mercoledì 6 settembre 2017

Dunkirk – Christopher Nolan

prima la musica, è una degli attori del film, forse la protagonista, suona in ogni scena, mentre gli attori sono tutti comprimari di un film corale, dove centinaia di migliaia di soldati, di persone, devono provare a salvarsi dal massacro nazista.
il film racconta i molti eroi e qualche vigliacco, è un film epico, dove un popolo, l'orgoglio inglese riescono a compiere una ritirata straordinaria, sia per numeri che per modalità.
Christopher Nolan non racconta una storia, ma tante storie, magari la Storia.
fosse anche soltanto per la colonna sonora sarebbe un film da non perdere, e il resto un bellissimo regalo, per chi va al cinema - Ismaele

ps: poi la guerra è continuata e gli stessi soldati sono i protagonisti della prima parte di The spirit of '45, un gran bel documentario di Ken Loach







"Dunkirk" è distante sia dalle logiche di un blockbuster standard, sia dai giochi di prestigio cronologici su cui spesso Nolan ha insistito. Al contempo, è un film che del blockbuster mantiene la confezione (ma si tratta di un involucro esteriore, perché strutturalmente ne è lontanissimo) e conserva intatte le ossessioni del regista riguardo al Tempo. Per certi versi è un film sperimentale. Coraggioso nell'osare e nello smarcarsi dalle aspettative. Nel guardarlo, l'impressione è di assistere a un talento che si è librato in volo con orgoglio, svincolato da certe zavorre del passato ed emancipato da regole narrative che la maggior parte dei registi riterrebbe non trasgredibili. "Dunkirk" coniuga spettacolarità e anti-spettacolarità in modo inedito. Ed è notevole come riesce a tenersi distante anche dalle retoriche belliche. Di fatto non c'è una "storia" in Dunkirk. Ce ne sono molte, frammentate e commiste. Alcune, naturalmente, spiccano sulle altre (quella del pilota Farrier interpretato da Tom Hardy; quella del signor Dawson interpretato da Mark Rylance). Ma si tratta di una pellicola priva di una vicenda centrale sulla quale far scattare l'identificazione dello spettatore. E altrettanto mancano protagonisti davvero centrali: in questo senso, il film appare eccentrico nel contesto hollywoodiano. La cosa sorprendente è come il risultato appaia semplice: "Dunkirk" possiede una compattezza formale in cui tutto si tiene solidamente in equilibrio…
… "Dunkirk" vanta poi un'eccezionale partitura musicale di Hans Zimmer, che dà al film respiro e ritmo; sostiene le singole sequenze e l'intero impianto del film come un'intelaiatura, una struttura portante. Una colonna sonora tonitruante eppure talmente fusa alle immagini da non risultare mai ridondante: come la definisce il pressbook, è "un unico brano lungo con una struttura tonale aggregante e complessa"…

Dunkerque (una volta tanto mi pare più coerente scriverlo alla maniera patriottica francese, per rispetto e coerenza con la località - epicentro dell'azione) emoziona e fa palpitare per la perizia con cui è stato ideato, concepito e strutturato, e conferma una volta in più la destrezza e il genio visivo di un autore che riesce a coordinare la complessità di singole vicende accentrando tutto su un fulcro centrale che sembra togliere rilievo od importanza alle singole interpretazioni (Tom Hardy ad esempio sacrifica quasi interamente i tratti del suo volto rassicurante e incisivo, facendo parlare gli occhi che trapelano dalla maschera che indossa pilotando l'aereo a difesa delle truppe, concedendosi solo alla fine in occasione della sua eroica resa al nemico), alle eventuali prese di posizione divistiche di personalità preponderanti come solo certe star sanno risultare, per celebrare seriamente lo sviluppo di una storia: in questo caso vera, documentata, e per questo resa lucidamente ed efficacemente anche grazie ad uno sforzo produttivo che sorprende ed entusiasma…

