martedì 19 febbraio 2019

La scomparsa di Alice Creed - J Blakeson

un film poco adatto a chi soffre di claustrofobia, un lavoretto ben preparato, un incasso spropositato, tutti si conoscono, ma il gioco finisce male, come sempre il diavolo fa le pentole, ma poi mancano i coperchi.
solo tre attori, e quella che sembrava una passeggiata diventa un incubo, per tutti.
un film che ti trattiene sulla poltrona fino all'ultimo minuto, con una sceneggiatura senza tempi morti, in un terribile crescendo.
buona visione - Ismaele




La scomparsa di Alice Creed non è un film, bensì un circuito sociale a tendenza degenerativa. È la storia di un sequestro di persona, ma è anche e soprattutto un condensato di pulsioni (sessuali e non) represse, desideri strani e cupe ossessioni che per un motivo o per l’altro vengono a galla sottoforma di incubi atroci. Ed è un film essenziale, minimale e minimalista, a suo modo dissanguato da quel coté di orpelli e storie parallele che, intersecandosi tra loro, appesantiscono il plot con artifici ridondanti. Il rapimento, per esempio, narrato in ellissi, altro non è che il portello di un furgone che s’apre e chiude nello spazio di un taglio di montaggio; la detenzione della bella Alice (Gemma Arterton), una stanza spoglia con una figura di donna (nuda perlopiù) ammanettata a un letto e una palla sadomaso ancorata alla bocca; la relazione (omosessuale) tra i due rapitori, tutto un fermento di sguardi tra il geniale Vic (Eddie Marsan) e lo psicolabile Danny (Martin Compston), sguardi grevi, plumbei che acuiscono la tensione, che rendono la claustrofobia dell’insieme a tratti insostenibile, e che con azzeccato gusto del paradosso regalano persino alcuni mai scontati attimi di tenerezza…

Vic inizialmente sembra avere la situazione in mano, ma la sua continua vigilanza non potrà impedire la degenerazione, dal momento che Danny conosce già Alice e che lei non è affatto intenzionata a restare inerme in attesa di esser salvata. Il lento spostarsi degli equilibri all'interno della stanza in cui Alice giace immobile, ma straordinariamente attenta a non farsi sfuggire nessuna opportunità, è la parte più interessante dell'intero plot. E sarà con una sorta di complicità che lo spettatore seguirà l'evolversi delle infinite possibili combinazioni, le quali finiranno per sovvertire un piano non così accurato come poteva apparire. La paranoia, che permea il pensiero di Vic e come un contagio si propagherà anche agli altri, rende scivoloso ogni possibile appiglio e difficile ogni decisione che si dovrà prendere. Presto lo spettatore intuisce che, nonostante lo svantaggio iniziale, Alice è attivamente protagonista dell'evolversi dei fatti nella stessa misura in cui lo sono i suoi rapitori, e che le sue scelte avranno un peso molto grosso sul finale non previsto che aspetterà i tre.
La recitazione, solitamente punto forte dei thriller a basso costo e con una location limitata, anche in questo caso regge bene l'intero peso della riuscita rappresentazione, mentre fotografia e regia risultano piuttosto routinarie. Ma nel complesso l'opera regge bene, quanto basta perché allo spettatore importi di sapere come andrà a finire. E di questi tempi è molto più di quel che ci viene solitamente offerto, purtroppo ormai nella maggioranza dei casi.
Parte col botto il primo lungometraggio dell’inglese J Blakeson. Secondo uno schema lineare e una messa in scena ridotta all’osso (anche nel budget) la mdp si focalizza da subito sulle gesta di due uomini che si riveleranno presto essere due delinquenti con un piano criminale infallibile. Tre attori, una location. Due sequestratori, una ragazza sequestrata e un’abitazione sperduta in chissà quale angolo di mondo. Per la semplicità e per la forza persuasiva delle immagini, l’incipit e le prime fasi di studio del film ricordano molto “Panic Room”, seppure i contesti siano chiaramente differenti. L’adrenalina e la velocità delle immagini montate implodono nei cinquanta metri quadri dello scarno appartamento e in breve tempo lo spettatore intuisce agevolmente come il piano inattaccabile dei sequestratori cominci a sgretolarsi sotto le loro stesse mani. I tre protagonisti dovranno allora fare i conti con la resistenza e la fisicità delle scene di azione, ma soprattutto con il pericolo di un ribaltamento psicologico (e sessuale) tanto sconvolgente quanto determinante…

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