lunedì 29 ottobre 2018

Disobedience - Sebastián Lelio

non succedono troppe cose in questo film, è quasi un film morale, si tratta di libertà, a parole e nei fatti.
bravi gli attori, Rachel McAdams, Rachel Weisz e Alessandro Nivola (nipote di Costantino, il grande artista sardo, emigrato negli Usa)
l'amore fra due donne è uno scandalo, sopratutto se si vive in una comunità chiusa, dove si parla di libertà, ma è come una galera.
l'unica salvezza è fuggire, quando si può.
è il primo film Usa, riuscito, di un bravissimo regista cileno (qui un altro suo film)
non trascuratelo, al cinema in questi giorni - Ismaele




…Il senso di oppressione è figlio di un sistema granitico e intoccabile, all'interno del quale si naviga a vista, sperando di non affondare. Il contrasto non arriva necessariamente da uomini e donne, anzi: il film non propone veri e propri antagonisti ma solo persone che vivono in un contesto, esso stesso tutt'altro che manicheo nella rappresentazione, denso di positività e contraddizioni. E persone credibili, vere, sono quelle che vengono raccontate tramite il buon lavoro degli attori, i piccoli gesti, il sorriso beffardo dopo una battuta fuori luogo, lo sguardo lancinante nel momento sbagliato, la passione improvvisa che esplode e distrugge tutto, regole, imposizioni, tradizioni, voglia di rimanere inquadrati per non rischiare di perdere ciò a cui non si vorrebbe rinunciare ma senza rinunciare a ciò che non è possibile perdere.

La trama è permeata da un’aura di bellezza che si intreccia al senso di colpa generando una visione intelligente ed esteticamente appagante. La forte identità e profondità dei personaggi, che non hanno bisogno di grandi gesti per esprimere i tormenti o i piccoli gesti quotidiani, contrasta la sensazione di soffocamento proprio del film.
Un cinema di sottrazioni e asservimento che pone un pesante fardello sulle due protagoniste. Rachel McAdams non utilizza altro che lo sguardo, sempre cupo e segnato, per rendere persuasiva la condizione di Esti, intrappolata in quel mondo e con suo marito. L’attrice americana fa, inoltre, un lavoro delizioso per trasmettere le emozioni di una donna che si tormenta per la sua esistenza. Esti, interpretata da Rachel Weisz, non sembra venire toccata dalla sua situazione da emarginata, ma rappresenta il punto di debolezza di Ronit, protagonista di un vissuto silenzioso e laconico.
Le due attrici trasmettono chiaramente la vita interiore dei personaggi incarnati, il che rende facile mettersi dalla loro parte anche se la storia è focalizzata perlopiù su Ronit come esiliata dalla comunità e unica persona in grado di vedere il mondo reale al di fuori di un sistema religioso fortemente miope e indottrinato.
Ed è allora che Disobidience diventa la testimonianza intima della ricerca del proibito e del trasgressivo verso un’estasi potenzialmente sconosciuta e sconfortante, ma positivamente potente.

…Disobedience nos lleva hasta un lugar de Londres donde cohabita la comunidad judía ortodoxa de nuestra protagonista, Ronit, esa congregación llamada Henden es donde Ronit pasó buena parte de su vida y tras pasar años de asfixia decide irse a vivir a New York. Allí pierde relación con toda la comunidad incluida la de su padre el rabino de la congregación con lo que cuando es avisada de la muerte de su padre se sorprende pero decide volver a sus orígenes para honrar el cuerpo de su progenitor. Una vez de regreso vuelve a ver a sus amigos de la juventud que ahora están felizmente casados, Dovit y Enit, con lo decide pasar ese tiempo de estancia en casa de estos. Lo que no esperaba Ronit es que afloraran sentimientos que pensaba olvidados sobre Enit cosa que complicará más la relación de estas en una comunidad donde las prohibiciones están a la orden del día y la libertad de la mujer está muy cuestionada algo que irrita considerablemente a Ronit.
Disobedience es una de las mejores películas que podemos ver actualmente en la cartelera en gran medida al buen hacer del director sudamericano que recrea una historia de pasión que traspasa la pantalla mostrando una veracidad única. A veces fría, realizada con conciencia de ello, sirve esto
para mostrar una distancia en una relación que no por ello deja de criticar unas reglas estrictas sobre una religión que roza el sectarismo. Nada o poco que objetar en  Disobedience cuyas actrices crean unos de los mejores trabajos de sus carreras haciendo todavía mas potente un titulo como este que no tendría que pasar desapercibido por nadie. Solo cierto convencionalismo en la parte final rompe el esquema casi perfecto de una historia que desborda por su emoción y sensibilidad.

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