Tutto comincia nel
2002 quando il governo israeliano invade e devasta il campo profughi
palestinese di Jenin per oltre dieci giorni. L’assalto era parte
dell’operazione «Scudo Protettivo» durante la quale Israele ha attaccato sei
delle principali città della Cisgiordania occupata, i villaggi e i campi
profughi vicini, che erano sotto il controllo dell’Autorità Nazionale
Palestinese. Case, strade , l’intero campo viene raso al suolo con feroce
brutalità, centinaia di morti e di feriti, tutto di nascosto agli occhi del
mondo visto che in quei giorni – tra marzo e aprile – nessuno aveva accesso a
Jenin, e in seguito Israele ha impedito alla commissione di inchiesta dell’Onu
di condurre un’indagine. Però a Jenin qualcuno è riuscito a entrare e a
filmare, a dare voce alle vittime e a mostrare al mondo l’atrocità compiute.
Quelle immagini diventeranno
un film, Jenin Jenin, il suo
autore è Mohammed Bakri,attore e regista palestinese ma con cittadinanza
israeliana (tra i suoi film in Italia Private di
Saverio Costanzo, La masseria delle
allodole dei Taviani…) , allora una star del cinema anche di Israele
che mai gli ha perdonato questo «tradimento».
Bakri è stato messo sotto
accusa dagli israeliani, governo e estremisti, appena il film, vietato in Israele,
ha cominciato a circolare, e ha dovuto subite un processo per vilpendio e
diffamazione istruito sulla base delle denunce dei militari israeliani che
chiedevano una grossa somma di risarcimento. Nel 2006 Bakri è stato assolto, ma
nel 2016 è stato di nuovo denunciato da un militare, e il prossimi gennaio
dovrà affrontare una ulteriore udienza con la richiesta di pagare oltre 600mila
euro.
Ma cosa c’è dentro questo film
da provocare anche a distanza di molti anni tale persecuzione? Nulla di più di
una «paesaggio dopo il massacro», volti, parole, dolore e rabbia per una
devastazione che si ripeterà negli anni successivi, la prova di una violenza
sistematica e pianificata.
In sostegno di Bakri è stata
lanciata da attori e registi italiani una nuova campagna: #IoStoConBakri (per
aderire: conbakri@gmail.com), sottoscritta tra gli altri da Bertolucci,
Paolo Taviani, Valerio Mastandrea, Mario Martone, Michele Riondino …). Bakri
sarà in Italia per proiezioni e incontri organizzati da Assopace Palestina, dal
16 ottobre. Prima tappa Roma, al cinema Aquila.
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