venerdì 14 ottobre 2016

Neruda – Pablo Larraín

pensi di vedere un film normale, una bella biografia, anche meglio delle altre, ma non è così.
sarai deluso, non è il film che ti aspetti, non è un bel film, è un film straordinario, vertiginoso, abbi fiducia in Pablo Larraín, metti le cinture di sicurezza e parti.
attori grandissimi si rincorrono, Neruda e il poliziotto (e come poteva mancare Alfredo Castro?).
sembra una storia da Oulipo, Queneau e Perec, insieme a Calvino, che inventano i personaggi e li fanno vivere.
lo sceneggiatore è Guillermo Calderón, pochi film, ma grandissimi, il primo è Violeta se fue a los cielos.
il poliziotto (Gael García Bernal) è la voce narrante del film, vuole esistere, segue le tracce di Neruda (Luis Gnecco), Neruda lascia le molliche di pane, per essere trovato, gioca al gatto col topo.
i due si rispettano, in fondo, ognuno ha una parte assegnata, Pablo dal Partito, Oscar dal Presidente.
Pablo Larraín è uno dei più grandi registi al mondo, e si vede, e Neruda è un film che resterà.
fotografia bellissima, tra le altre cose.
vuoiti bene, ci sono una settantina di copie nelle sale, lascia il divano, non te ne pentirai, questo film è pieno di Cinema - Ismaele








Larraín è Larraín, per fortuna. Uno che non cade nelle trappole dell’ideologismo e nello sventolio di bandiere, preferendo il racconto delle singolarità individuali, del loro intersecarsi e intrecciarsi a rete, delle ambiguità e delle ombre alla facile narazione in piena luce del Bene e Male contrapposti, rivoluzionari di qua e reazionari di là, popolo vs. élite. Così qui si inventa per raccontarci di Neruda, intellettuale sinistrissimo nel Cile del 1948 in preda a un governo autoritario ovviamente anticomunista, filoamericano in puro stile guerra fredda – quello del presidente Gabriel González Videla – una specie di noir in cui fatti e personaggi si fictionalizzano e si allontanano da ogni forma di cinema di fedele ricostruzione storica e biografica. Tentativo assai temerario che produce un qualcosa di ibrido e inaspettato, non apparentabile a precedenti cinematografici, segno della grandezza d’autore e originalità di Larrain…

Geniale nell’ironia acuta e imprevedibile, filosofico nell’indagare la fisionomia di un Paese attraverso le sue fazioni opposte – non ci sono eroi senza cattivi e il cattivo deve la sua ragione d’essere all’eroe – Neruda è un film dall’originalità visionaria.
Larraín, regista complesso ed eversivo nei suo percorso privo di convenzionalità, abbatte i confini del biopic. Neruda è una rappresentazione da brivido, piena di inventiva che medita vertiginosamente su una corda tesa. E sotto la corda non c’è una una rete, ma uno specchio che riflette da una parte Storia e dall’altra la Leggenda, perché per
tutta la sua durata, il film si diverte meticolosamente a giocare
con realismo e finzione.

…Stilisticamente onirico, volontariamente irrazionale, il film di Larraín si arricchisce di tecniche di regia, scenografia e montaggio che esaltano l’amore per la settima arte e il desiderio di poter con questa sperimentare, una visione soave delle potenzialità delle arti cinematografiche in grado di poter abbracciare con versi e inquadrature ed emozionare con la potenza della sua elaborata scelta narrativa e visiva.
In un racconto dove nessuno dei protagonisti vuole sentirsi messo in disparte, sono Luis Gnecco e Gael García Bernal a soffiare nei personaggi quell’anelito di vita che li farà animare, talentuosi attori che sapranno con ardente maestria creare una danza dove la composizione del Canto General del poeta andrà ad incastrarsi perfettamente con la solitudine dei romanzi polizieschi dell’ispettore, in una congiunzione personale, sociale e passionale…

