venerdì 30 novembre 2012

Dimmi che destino avrò - Peter Marcias

il film non è incasellabile in qualche genere, dentro c’è una (possibile) storia d’amore, c’è neorealismo, c’è cinema civile (“Tu non prendi posizione, Sanna”).
e poi c'è l'incontro fra le persone, e i bambini.
gli attori  famosi sono il commissario Esposito, è Salvatore Cantalupo (già Pasquale, il sarto, in “Gomorra” e Don Mario, in “Corpo celeste”) e Alina, che è Luli Bitri, e come tutti, nel film, recitano senza urlare, non c'è bisogno.
non è un capolavoro, ma è un bel film, lo si cerchi, se riesce ad arrivare in qualche sala - Ismaele



Dimmi che destino avrò” è il punto di partenza di un “viaggio”, prima personale e poi da condividere. Prima di cominciare, ignoravo quasi tutto della cultura rom. A poco a poco, grazie a Gianni Loy, scrittore e sceneggiatore, che è stato il vero ispiratore di tutto, sono entrato in sintonia con un’opera veramente complessa, sia per l’aspetto narrativo che per i significati ed i sottintesi della storia.
Una storia che fa riferimento a situazioni che mi sono care, come la diversità, l’integrazione, il dramma sociale, affrontate poi con un tocco di realismo magico.
Tra le scelte caratterizzanti e significative nello sviluppo del progetto, ho condiviso il netto rifiuto della facile tentazione di una scrittura in chiave antropologica o sociologica e la scelta di affrontare il tema del rapporto tra le due culture, quella dei rom, e quella dei “gaggè”, in forma diretta, priva di ogni velo o condizionamento che potesse alterare l’essenza del problema. 
La storia ha un luogo ed un tempo, necessario ed indispensabile, che si colloca nel mezzo di episodi, qualche volta drammatici, che offrono, l’occasione per soffermarsi sulla problematica della convivenza di differenti culture ed etnie. 
Ma il film parla soprattutto, ed essenzialmente, di amore. Della possibilità di ascoltarci senza tener conto della etnia, della religione, del colore pelle e di altro ancora…. E’ una strada lunga, a volte difficile, ma è il mio viaggio.

Peter Marcias

Il regista Peter Marcias ha scelto di affrontare il tema del rapporto tra le due culture, quella dei rom e quella dei "gagè" (i non rom), in forma diretta, priva di ogni velo o condizionamento. Gli episodi, alle volte drammatici, di questa storia offrono l'occasione di soffermarsi sulla problematica della convivenza tra differenti culture ed etnie. Ma il film parla soprattutto, ed essenzialmente, di amore. Della possibilità di ascoltarci senza tener conto di etnia, religione, colore della pelle e altro ancora. È una strada lunga, a volte difficile, ma è un viaggio necessario.

“Dimmi che destino avrò” è un film tenero ma risoluto che porta sullo schermo due magnifiche interpretazioni , quella femminile di Luli Bitri, attrice albanese che ha ricevuto il premio C.I.C.A.E. della critica in occasione del 61° Festival cinematografico di Berlino per il film Amnistia (film albanese candidato all'Oscar) e quella al maschile di Salvatore Cantalupo, attore napoletano di indubbia bravura, cresciuto con il teatro , apprezzato sul grande schermo nel film “Gomorra” di Matteo Garrone.
Sono proprio loro due a tessere le maglie della storia diretta da Marcias: lei è infatti una giovane donna rom che torna in Italia, a Cagliari, per risolvere alcune questioni familiari; lui un commissario di polizia che ne rimane affascinato...

1 commento:

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