venerdì 25 agosto 2017

Aferim! - Radu Jude

nel 18° secolo, in Romania, in un profondo medioevo, con la schiavitù e i padroni di corpi e anime che hanno diritto di vita e di morte, oltre che di tortura, naturalmente, ci sono due male in arnese, un padre vecchio, e un figlio un po' tonto, sono, come in un western che si rispetti, cacciatori di taglie, si ride, si va al bordello, di corre, di fanno incontri, insomma, tutto come il faut.
poi riescono nel loro scopo e riportano il fuggitivo, il servo schiavo rom, guarda caso, al padrone.
vi basti questo, alla fine il cacciatore di taglie dice al figlio che...
ma dovete vedere il film, sarà una bellissima sorpresa - Ismaele




la concepción circular de Aferim! alcanza a todos sus niveles de lectura. Las andanzas de Costadin e Ionita empiezan y acaban en el mismo lugar, con una pequeña y muy relevante elipsis (el escenario del hogar) en el trazo del círculo de la trama. Y más allá de lo diegético, la transmisión generacional de valores repetidos se adivina (Ionita mediante) completada sin conflicto, así como el mantenimiento del orden social. Este aspecto resulta interesante si tenemos en cuenta que la cinta está inscrita en la cinematografía de un país que, si por algo se ha caracterizado en los últimos años, es por su fuerte carácter de crítica social contemporánea (que ha laureado a autores como Cristian Mungiu, Cain Peter Netzer o Cristi Puiu). En cierto modo, Jude realiza una exploración en los orígenes de esas tensiones de clase rumanas. Con lo que su Valaquia amplifica sus ecos como yermo ya no paisajístico, sino cultural y humanitario. En el que una vida de vagabundeo encuentra sus mayores recompensas en una hoguera al raso con la que calentarse, una cena con la que llenarse el estómago y una vulva con la que aliviar las tensiones del camino. Si bien, sobre todo, Aferim se contempla como un soplo de aire fresco frente al semblante serio de la crítica social contemporánea: no olvidemos que la picaresca, pese al miserabilismo en el que se inscribe, es un género capaz de crear una irresistible atracción hacia su mezcla pintoresca de folclore y humor. Y la película de Jude se deja permear por esta deliciosa socarronería que emerge de entre la negrura.

Nell'esplosione della nouvelle vague di film provenienti dalla Romania mancava l'affresco in costume come Aferim, che ci porta nella prima metà del XIX secolo nella Valacchia che solo qualche decennio dopo si sarebbe unificata dando vita allo stato nazionale rumeno. Il protagonista è quello che potremmo definire una via di mezzo fra un poliziotto dell'epoca e un cacciatore di taglie che viaggia per il paese insieme al figlio alla ricerca di uno schiavo fuggitivo di etnia rom.
Se la dittatura comunista di Ceausescu è stata protagonista del cinema rumeno degli ultimi tempi che si è fatto apprezzare nei festival più importanti del mondo, è sul suo passato meno recente che il regista Radu Jude crede valga la pena porre l'attenzione. Un tentativo, il suo, di iniziare un processo consapevole di (psic)analisi per guarire la società rumena di oggi scoprendo da dove viene e di conseguenza capire come calibrare la direzione in cui andare.
Nel farlo Jude ha effettuato delle approfondite ricerche trovando alcuni casi reali che lo hanno ispirato per realizzare Aferim , un film dall'andamento a dorso di cavallo, qualche volta di mulo, spesso al trotto, ma ogni tanto con accelerate al galoppo. Picaresco e truce, ironico e spietato è il ritratto di un paese rurale, povero, in cui la schiavitù è ancora presente nella quotidianità, con una nobiltà in grado di disporre della sorte dei suoi sudditi in maniera quasi feudale…

…Los textos han sido extraídos de cartas y archivos históricos verdaderos. El resultado es como una de cazarrecompensas de Tarantino pero más real.
Cruel, pero con un humor negro, sórdido y ácido (Imperdible la escena previa a la sentencia del Sultán Constandin sin Georgeu) único.
Durante todo el viaje Aferim alecciona a Ionita en cuestiones importantes de la vida: "Lo que tu mano encuentre para hacer hazlo según tus fuerzas porque en el sepulcro donde vas no hay obra ni industria, ni ciencia ni sabiduría."…

Wittily co-written and passionately directed by Radu Jude, “Aferim!”, is an extremely entertaining historical adventure, set in Eastern Europe in 1835, that gallops at an effortless pace and carries death, sickness, greediness, and punishment in considerable amounts to grab your senses in several ways.
The filming locations are superb, providing the perfect background for the incredible black-and-white canvases created under the supervision of the competent director of photography, Marius Panduru. This prophetic manhunt, occurring in the idyllic surroundings of Romania’s Wallachia, is simultaneously eventful, chatty, outlandish, and grotesque in its very own way. Its characters are wonderfully sarcastic, moving in idiotic, toadying, and peremptory manners that can be considered equally stupid and funny…

With his feeling for movement in space and between people Jude achieves something magnificent because, as with masters like Hou Hsiao-Hsien, the action is just a part of a bigger social and historical context. Moreover, we are allowed to watch relations in single shots that are full of respect for reality. When the father played by a great Teodor Corban climbs on his horse, he will need some time, and when they go or ride from one place to the next, we feel the absurd complexities of life. 
The powerful rhythm of the film, with all the noise, mud and catchy music, creates a fascinating disdain that never feels cold. It is almost unbelievable how a country like Romania is able to have such an amazing production outcome in terms of quality. Aferim! is another must-see film and it certainly would deserve an award.

 Aferim! possiede una lunga serie di eccellenti motivi che giustifica il consenso unanime di critica che ha ricevuto, anche perché è proprio nella regia che la pellicola mostra forse l’aspetto più nitidamente valido: la scelta di un bianco e nero autentico, da Anni '40-'50, evoca atmosfere perfette per una storia che guarda ai canoni western in maniera smaccata; i dialoghi divertenti, ricchi di facezie e di funambolismi dialettici; i registri narrativi multipli sui quali il racconto si appoggia, tra western-road movie-commedia spesso ridanciana e dramma finale, ben si fondono a creare una storia semplice, ironica, cattiva e drammatica al tempo stesso, in cui l’aspetto pedagogico non assume mai contorni fastidiosi né scolastici; infine, ma non certo aspetto secondario, Radu Jude è capace di lasciare una pregevole impronta stilistica, grazie alla particolare e originale forma narrativa con cui decide di narrare una storia di sopraffazioni e di triste accettazione della realtà.

Le film apparaît donc comme une flèche sans retour, où la seule vérité est celle de l’esclavagisme et du racisme, qui affecte tout, surtout le profond des âmes. De ce point de vue, _Aferim!_ nous apprend la tragédie des âmes conscientes de leur mal, contraintes à l’alternative entre révolte violente et humiliation face à l’impossibilité d’un compromis non révolutionnaire. Cette tragédie plonge amèrement dans le sarcasme qui, avec un bon “bravo !” – “aferim !” – conforte et motive la voix (humaniste ?) de Constantin, un homme qui se retrouve finalement en échec.
_Aferim!_ n’est pas un film historique, mais clairement universel, et sinistrement contemporain, car la tragédie qu’il raconte touche tous ceux qui, malgré leurs bonnes intentions, se font complices de la barbarie de l’esclavage. Et qui, dans notre société néocolonialiste, peut vraiment se dire étranger à cette barbarie ?

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