I movimenti di macchina sono talora bruschi e talora fluidi, provano a replicare il saliscendi di emozioni dei personaggi. Senza mai aderire, come in un biopic prevedibile, alla soggettiva dell'uno o dell'altro protagonista. La prospettiva è sempre originale, asimmetrica, spesso inverosimile. E il crescendo conduce progressivamente verso un confronto tra due uomini che si temono e si rispettano, benché sia chiaro fin dall'inizio come uno dei due sia subalterno rispetto all'altro. L'ispettore inventato (da Larrain? Da Neruda? E da quale Neruda?) come nemesi ideale del poeta, con quel baffo a metà tra Clouseau e un flic melvilliano interpretato da Alain Delon, è personaggio fittizio in ogni suo aspetto, lo scarto definitivo da ogni residuo di realismo. Su di lui si abbatte una sindrome da Pat Garrett, una fascinazione insopprimibile per la figura di Pablo Neruda. Un'ossessione per la sua cattura che, più che altro, è dimostrazione a se stesso di volerlo e poterlo catturare e di essere all'altezza del suo rispetto, come uomo e come artista (mancato). Una interessante figura ai margini della storia, un rosentcranz+guildenstern stoppardiano che rifiuta l'uscita di scena, specie come personaggio secondario. E che condisce di lieve ironia un epilogo sensazionale, visivamente - straordinario il lavoro del direttore della fotografia Sergio Armstrong - e narrativamente. Larrain conNeruda trova l'equilibrio perfetto tra esigenza di verità sugli eventi drammatici che hanno caratterizzato la storia cilena e narrazione allegorica. Realismo nei fatti, onirismo nella forma, in un mirabile e perfettamente bilanciato connubio.

fondendo con visionaria radicalità Pablo Neruda (il Mito) e Oscar Peluchonneau (lo Spettatore che osserva da lontano), Larraín riconsegna solo al cinema le chiavi immaginarie ed emotive per interpretare, rammemorare e persino testimoniare il Novecento e il nostro presente. Il cinema, oggi, nonostante tutto. Straordinario.

Un espectador no avisado que espere una película biográfica convencional en Neruda puede que se sienta decepcionado al final de la proyección. Quien espere ver un relato amable sobre uno de los poetas más universales en lengua castellana y símbolo del intelectual comprometido con el pueblo, la lucha obrera y la militancia política puede sentirse decepcionado. Tanto aquellos que conozcan perfectamente los avatares vitales y la poesía de Pablo Neruda (interpretado por Luis Gnecco) como aquellos que los desconozcan por completo pueden sentirse decepcionados. Neruda es una de aquellas películas en las que es mejor no hacerse ideas preconcebidas antes de verla (aunque esto debería ser aplicable a cualquier película y en general al resto de manifestaciones artísticas). Más que un film sobre el poeta chileno (que en parte lo es) Neruda trata sobre la construcción de un mito, sobre la ficción y sus mecanismos para (re)crear la realidad…






4 commenti:

  1. Gentilissimo,
    leggo le tue recensione da mesi ma non avevo mai capito che era possibile anche commentare. Volevo farti i complimenti per tutto quello che scrivi. Tra l'altro sempre tutto condivisibile, sia in pre che in post visione. Ti ho conosciuto quando cercavo dei pareri su La legge del mercato, prima di inseirlo nella programmazione del mio cineclub. Gran film sottovalutatissimo che te apprezzasti molto. Ancora grazie per tutto. Matteo

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    1. saprò che anche tu stai leggendo le recensioni, piccole, senza spoiler, e sulle quali anche io, quasi sempre, sono d'accordo:)

      e il cineforum come va? avete anche un sito?
      sarebbe bello presentare film mai usciti in Italia, sottotitolati magari, o film che sono stati in sala una settimana in tre cinema in tutta Italia,

      buone visioni :)

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    2. a me è piaciuto soprattutto per i paesaggi!

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    3. anche per i paesaggi o sopratutto per i paesaggi? :)

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