finisce la trilogia della banda di ricercatori che avevano cercato una strada nel mondo.
e gli tocca salvare il "sistema", quello che li ha fatti soffrire.
ma loro sono buoni, degli eroi in un popolo che ne ha bisogno.
peccato finire, ma tre episodi sono giusti, è stata evitata una serie stanca, magari in più stagioni, Sydney Sibilia merita un applauso anche per questo.
guardate il terzo episodio e godetene tutti, non ve ne pentirete, promesso - Ismaele
QUI il film completo
…Mentre
all’interno della finzione questi ultimi riescono a diventare
eroi, il messaggio cinico e satirico verso la nostra società che
non premia i meritevoli consegna allo spettatore un misto di
malinconia per la fine dichiarata della saga insieme a una speranza per un
corso virtuoso del cinema italiano dal punto di vista della produzione.
Una produzione italiana in qualche modo necessaria e che mantiene le caratteristiche della nostra
commedia raccontando temi sociali vicini ed attuali ma
li eleva con un respiro cinematografico più ampio, combinando divertimento e
riflessione, osando finalmente andare oltre le logiche economiche solite e
puntando a creare un ciclo che si affermi e dia nuova linfa a un cinema che ne
ha bisogno.
… Secondo il regista la saga era concepita già per tre film che pur
mantenendo una fortissima base di commedia doveva andare in tre direzioni
differenti, con esperienze cinematografiche diverse. Nel primo una commedia
all’italiana classica, che attingesse a piene mani dalle serie tv di quel
momento. Nel secondo l’idea d’azione poliziottesca e western all' italiana con
i sequel americani degli anni Ottanta e Novanta. Nel terzo le regole sono
cambiate ancora, in una sorta di Fuga da Alcatraz.
Ad honorem rispetta in pieno la tradizione degli epiloghi delle
trilogie classiche, rispondendo alle domande nei film precedenti, chiudendo
così il cerchio in questo definitivo faccia a faccia tra i buoni e un super
cattivo, Mercurio, spietato e senza scrupoli, ma anche realistico, portando la
saga a un livello dark.
La saga di Smetto quando voglio è stata per tutta l’industria cinematografica l’occasione per misurarsi con un progetto ambizioso e complesso, pieno di accorgimenti tecnici raramente adottati dal cinema nostrano, che non ha nulla da invidiare in ambito internazionale, e che è stata premiata dal pubblico apprezzando un cinema popolare, divertente, ma anche colto.
… Merito della saga di Smetto Quando Voglio è
quello di aver creato un immaginario, tutto italiano, che pur prendendo a
prestito generi che sono prevalentemente utilizzati all’estero, si mescolano
con la nostra commedia migliore, ovvero quella fatta di attori, personaggi che
nella loro comica impotenza di fronte alle circostanze, si industriano, in
questo caso grazie anche altissime competenze accademiche che li
caratterizzano. Se all’inizio era un incontro tra Breaking Bad e I
Soliti Ignoti, la commedia in tre atti di Sibilia si è mescolata
ancora con altri generi, rimanendo sempre profondamente legata all’identità dei
personaggi, il vero punto fermo e forte della trilogia…
…Che dire di
questo capitolo conclusivo di quella che può essere considerata la prima
saga italiana se non ripetere quello che si è già detto per i
primi due? Innanzitutto è diverso l’orizzonte della storia. In Masterclass il
ritmo è altissimo, come nel primo film, e riesce a dare quella sensazione di
euforia adrenalinica che i personaggi sicuramente provano durante le loro
imprese. In questo ultimo capitolo il ritmo cala leggermente in alcune parti,
proprio perché siamo prossimi alla fine del racconto. Molti nodi vengono
sciolti, e lo spazio dedicato allo studio dei cattivi, soprattutto su come lo
sono diventati, occupa una parte considerevole ma mai eccessiva della trama.
L’amore che Pietro prova per Giulia è sempre il motore della storia, il motivo
per cui lui decide di smuovere la banda -ovviamente ingannandoli…
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