una domanda, come mai Sushenya è stato rilasciato dai nazisti e i suoi compagni sono stati fucilati?
questo è il centro del film, e tutto ci ruota intorno.
Sushenya sa di essere innocente, ma è braccato dai partigiani, ma anche dai nazisti ucraini.
anche se non si sente, nel film c'è freddo, e per Sushenya la soluzione della sua questione morale ha una strada d'uscita obbligata.
film poco adatto agli spettatori di corsa, ma agli altri non dispiacerà - Ismaele
questo è il centro del film, e tutto ci ruota intorno.
Sushenya sa di essere innocente, ma è braccato dai partigiani, ma anche dai nazisti ucraini.
anche se non si sente, nel film c'è freddo, e per Sushenya la soluzione della sua questione morale ha una strada d'uscita obbligata.
film poco adatto agli spettatori di corsa, ma agli altri non dispiacerà - Ismaele
…Lento e solenne come nella migliore tradizione dei film russi, il film si pregia di una apprezzabile ricostruzione d’epoca, fatta di particolari anche minuziosi che rimangono impressi, fra cui è possibile citare la magnifica ricostruzione dell’abbigliamento povero dell'epoca, gli accessori umili ma indispensabili dei personaggi coinvolti (mi viene in mente il cucchiaio ritrovato nella tasca del vestito di uno dei protagonisti appena cade vittima di un agguato e viene avidamente spogliato di tutti i suoi averi, tranne di quel cucchiaio, unico attrezzo a disposizione per affrontare i frugali pasti capitati ove la provvidenza si è curata di soccorrerlo; ma anche lo straccio che accuratamente vvolge i piedi dell'altro partigiano, per supplire la mancanza di calzettoni utili per affrontare il gelo).
Loznitsa utilizza in modo un po’ spericolato tre flash back che tuttavia si rivelano utili per consentirci di capire di più caratteristiche e punti di vista di ognuno dei tre personaggi coinvolti, dimostrando come sia soggettiva la considerazione del valore dei singoli individui, laddove uno dei due partigiani, pur rendendosi vigliaccamente responsabile di un eccidio di cittadini innocenti, viene unanimemente riconosciuto come un eroe della resistenza, mentre al contrario il protagonista Sushenya, nonostante l’eroica opposizione a far denunciare i responsabili dell'attentato al treno, viene superficialmente bollato come un codardo collaborazionista e condannato a morte dai suoi stessi compagni…
Loznitsa utilizza in modo un po’ spericolato tre flash back che tuttavia si rivelano utili per consentirci di capire di più caratteristiche e punti di vista di ognuno dei tre personaggi coinvolti, dimostrando come sia soggettiva la considerazione del valore dei singoli individui, laddove uno dei due partigiani, pur rendendosi vigliaccamente responsabile di un eccidio di cittadini innocenti, viene unanimemente riconosciuto come un eroe della resistenza, mentre al contrario il protagonista Sushenya, nonostante l’eroica opposizione a far denunciare i responsabili dell'attentato al treno, viene superficialmente bollato come un codardo collaborazionista e condannato a morte dai suoi stessi compagni…
…Anime nella nebbia è un’opera insolitamente struggente, scritta con impressionante precisione, eppure capace di turbare e commuovere. Potrebbe vincere la Palma d’oro, ma anche restare a bocca asciutta. Aspetti secondari. Quello che conta è la splendida conferma (o scoperta) di Sergei Loznitsa, la sua capacità di dare un senso e un valore ad ogni movimento di macchina, ad ogni inquadratura, ad ogni scelta estetica.
…La rarefazione dell’azione, per certi versi obiettivamente eccessiva, punta a conferire un risalto esponenziale ad ogni gesto compiuto, così da renderlo il tratto di definizione di un’intera esistenza messa alla prova. Il continuo nascondersi o strisciare per sfuggire al nemico, o il trascinare a spalla un cadavere come una croce, o infine, appunto, essere trascinati da un compagno come dagli eventi e dalle apparenze, assurgono ad atti archetipici che inquadrano i personaggi in una trinità del conflitto umano: il codardo, il santo, l’emotivo, ognuno in definitiva trattato con uguale empatia e comprensione. Appesantito da vuoti e sequenze di raccordo non sempre efficaci, Il film di Loznitsa riesce indubitabilmente a configurarsi come una parabola efficace e dall’afflato universale.
da qui
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V TUNAME, «Dans la brume » en français dans le texte, porte diablement bien son titre. Sergei Loznitsa aborde majestueusement son sujet mais ses codes culturels ne sont pas les nôtres et les enjeux envisagés sont, de prime abord, troubles et distanciés. La mise en scène n’en est pas moins admirable et la photographie sublime…
…Loznitsa te agarra por la garganta y ya no te suelta. Comienza centrando su atención en Burov y Voitik, pero cuando Sushenya aparece, las tornas cambian. Las circunstancias lo hacen con ellos, y el foco se abre. La obra tiene clara su estructura. Un trayecto a través de un bosque, y a lo largo del mismo, distanciados de forma casi milimétrica, tres flashbacks que rememoran la situación de cada uno de los personajes poco antes de encontrarse unos con otros. Ahí radica parte de la clave. Descubrimos que el enemigo alemán no es el único mal existente. La guerra no crea bandos justificables, sólo gente que piensa en sí misma. El propio Sunshenya se da cuenta de eso casi al término de su viaje. Algunos luchan por sus ideales, y mueren jóvenes; otros dudan, prefieren mantenerse en espacio neutro; y los últimos sacrifican a otros para salvarse a sí mismos. Pero nadie está exento de culpa. La guerra destruye al ser humano. Es una verdad sencilla, pero lapidaria. El horror que el Coronel Kurtz susurraba guturalmente era eso. Y lo que tanto Loznitsa como Sushenya o sus camaradas vienen a dejar claro es que la guerra cambia a las personas. Aunque la vida en sí no lo haga, en el momento en el que alguien se vea obligado a sobrevivir, el corazón de cada uno dictará si es capaz de sacrificarse a sí mismo por otros, si es fiel a sus principios hasta el final o si prefiere salvaguardar su integridad a costa de inocentes. Sushenya no entiende qué es lo que provoca este cambio en la gente. Es incapaz de comprender porqué los que antes le apreciaban, ahora desconfían abiertamente. Él no ha cambiado, sigue siendo el mismo. Los demás, aparentemente también…
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…Non è un film facile Anime
nella nebbia ma riesce a far 'sentire' allo spettatore il crescere
della spirale di un sospetto che ha attraversato sempre (anche se spesso
accuratamente occultato) i movimenti resistenziali. Perché, messi nelle stesse
condizioni, alcuni si salvano e altri soccombono? Quale sarà stata la loro
attività di delazione e quanto sarà stata determinante per la loro
sopravvivenza? Il regista riesce anche ad andare oltre questo assunto primario.
Con il peregrinare nella foresta dei suoi protagonisti, alternato alla
presentazione di flashback in cui operano collaborazionisti, offre un'ulteriore
chiave di lettura ad un periodo storico in cui fa agire personaggi
silenziosamente tormentati.
…Non c’è scampo a quel cinico gusto del
paradosso che, approfittando dell’imperversare dell’odio, si impadronisce della
Storia, rendendo tutto confuso, incomprensibile, incontrollabile. Lontano dal
fronte, la battaglia si combatte annaspando disperatamente nel vuoto, alla
ricerca di una qualche ragione. Il deserto dei mille perché si estende fin oltre l’orizzonte, privo di
trincee ma cosparso di labirinti senza uscita…
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