in un
posto abbandonato da dio e dal mondo vivono Shell e Pete, padre e figlia, in
una casetta con la pompa di benzina.
le
Highlands scozzesi non sono così accoglienti, freddo e solitudine la fanno da
padroni.
meno male
che Shell e Pete si sostengono a vicenda, ma fino a quando?
film
davvero bello, dove gli sguardi valgono più delle parole.
anche la
fotografia è notevole.
non
succede niente e succede tutto.
non
perdetevelo - Ismaele
…La bellezza è negli occhi di
guarda e ce n'è tanta davvero nello sguardo di questo regista sui suoi
soggetti. Immersi in un silenzio per una volta giustificato appieno dal
contesto narrativo, Shell e Pete vivono un legame di sangue e di carne che si
fa presto sinonimo di morte e di passione, di reciproca prigionia, fino al
cannibalismo metaforico.
Ad aprire per la protagonista gli squarci fondamentali sulla propria esistenza sono i pochi incontri con gli altri: una bambina che illumina il passaggio generazionale, una donna che lascia un libro di Carson McCullers, "Il cuore è un cacciatore solitario": un altro grande debutto che ha dato voce ai dimenticati e a chi vive ai margini.
Il film, che sviluppa e approfondisce il cortometraggio omonimo del 2008, ha il sapore di un viaggio per la sopravvivenza psichica anziché fisica, un viaggio on the road, anche se da quella casa -sulla strada, appunto- Shell non si è mai allontanata più di qualche decina di metri. Come nel romanzo americano citato, sono gli incontri che fanno il film, le tracce che lasciano più o meno consapevolmente sul personaggio splendidamente vissuto da Chloe Pirrie. La sua è una storia di liberazione dal vuoto e un'esistenza avventurosa e infiammabile, prima ancora che cominci. Ugualmente, Shell contiene una promessa indelebile, per il futuro del suo autore.
Ad aprire per la protagonista gli squarci fondamentali sulla propria esistenza sono i pochi incontri con gli altri: una bambina che illumina il passaggio generazionale, una donna che lascia un libro di Carson McCullers, "Il cuore è un cacciatore solitario": un altro grande debutto che ha dato voce ai dimenticati e a chi vive ai margini.
Il film, che sviluppa e approfondisce il cortometraggio omonimo del 2008, ha il sapore di un viaggio per la sopravvivenza psichica anziché fisica, un viaggio on the road, anche se da quella casa -sulla strada, appunto- Shell non si è mai allontanata più di qualche decina di metri. Come nel romanzo americano citato, sono gli incontri che fanno il film, le tracce che lasciano più o meno consapevolmente sul personaggio splendidamente vissuto da Chloe Pirrie. La sua è una storia di liberazione dal vuoto e un'esistenza avventurosa e infiammabile, prima ancora che cominci. Ugualmente, Shell contiene una promessa indelebile, per il futuro del suo autore.
…Using a minimalist concept, Graham knew how to cook
thoroughly this story, increasing my curiosity about what the characters feel
and think. The grave silences and revelatory looks speak for themselves, and
the film runs patiently towards its freeing ending. Penetrating and
uncomfortable, “Shell” is an outstanding film that shall not be ignored.
…Shell è insieme un film d'amore e una profonda riflessione sul divenire
adulti, sul sacrificio e sul destino, e il cinema di Scott Graham è un cinema
asciutto, fatto di sottrazioni e che vive di silenzi, di sguardi, di parole non
dette e di segreti inconfessabili, un cinema attaccato ai volti e ai gesti di
due straordinari protagonisti, Chloe Pirrie e Joseph Mawle, per i
quali non si può far a meno di parteggiare. Un'opera dolente che scuote nel
profondo e che il regista (anche sceneggiatore del film) costruisce in maniera
accattivante usando gli stessi meccanismi del thriller per tenere lo spettatore
in tensione fino all'ultima inquadratura, avvolto nell'incertezza su quel che
accadrà. Poi la scena finale, liberatoria e catartica, di quelle che
alleggeriscono il respiro e restano dentro a lungo.
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