lunedì 5 novembre 2012

L’equipier – Philippe Lioret

Philippe Lioret ha fatto un altro bel film, non sarà grandissimo come altri  suoi, ma è un film che merita.
musiche di Piovani e una storia in un'isola lontana, con poche parole e sguardi che le sostituiscono, una storia adatta anche a quelli/e un po' romantici
buona visione - Ismaele



Camille arriva a Ouessant - l'isola dove è nata - per vendere la casa di famiglia, dove ormai nessuno più vive e che viene usata saltuariamente come abitazione di vacanza: Yvon, suo padre, è morto da dieci anni e Mabé, sua madre, è mancata l'anno precedente. Insieme alla zia Jeanne, Camille si appresta a passare un'ultima notte nella casa, non aspettandosi di fare una scoperta tanto importante: un manoscritto di un certo Antoine, un uomo che nel 1963 restò due mesi sull'isola, lavorando a fianco del padre (ai tempi guardiano del faro), per poi scappare improvvisamente. 

…L’Equipier est un film réussi, mais un film calibré. Epopée romanesque, généreuse, richement illustrée de beaux paysages bretons et de Bretons beaux comme des paysages (Torretontorretonitruant, Bonnaire troublante, Dequenne minaudant…), ultra-sécurisée par une musique dispatchant ses émotions avec la précision d’une pendule suisse, l’insulaire histoire humaine qui se joue là ne parvient à vraiment nous toucher que de manière discontinue, sans cesse menacée qu’elle est par ses limites par trop timorées…

Quel beau film ! Empreint d’émotions fortes, bouleversant, car même si la trame de l’histoire est sans grande surprise, la façon de la filmer et de la dévoiler est superbe. Aussi grave que positif, aussi tendre que cruel, c’est un film qui vous touche au plus sensible, vraiment, une belle réussite.

Nessun commento:

Posta un commento