domenica 21 giugno 2020

Diamantino - Il calciatore più forte del mondo - Gabriel Abrantes, Daniel Schmidt

un calciatore portoghese bravissimo diventa, a sua insaputa, lo strumento della destra fascista, meno divise e più pubblicità e tecnologia, per far diventare il Portogallo grande come un tempo.
Diamantino è il più tonto del mondo, ma ancora di più è buono e innocente.
ha due sorelle streghe che lo usano e gli rubano i soldi, ma meno male che c'è Aisha.
è un film molto strano e un po' folle, ma merita sicuramente - Ismaele




Diamantino, interpretato con superbo candore da Carloto Cotta, sa tutto del pallone ma niente del mondo su cui alza di colpo lo sguardo, interessandosi alla causa dei rifugiati e scivolando nelle spire di una machiavellica organizzazione fascista che, in un'ottica da Brexit sud-europea, sogna di allevare un esercito di giocatori "da Mondiale". La strumentalizzazione dello sport per indurre artificialmente la felicità nazionale è un'espediente vecchio come il mondo ma gli autori vanno oltre, puntando il dito sulla situazione attuale del Portogallo, dove il miracolo economico è una pubblicità per turisti e gli idioti del calcio la somatizzazione di una società malata. Dentro questa bolla di disfunzioni contemporanee pronta a esplodere, Abrantes e Schmidt costruiscono una riflessione sul genere.

Será que Portugal está preparado para DiamantinoGabriel Abrantes e Daniel Schmidt arriscam, sem pudor, e dão asas à imaginação e extravagância, para nos oferecem uma comédia viciante e original sobre um jogador de futebol muito ingénuo e o mundo que o rodeia.
Não se sabe como o país irá reagir a esta paródia inesperada. Não há medo, nem vergonha. Há elementos extremamente "fofos" e outros quase diabólicos, há amor, enganos, não há complexos, há ciência, refugiados e nacionalismos. Entre a política e os relvados, certo é que a vida de Diamantino leva uma reviravolta.
Diamantino, a maior estrela de futebol do mundo, perde o talento e a sua carreira acaba em desgraça. À procura de um novo objectivo de vida, o ídolo internacional começa uma odisseia - qual Ulisses - que mistura neofascismo, adopção, a crise dos refugiados, modificação genética e a busca pela origem da genialidade…

Il tono del film è volutamente sopra le righe, parodico ma mai volgare, in equilibrio tra la commedia dell’ambiguità sessuale del primo Almodóvar e la comicità surreale del “bello bello bello in modo assurdo” dello Zoolander di Ben StillerAbrantes e Schmidt dichiarano di essersi ispirati al Balthazar di Bresson nel disegnare il personaggio di Diamantino ma al di là della battuta sarcastica, nello stupore catatonico e nell’ingenuità di Diamantino si possono ritrovare sia echi di Forrest Gump che di Chance il giardiniere. Anche i personaggi di contorno sono rappresentati con questa connotazione surreale: le due sorelle Sonia e Natasha (Anabela e Margarida Moreira) si arrabbiano all’unisono e sembrano la degenerazione parodica di Felicita e Adelaide ne La bella e La bestia di Jean Cocteau, l’agente dei servizi segreti Lucia (Maria Aleite) si traveste da suora con un copricapo felliniano, la Dr. Lamborghini (Carla Maciel) cerca la impossibile chimera da clonazione come un moderno Dr Frankstein, Aisha (Cleo Tavares) si traveste da maschio e perde le connotazioni lesbiche per tuffarsi in una storia transgender…

… Folle, incontenibile e complottistica opera di coppia di Gabriel Abrantes Daniel Schmidt, Diamantino utilizza un ipotetico fac-simile dell'eroe mondiale del calcio degli ultimi anni, lo sportivo per eccellenza, il calciatore perfetto che è persino inutile nominare qui, tanto la sua icona appare evidente, e a cui il bello ed aitante attore Carloto Cotta (già visto nei film di Manuel Gomes e Raul Ruiz) fornisce appropriate, atletiche sembianze, per raccontarci di un farneticante complotto kitch dell'umanità insaziabile, ai danni di un essere superiore, e che proprio per questo, appare inevitabilmente soccombere dinanzi a cotanto cinismo, appannaggio di una umanità bieca ed approfittatrice che usa l'eroe a suo piacimento, per rendere possibile ogni stratagemma per sfruttarlo come un oggetto a scopo di lucro.
Ne scaturisce un film bizzarro, pop, assurdo, che ricorda, come stile ed eccentricità di situazioni surreali, alcune opere sperimentali, colorate e forti, di Derek Jarman, mentre come contenuti e situazioni, l'incedere sacrificale e solenne di certi martiri sexy e santificati presenti mel cinema di Joao Pedro Rodrigues (O Ornitologo su tutti).  
Un'opera ambigua, disarmante, sexy ed eccessiva, che fa dell'assurdo, la propria idonea e coerente ragione strumentale per confutare l'imbarbarimento di una società votata verso un capitalismo sfrenato e cannibale, in grado più che altro di creare mostri, e facendoli assurgere allo status privilegiato di icone, al servizio di una civiltà che si nutre di se stessa, spolpandosi ed autodistruggendosi inesorabilmente. 

Abrantes e Schmidt mettono all'indice una società neoconservatrice, machista e in chiusura, alla quale se ne deve contrapporre un’altra  fatta di buoni sentimenti ed empatia, nella quale anche l'androginia e l'ermafroditismo sono bene accetti. Come in tanti film a carattere sportivo, anche la parabola di Diamantino prevede un epilogo risolutivo, solo che stavolta non vediamo il campione riprendersi il proprio trono nel mondo dello sport (ci sarà però un ultimo incontro con gli amati cucciolotti) ma indubbiamente avrà acquistato una maggiore consapevolezza di sé e del mondo che lo circonda. Si diventa grandi e non si gioca più...sì, decisamente un messaggio che non sarà condiviso da chi ama andare allo stadio. Grazie alla direzione artistica di Cypress Cook e Bruno Duarte e alla (anche troppo) sgranata fotografia di Charles Ackley Anderson, Abrantes e Schmidt ci regalano un colorito apologo pop e camp che sicuramente è animato da valori positivi. Peccato che il percorso cui lo spettatore è chiamato ad assistere alla fine si riveli abbastanza faticoso anche per le azzardate simbologie messe in scena.

La película se desarrolla a base de situaciones extravagantes, bizarras, improbables o imposibles, pero siempre divertidas. Pero va más allá, al convertirse en una sátira surrealista que critica muchas de las actitudes de la sociedad actual. Habla de crisis económica, de la crisis de refugiados, de la identidad de género, de paraísos fiscales, del Brexit (trasladado a Portugal, que se plantea construir un enorme muro a lo largo de toda su frontera terrestre). Y lo hace de modo inteligente, y consiguiendo sacarte más de una carcajada. Además, por si fuera poco, hay dos gemelas malvadas (las hermanas del tonto futbolista que no están dispuestas a perder su dinero porque Diamantino quiera dejar el fútbol) y un montón de cachorritos peludos (más monos ellos…) ¿Qué más se puede pedir?

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