E' come se i primi venti minuti di Salvate il soldato Ryan e l'intero Black Hawk Down si unissero per poco meno di due ore. Quello che Nolan fa, battendo maestri come Spielberg e Scott al loro stesso gioco, è ribaltare la posizione della macchina da presa: la incolla così tanto ai volti dei suoi protagonisti che finiamo per vedere quello che loro vedono. Nell'epoca in cui Alejandro Inarritu affila il suo ego sconfinato arrivando primo nella corsa alla realtà virtuale con un cortometraggio, Dunkirk è invece un lungometraggio vero e proprio che anticipa il cinema che verrà. Farà scuola questo enorme spettacolo (di morte): una sinfonia di pallottole il cui fischio viene silenziato soltanto dalle bombe. Anche per questo l'unico consiglio da seguire è trovare lo schermo più grande e la qualità della proiezione più alta per vedere il film in sala.  
Alla fine dei titoli di coda l'orologio segna un'ora e quarantasei minuti: ma il blockbuster più breve di Nolan sembra durare quasi il doppio a causa di adrenalina e grande spettacolo. È la durata perfetta e allo stesso tempo si tratta della sceneggiatura migliore che il regista avrebbe potuto scrivere, lui che riempie sempre di parole e spiegazioni i suoi film. Dunkirk ci risparmia quei venti minuti di troppo di quasi tutto il cinema di Nolan. Un kolossal asciutto…

…Nel complesso è un film dinanzi al quale redigere una vera e propria recensione e sfornare una valutazione risulta difficile. E' una pellicola che comunque trasporta sullo schermo un episodio della guerra in modo abbastanza originale, è completamente scevra di parecchi fastidiosi clichè del cinema americano di genere, ed è registicamente straordinaria. Ma il comparto tecnico e stilistico non credo abbia bisogno di commenti. E' un film che ameranno soprattutto gli addetti ai lavori, i cineasti e gli amanti di un certo cinema stilisticamente rifinito. Io invece rimango infine neutrale. Mi astengo dal dare un giudizio numerico, in stelle. Riesco a dire solo quanto detto ora a caldo. In quanto fan di Nolan non riesco a dire che non mi sia piaciuto neanche un poco, ma nemmeno che lo abbia apprezzato.

…Dunkirk non è come gli altri film di guerra soprattutto perché non punta a commuovere con storie strappalacrime, la storia personale dei soldati infatti non ci viene raccontata e si fa quasi fatica a ricordare i loro nomi. Dunkirk commuove si, ma lo fa in un modo diverso e quasi subdolo, la tragedia si compie davanti nostri occhi impotenti, Nolan ci rende partecipi della lotta per la sopravvivenza di quelli che potrebbero essere i nostri fratelli o i  nostri figli: per la maggior parte ragazzi spaventati che vogliono solo tornare a casa vivi.
Vi ritroverete sulla spiaggia con la paura che arrivi un aereo a bombardarvi, vi ritroverete in mare tra i superstiti che fuggono dalle navi silurate che colano a picco e con le imbarcazioni civili che tentano in tutti i modi di salvarli, vi ritroverete infine in cielo con i gli eroici piloti dell’aeronautica che mentre abbattono gli aeri nemici assistono dall’alto alla tragedia. Non vedrete l’ora di tornare a casa, non vorrete più ritornare neanche con il pensiero su quella spiaggia devastata in atmosfera grigia piena di morte e disperazione ma, alla fine, anche di speranza.

… Con un ritmo frenético Nolan consigue que apenas puedas respirar por las imágenes expuestas que retratan muy bien lo que pudo ser ese ataque, si a eso añadimos el modélico montaje-por lo menos para mi- poco mas se puede añadir a una película que seguro estará entre lo mejor de este año sobre todo en el aspecto técnico. A nivel narrativo se le podría achacar no dejar algún detalle bien expuesto pero que en ningún momento molesta. Nolan sabe como hacer cine y Dunkerque es cine en estado puro. Una película aparentemente sencilla pero que consigue que te suba la adrenalina al máximo.

2 commenti:

  1. qui (https://www.internazionale.it/opinione/goffredo-fofi/2017/09/08/dunkirk-nolan-recensione) la stroncatura, o peggio, di Goffredo Fofi

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  2. qui (https://www.wumingfoundation.com/giap/2017/09/dunkirk/) la recensione di Wu Ming

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