giovedì 5 ottobre 2017

Mother! (Madre!) - Darren Aronofsky


si inizia piano piano, poi Aronofsky preme l'acceleratore, poi rallenta e riparte a mille.
e tu, seduto sulla poltrona del cinema, resti a bocca aperta, senza capire troppo, ma folgorato da quelle immagini e quella storia.
poi leggi che il film è stato scritto in pochi giorni e che lo scrittore creatore senza ispirazione era Dio e la giovane moglie era Madre Terra, e che tutto è metafora, allegoria, citazione.
ma se non lo sai ancora non importa, il film ti ha già conquistato, con le sue esagerazioni che ne bastano la metà, è un fiume in piena incontrollabile.
poi penso a quella storia di Dio, e mi viene in mente un altro Dio recente al cinema.
in entrambi Dio è un incapace, uno sfigato, un semitonto, insomma fa una figura un po' da idiota.
la moglie, concreta, realista, deve sopportare, ma quando è troppo è troppo.
non lasciatevi sfuggire il film di Aronofsky, lui è uno così, prendere o lasciare, senza vie di mezzo, io prendo e così spero per voi.
buona visione - Ismaele





La visione estrema di Aronofsky può piacere o meno (chi scrive si pone nella prima categoria), il suo approccio al tema può risultare efficace o superficiale, e la pellicola nel suo complesso può spaventare o divertire, intrigare o respingere. Ma comunque la si pensi, non si può rinnegare l'intrinseca importanza di un'operazione davvero singolarissima: l'idea di un film dal budget medio/alto (trenta milioni di dollari), spalleggiato da una delle major di Hollywood, che rifiuta le convenzioni e le barriere dei generi e non ha timore di provocare lo spettatore. E Madre! non si limita a provocarci: prende a schiaffi il suo pubblico, sfidandolo a un gioco esegetico che ci richiede di essere parte attiva durante la visione. Per questo, a prescindere dai giudizi specifici, il suo flop al botteghino costituisce una sconfitta per tutti gli amanti della settima arte: perché, come già accaduto di recente per altri titoli d'autore coraggiosi e dirompenti, da The Neon Demon di Nicolas Winding Refn a Silence di Martin Scorsese, il suo insuccesso rischia di condannare in partenza tanti futuri tentativi di allontanarsi dalle regole hollywoodiane per percorrere strade inedite. Ragion per cui, per quanto sbilanciato e imperfetto, Madre! è un film che merita di raggiungere il suo pubblico e di essere difeso a spada tratta: perché Dio non voglia che il cinema di domani rimanga privo di film sbilanciati e imperfetti.

…Partiamo dal fatto che la comprensione esatta di un film come Madre! può tranquillamente sfuggire alle menti più acute, stiamo parlando di un’opera che porta con un se un significato astratto, quasi psichedelico, dove ciò che viene mostrato in video è in realtà completamente diverso dal messaggio volutamente lanciato al pubblico dal regista. Ad una prima visione Madre! potrebbe tranquillamente presentarsi come strano, privo di significato o addirittura disturbante, ma ciò che si cela dietro l’opera dello stesso Darren Aronofsky è molto più profondo di quello che si possa pensare. Ad aiutare una più semplice comprensione di Madre! in questi giorni sul web è giunta una dichiarazione della protagonista (Jennifer Lawrence), nella quale si descrive il film come la visione di Darren rispetto al mistero della creazione, dove la corruzione umana non può che portare alla distruzione della stessa umanità. Insomma un’opera allegorica mostrata con forza e audacia che, ovviamente, non poteva non spaccare la critica, tra chi la ha amata e chi proprio non è riuscita a digerirla. E noi? siamo li nel bel mezzo!
Come non ammetterlo, Madre! ha avuto un effetto disturbante anche su colui che al momento scrive per Universal Movies questa recensione, riuscendo a lasciare nella testa più confusione che altro. Il modo in cui il regista presenta la sua opera è sicuramente anticonformista, diverso da qualsiasi altra cosa vista in sala finora, un esperimento cinematografico audace e per nulla facile da commentare, ma è forse proprio questa la sua qualità migliore. Insomma, Madre! non è di certo un film adatto a tutti, e l’obiettivo del regista è sembrato proprio questo…

…Cosa è andato storto? La classica risposta del regista casalingo maniacale è che è colpa delle persone: tutto era previsto e curato nei minimi dettagli ma una volta che si entra in contatto con le persone nella casa-set ci si espone al loro egoismo, alla loro noncuranza, alla loro imprevedibilità. Ma tutto questo è anche inevitabile e, se si accetta, si può provare allora a lasciarsi trascinare dal conseguente delirio, che può diventare addirittura affascinante, se non liberatorio: niente più maniacalità né regole, solo un immaginoso e insensato disarmonico fluire.

