Bertha e i suoi compagni vivono una vita al limite, combattendo per i diritti dei lavoratori, in tanti modi, e subendone il prezzo.
attori straordinari, nelle mani di un regista che ha girato film indimenticabili, si chiama Martin Scorsese.
cercatelo, non ve ne pentirete - Ismaele
… I rinnegati ed amori che come vengono vanno, un ritratto a tinte
forti, una fotografia dell’America che non si guarda alle spalle e che tende a
dimenticarsi di tutto ciò che non gli fa comodo.
Scandaloso per i tempi, ma ancora oggi è parecchio libertino, effetti
spicci (vedi incidente iniziale), vezzi estemporanei nelle soggettive, scene di
sesso curate e tanto sangue.
Tutto sotto una direzione d’eccellenza, segno che se nessuno si può
inventare miracoli, è ancor più vero che non servono grandi palcoscenici per
manifestare un talento e che quando c’è è facile muoversi; la gavetta rimane
pur sempre un passaggio che non si dimentica, anche per l’autore stesso ma
ancor di più per lo spettatore che può assaporare un’ulteriore sfumatura di
quello che ormai è un mito assodato (Martin Scorsese of
course, non l’avevo ancora nominato).
Decisamente valido anche il cast, Barbara Hershey segna nettamente la visione,
ma anche il resto dei protagonisti è di gran livello con David e John Carradine sugli
scudi.
Il “resto” (virgolettato, perché poi fa la differenza, in
positivo) lo fa il finale, violento, feroce e doloroso, un addio che giocoforza
ci accompagna a lungo; così Martin Scorsese lascia
il primo segno che conta e saprà accrescersi successivamente.
Spietato ed avvincente, tutto ha un’origine.
…Lo
scontro tra le due Americhe, egualmente profonde e per questo costantemente a
rischio di giungere a un conflitto “civile”, non è mai diretto, perché
l’America del “capitale” usa come vettori della normalizzazione i poliziotti,
ossia esclusi che hanno indossato la divisa. Si irride, quindi, la definizione
classica secondo cui gli Stati Uniti rappresenterebbero la culla della
democrazia o, ancor meno, della libertà, descrivendo semmai una più realistica
visione di uno Stato oligarchico che garantisce la difesa delle elite
attraverso il ricorso all’apartheid. Simbolica, a questo proposito, la scena,
che poi sfocia in tragedia, in cui lo sceriffo locale decide di fare pestare
Big Billy Shelley in carcere, dopo che quest’ultimo ha solidarizzato con un
nero. Scorsese così coglie il carattere fondamentale dell’apartheid, che è il
modo in cui il potere affronta le crisi sociali e governa, come è ben evidente
oggi in Italia, perché consapevole del fatto che la propria sopravvivenza
dipende dalla separazione dei simili e dalla esacerbazione di differenze
superficiali tra di essi.
Girato
nel 1972, ossia nell’anno del pieno trionfo della presidenza Nixon ma nel periodo
di più radicale contestazione della società americana da parte delle sue
avanguardie sociali, il film riflette il contesto storico in cui è stato
pensato, lanciando una amara parola di speranza, esemplificata dalla splendida
scena finale. In anni in cui era normale farlo, Scorsese elabora una bella e
sensata critica del sistema capitalistico americano, anche se a volte l’opera
subisce dei cali di ritmo che tuttavia sono poco rilevanti a fronte di una
quasi opera prima che annuncia già il talento e la brillantezza di uno dei più
grandi, e sofferti, autori contemporanei.
…The movie is set in a murky Southern territory of sweat and
violence, and gives us Bertha as a forthright young girl who a gets involved in
violence almost by accident. She falls in love with a certain Big Bill Shelley
(David Carradine), who seems loosely modeled on the
anarchist organizer Big Bill Haywood. The two of them meet other friends: Rake
Brown, a slick young gambler with a yellow streak, and Von Morton, a sturdy
black who wields harmonica and shotgun.
And then their gang is complete and their first murder just sort of
happens when Bertha shoots a gambler who is about to shoot Rake. The movie's
progression from young love to the most-wanted list reminds us of "Bonnie and Clyde," and I suppose it was meant to.
But there's a lot more going on than a remake or rip-off.
I have the notion that Roger Corman, American-International's most successful
producer of exploitation films, sent his actors and crew South with the hope of
getting a nice, simple, sexy, violent movie for the summer trade. What he got
is something else, and something better. Director Martin Scorsese has gone for mood and atmosphere
more than for action, and his violence is always blunt and unpleasant -- never
liberating and exhilarating, as the New Violence is supposed to be. We get the
feeling we're inhabiting the dark night of a soul…
…America 1929 segue le peripezie della vagabonda Bertha
Thompson e dei suoi tre complici, un baro, un sindacalista “bolscevico” e un
“negro” lungo le ferrovie del sud degli Stati Uniti tra razzismo, intolleranza
e Grande Depressione. I protagonisti dunque non sono i classici gangster che
agiscono nella disperata rincorsa dell’effimero sogno americano, bensì
emarginati che inaugurano l’ampia galleria di outsider scorsesiani. Per ragioni
diverse, dovute a sesso, stile di vita, ideologia o razza questi antieroi sono
mossi dal bisogno di essere accettati da una società che invece li respinge,
additandoli come minacce per il proprio equilibrio ora minato ed incrinato
dalla crisi del 1929. Schegge involontariamente deviate dall’ordine prestabilito
e vittime di violente repressioni, la loro è una lotta per la sopravvivenza,
dove il furto è obbligato dalla fame e dalla necessità di spingersi più in là,
verso un nuovo posto da chiamare – provvisoriamente – casa. La forte simbologia
che permea questa sorta di Easy Rider anni
Trenta (in particolare nel finale) ne fa metafora dell’allora attuale
situazione politica interna, in cui le lotte sociali cercavano di dare voce a
un’America nuova in via d’affermazione. Una vena politica insolitamente diretta
per una produzione di Corman, attraverso cui l’allora trentenne Scorsese
dimostrava già le sue potenzialità, tra cui la matura capacità di realizzare un
prodotto per il pubblico senza tradire la propria vocazione artistica e
ideologica. Primi passi concreti di una carriera in divenire…
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