mercoledì 3 aprile 2013

Treulababbu – Simone Contu

in  questa primavera del cinema sardo, ecco un film che racconta due storie che hanno per protagonisti i bambini, il loro mondo e la ragionevolezza, di quel mondo, incomprensibile agli adulti.
peccato non poterlo vedere al cinema fuori dall'isola, non è un capolavoro, ma è un bel film, per bambini e anche grandi.
se capitasse a portata di sala, io non me lo perderei, mi è piaciuto molto - Ismaele




È possibile raccontare come i bambini vedono e vivono il mondo? Ho sempre pensato che il regista giapponese Hayao Miyazaki, autore di capolavori quali Il mio vicino Totoro e La Citta' Incantata, fosse un vero maestro nell'arte di raccontare lo speciale rapporto che i bambini hanno con la realtà, intendendo questa parola con un'accezione molto più ampia rispetto a quella degli adulti, per i quali il mondo sensibile è terribilmente limitato e pian piano si chiude, stringendo e schiacciando sotto il peso della cosiddetta "vita reale", fatta di regole e responsabilità.
Domenica sera, al cinema, si è aperto uno squarcio su quel mondo di desideri e libertà in cui tutti noi abbiamo passeggiato durante i primi anni di vita, ma a "strappare il sipario" non sono stati degli incantevoli bambini giapponesi, bensì Efisio e Vincenzo, i due bambini sardi protagonisti del film "Treulababbu" (clicca per il sito) del regista Simone Contu, con la sceneggiatura di Bepi Vigna.
Lo ammetto: non sono una grande estimatrice del cinema sardo che spesso, con la pretesa del realismo, finisce per essere senza speranza, quasi che il nascere in una terra aspra arroccata sui monti o in un quartiere disagiato di città rappresenti una condanna a morte, e il riscatto, sociale e culturale, sia una chimera, un sogno infranto dallo squallore e dall'indifferenza. In "Treulababbu" ho finalmente trovato una Sardegna diversa rappresentata sul grande schermo, ho trovato le storie di due bambini che possono raccontare la nostra Isola al di là del mare…

Treulababbu, il primo lungometraggio realizzato in qualità di regista e produttore da Simone Contu e prodotto dall’Associazione culturale Adjudu Cambiu si articola in due episodi solo apparentemente slegati tra loro. In entrambi i casi, infatti, il filo conduttore è il rapporto dei bambini con la cultura sarda e il mondo degli adulti, come svelato da Vincenzo, uno dei due piccoli protagonisti del film. “In Sardegna – egli dice, nella terra dei nani e dei giganti, qualcuno o qualcosa o chissà chi ci difende dalla ragioni degli adulti restituendoci così la nostra cosa più bella, la possibilità di sognare e sentire il mondo con il nostro cuore di bambini”…

1° Episodio (Sa regula)
Ogni mattina Conca Niedda, la capretta di Efisio, sveglia i genitori e infastidisce i vicini con i suoi belati. Maestro Trudu, il papà del bimbo, nonostante le insistenze della moglie, non ha il coraggio di confessare a Efisio la dura verità: il destino di Conca Niedda è segnato e l’amata capretta diverrà il loro pranzo di Natale. Un brutto giorno Efisio scopre, nel peggiore dei modi, la terribile realtà. Si chiude in camera e non vuole più andare a scuola. Maestro Trudu, incapace di parlare al bimbo con sincerità, continua a prender tempo e raccontargli frottole. Le bugie però hanno le gambe corte… Ed Efisio, complice anche l’involontario aiuto di due strambi poliziotti dall’accento milanese, in un finale beffardo, riuscirà a prendersi la sua personale rivincita sul cinico mondo degli adulti.

2° Episodio (Su molenti de Oramala)
Vincenzo e i suoi genitori adottivi si trasferiscono da Roma in Sardegna, poiché al papà Marco è stata assegnata una cattedra come insegnante nella scuola media di un paesino di montagna. Fin da subito il bimbo ha un turbolento incontro con una banda di monelli, con i quali scommette che si presenterà a scuola in groppa ad un bellissimo cavallo bianco. Dopo aver inutilmente cercato di ottenerne uno dai genitori, una notte, la vecchia tzia Antona gli racconta la storia di Oramala: un diavolo che esaudisce qualsiasi desiderio a chiunque gli riporterà l’asino magico rubatogli dalle anime dei bambini morti. Quella notte presenze misteriose abitano la stanza di Vincenzo e lo attirano fuori di casa. Due beffardi e irriverenti nanetti, Brulla e Bellu, si offrono di accompagnarlo a recuperare l’asino magico. Con il loro aiuto Vincenzo affronterà il periglioso viaggio per portare a termine la sua missione e riacquisterà al contempo un diritto inalienabile: quello di sognare e sentire il mondo col suo cuore di bambino.

2 commenti:

  1. Sai che mi ricorda molto le recenti produzioni turche? Ultimamente mi sa che in Italia comincia a cambiare qualcosa. Ieri sera ho visto "Le Quattro Volte" di Frammartino, semplicemente stupendo!

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  2. questo è molto meno estremo di Frammartino e lo capisce anche un bambino:)

    anche da noi c'è gente in gamba, ma dall'idea al film passa, a volte, un'eternità.

    e certi grandi, come Columbu, chissà se troveranno i soldi per il prossimo film:(

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