mercoledì 14 novembre 2012

Night Moves (Bersaglio di notte) - Arthur Penn

al livello de "La conversazione" di Coppola, con lo stesso protagonista, ricorda "Il grande sonno".
bravi attori, un film ruvido, non pacificato.
Arthur Penn con una piccola storia, dentro la Storia più grande, tira fuori un piccolo (grande) capolavoro - Ismaele


…ciò che viene fuori da Bersaglio di notte, noir fortemente non convenzionale, è quindi una crisi “al quadrato”: la profonda difficoltà del momento storico americano è infatti significata sia dal ritorno al genere dark per eccellenza che dalle trasgressioni da Penn operate sulla struttura del genere stesso. 
Nel film, l’investigatore privato Harry Moseby viene incaricato di rintracciare e riportare a casa la sedicenne Delly, giovane figlia dei tempi dissoluta e libertina, fuggita non si sa dove: ciò che dal torbido intrigo verrà a galla - letteralmente - non sarà facile da decifrare, e tanto meno da accettare. 
Sgombriamo il campo da dubbi: tutto concorre a che l’ottavo film del regista sia ancora una volta un grandissimo film, uno dei suoi migliori. L’imprevedibile incursione nel noir di Penn non somiglia a nient’altro; merito dell’ottimo script di Alan Sharp, dell’ispiratissima messa in scena dell’autore - governata dal sapiente montaggio della fidata Dede Allen, qui più libera e creativa che mai - oltre che di uno stato di grazia attoriale difficile a trovarsi in un “film di genere” (ma l’espressione - seppur virgolettata - ci fa rabbrividire, tanto più parlando di anni settanta americani). 
Gene Hackman consegna al suo Harry Moseby statura ben più ampia di quella che spetterebbe al private eye di turno; la sua figura fa il paio con l’Harry Caul de 
La conversazione - era sempre lui - e arricchisce la straordinaria galleria di perdenti che il “nuovo cinema” ci va consegnando in quegli anni. La struttura di fondo è la medesima per tutti: individui in profonda crisi, incapaci di decodificare una realtà che non si dà mai come leggibile o abitabile, per i quali la ricerca di qualcosa, o qualcuno - la ragazza scomparsa -significa anche sempre ricerca di se stessi…

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…Il film di Penn però, non è solo una storia e non è nemmeno una sola storia (crisi di fiducia negli Stati Uniti), è anche e soprattutto un discorso cinematografico (quando la moglie va al cinema e gli domanda di accompagnarlo a vedere La mia notte con Maud, Harry risponde“No grazie, ho veduto un film di Rohmer, perché spendere per sbadigliare?”, oppure durante una colluttazione si sente dire “Adesso picchiami come fa Sean Connery”). Gran bel film, che nell’ultima mezz’ora capovolge, contorce, comprime e confonde verità e soluzione. Delly è interpretata da una giovanissima Melanie Griffith mentre James Woods è il tumefatto Quentin. Gene Hackman invece, interpreta un gran perdente della storia del cinema.

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Realizzato da Penn sulla base di una sceneggiatura preconfezionata, che il regista accettò anche come via d’uscita a un difficile periodo sul piano personale, Bersaglio di notte riflette tutto lo smarrimento dell’America post kennedyana (e post Watergate) degli anni Settanta. Una delle sequenze più significative è, infatti, quella in cui Paula chiede a Moseby cosa stesse facendo quando è stato ammazzato Kennedy. «Quale Kennedy?» ribatte lui. Moseby, ex giocatore di football, ricorda perfettamente cosa stesse facendo quando uccisero JFK, un po’ come tutti gli americani (così come da noi, chi all’epoca aveva l’età sufficiente, si ricorda cosa stesse facendo quando seppe del rapimento di Moro), ma si ricorda bene anche dov’era quando fu assassinato Bob…

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A Hollywood divorcee, clinging to the last shreds of a glamor that once won her a movie director (and half the other men in town, she claims) hires him to trace down her missing daughter. Harry takes the case, pausing only long enough to track down his own missing wife -- who is, it turns out, having a not especially important, affair with a man with a beach house in Malibu. His confrontation with the man, like so many scenes in the movie, is done with dialog so blunt in its truthfulness that the characters really do escape their genre.


Harry traces the missing girl to her stepfather, a genial pilot in the Florida Keys, and goes there to bring her back. And from the moment he sets eyes on the stepfather's mistress, the movie, which has been absorbing anyway, really takes off. The mistress is played by a relatively unknown actress and sometime singer named 
Jennifer Warren
, who has the cool gaze and air of competence and tawny hair of that girl in the Winston ads who smokes for pleasure and creates waves of longing in men from coast to coast. Miss Warren creates a character so refreshingly eccentric, so sexy in such an unusual way, that it's all the movie can do to get past her without stopping to admire. But it does.

The plot involves former and present lovers of the girl and her mother, sunken treasure (yes, sunken treasure), conflicts across the generations and murders more complex by far than they seem at first.

These are all the trademarks of the Lew Archer novels by Ross MacDonald especially the little-girl-lost theme, and Alan Sharp's screenplay uses them infinitely better than "
The Drowning Pool" did -- even though that was actually based on a Macdonald book. By the movie's end, and especially during its last shock of recognition, we've been through a wringer. Art this isn't. But does it work as a thriller? Yes. It works as about two thrillers.

da qui

 

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