingenuo desiderio di
un adolescente di vivere una vita “parallela”, inserendosi in un nuovo nucleo
familiare dai contorni perfetti nel tentativo di sconvolgerne gli equilibri…
Ho visto Swimming Pool e mi è piaciuto molto!!!
RispondiEliminaOzon non si fa dimenticare
Eliminagrande film!
RispondiEliminail cinema francese continua a darci (o almeno a darmi) belle soddisfazioni
darci, darci:)
EliminaOkay, è imbarazzante: a quanto pare solo l'unico che deve ancora vederlo, anzi sono l'unico che deve ancora vedere un film che, a detta di tutti, è un capolavoro. Dannazione.
RispondiEliminanon è mai troppo tardi, direbbe il maestro Manzi...
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