Nel caso di mother! di Aronosky, poi, l’angoscia maniacale è ammorbante sin dall’inizio, tant’è che è già un disastro anche il tentare di inscenare una piccola azione (come preparare la colazione o accendere una lampadina) e, alla lunga, senza la possibilità di pause e di respiro, all’angoscia non si fa più caso per assuefazione e diventa difficile sopportare il delirio cui si assiste sullo schermo senza annoiarsi. Ma quando si è già pronti a intonare un requiem for a film, ecco che si ha un lampo. Mentre la violenza in scena aumenta di grado in grado fino a superare, come accadrebbe in un film di Fantozzi, prima il verosimile e poi l’incredibile, ecco che ci si desta per un attimo dal torpore: la guerra entra in casa, irrompono dalle finestre soldati con elmetto e fucile, borghesi intellettuali si trasformano in spietati aguzzini, gli ospiti in vittime incaprettate e incappucciate e le belle mura in legno della villetta di campagna americana diventano simili alle rovine di una casa irachena o siriana. E ti assale la sensazione che il mondo è un posto orrendo per creare e procreare.

La nostra amica ALLEGORIA è, col senno di poi non c'era nemmeno da porsi dubbi, una storia in cui Javier Bardem è Dio, Jennifer Lawrence è il pianeta Terra, la natura, questa cosa che Lui ci ha regalato e noi, a cominciare da Adamo (Ed Harris) ed Eva (Michelle Pfeiffer), poi via via con figli e discendenti, massacriamo, devastiamo, distruggiamo senza alcun ritegno. Il senso del film sta tutto lì, in una parabola a sfondo religioso che mette in scena in maniera brutale lo stato delle cose e si rende completamente esplicita nell'ultimissima inquadratura, per non lasciare dubbi. O magari ci sono altre dodicimila allegorie che non ho colto, ma insomma. Mother! è un film ambizioso e fuori controllo, ben lontano dall'Aronofsky migliore, quello di The WrestlerBlack Swan, ma affascinante nel suo delirio e nella bravura di attori comunque da stimare per essersi imbarcati in un progetto così assurdo. E alla fine, boh, come fai a non andare a vederlo? Perché privarti di quella mezz'ora finale così incredibile?

Lo positivo por aquí es que el filme trasciende los límites del género del espanto, adoptando a veces un aire surrealista que remite a Luis Buñuel vía “El ángel exterminador”, pero con matices de esa rama de ‘invasión del hogar’ que es tan apreciada en el cine hollywoodense actual, así como con crecientes ramalazos de ‘gore’ y de violencia. Además, justo cuando parece que las cosas no pueden ponerse más extrañas, hace su aparición una escena desquiciada y de portentosa factura visual que hay que ver para creer, y que es uno de los momentos más alucinados de la pantalla grande en los últimos tiempos, así como una fuente generosa de especulaciones para los cinéfilos a los que les encanta obsesionarse con estas cosas.
Con todos los reparos que se le puedan tener y con lo excesiva que resulta -dudo que reciba demasiado cariño en las ceremonias de premios del próximo año; es demasiado agresiva para eso-, “mother!” despide la alicaída temporada veraniega con un certero puñetazo y demuestra que, sin ser necesariamente uno de los realizadores más articulados de su generación en el plano narrativo, Aronofsky es uno de los más arriesgados y alucinados, sobre todo cuando se habla de cine comercial. Y eso es digno de verse.
da qui

dice Darren Aronofsky:
Ci sono elementi completamente biblici che mi hanno sorpreso – alcune persone li hanno colti immediatamente, altre non ne hanno avuto idea, e penso dipenda esclusivamente dal modo in cui siano state educate. La struttura per il film è stata la Bibbia, utilizzandola come un modo per discutere di come gli esseri umani hanno vissuto qui sulla Terra. Ma doveva essere anche ambigua, perché non è una storia, è qualcosa di più strutturale. Molte persone non stanno guardando il quadro completo, ci sono molte piccole cose ed Easter Eggs e su come le cose si collegano tra di loro, e penso che sia parte del divertimento di eviscerare il film. Ho iniziato con le tematiche, l’allegoria; ho voluto raccontare la storia di Madre Natura dal suo punto di vista. Mi sono anche reso conto che renderla una persona che si occupa della sua casa e che si occupa del suo uomo creava un legame, che c’era una connessione. Quindi, questo è il tema da cui sono partito, ho scritto la storia, che è diventata una storia molto umana su questa coppia che viene invasa da queste orde. E poi mentre giri un film ritorni sempre a quei temi originari e inizi a capire: ‘Bene, come posso esprimere questa cosa visivamente e acusticamente con tutti i diversi strumenti che ho a disposizione come regista?’ Quindi è qualcosa di circolare più o meno.



2 commenti:

  1. sinceramente ero molto attratta da questo film, inizialmente.
    poi ne ho letto in modo del tutto contraddittorio, e francamente anche il sillogismo sulla natura e le sue implicazioni, sulla divinità e la sua presenza... bah.. non mi convince

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non sai cosa ti perdi, allora, anch'io ero dubbioso, ma il mio criterio è che quando un film lo distruggono tutti magari lo evito, ma se i voti vanno da 1 a 10 lo voglio vedere con i miei occhi, sopratutto per i grandi registi, e non ho sbagliato

      Elimina