mercoledì 5 ottobre 2016

Alla ricerca di Dory - Andrew Stanton, Angus MacLane

alla maniera del mio critico preferito (qui).
nella prima parte il film è lento, "arranchia", in preparazione a quello che succede dopo, la seconda parte il film "si apre, come se la sala respirasse", parte l'avventura.
Dory va alla ricerca dei genitori, aiutata da tanti amici, Hank, il polpo (qui il cugino), fra tutti, un gioco di squadra incredibile per trovare i pesci che devono essere trasferiti.
gli amici di Dory sono intelligenti, capiscono e risolvono i problemi, in un fuoco d'artificio di invenzioni, Dory è in buone mani.
per chi non ha visto Alla ricerca di Nemo, Dory è un film che funziona benissimo da solo, che sia un sequel è un dettaglio inutile.
un film che non delude, sicuro, e in sala lo schermo è migliore di quello della vostra casa, dovunque abitiate.
buona visione - Ismaele







… Quello che è certo è che anche in un film “minore” come questo, la squadra guidata dai registi Andrew Stanton e Angus MacLane riesce a fare un lavoro incredibile sia sul piano puramente tecnico, con il polpo Hank semplicemente straordinario nella fluidità di movimenti, sia su quello del messaggio. Sono vent’anni, ormai, che la Pixar riesce a mandare messaggi nella forma dell’intrattenimento più puro. Come in Alla ricerca di Nemo, la disabilità e la capacità di superarla tornano a essere le tematiche centrali in questa avventura di Dory. Se il piccolo Nemo non si arrendeva alla sua pinna atrofica ma spingeva la sua curiosità oltre i confini del consentito, così Dory non si ferma di fronte alla sua memoria intermittente e si lancia alla ricerca della verità.
Anche in episodi al di sotto della media – altissima – a cui sono stati abituati gli spettatori, quello della Pixar continua a essere grandissimo cinema carico di una nobiltà morale che ha pochi, pochissimi altri esempi nella cultura contemporanea.

Alla ricerca di Dory lascia spazio a un tono più riflessivo già sperimentato in Up e Inside Out, con una sceneggiatura che, tuttavia, lascia spazio a più livelli di lettura. In questa bizzarra era di sequel, spin-off e remake la Pixar riesce a riprendere le fila di personaggi creati più di dieci anni fa dando loro sfaccettature nuove all’insegna di uno stile semplice, in grado di comunicare ad ampie platee il valore e l’importanza dell’accettare sé stessi. Accettarsi, nonostante tutto, nonostante tutti. Persino con un handicap – perché è di questo che si tratta – come quello della protagonista.
Così, la scelta del classico della canzone americana Unforgettable (tessuto insieme alle tracce composte da Thomas Newman) come tema del film non è soltanto un simpatico gioco di parole. Nella reinterpretazione della cantautrice australiana Sia, la canzone assume dei contorni talmente dolci e ovattati che la rendono di una malinconia e di una speranza a tratti disarmanti. Il regista Andrew Stanton ha affermato: “In Alla Ricerca di Nemo Robbie Williams aveva rivisitato in modo unico un classico della musica, Beyond the Sea. Allo stesso modo Sia ha catturato l’essenza emotiva del classico di Nat King Cole Unforgettable, riuscendo a farlo suo. I due brani si completano a vicenda proprio come i due film”.

… Si scava nei barlumi di ricordo di Dory, si tracciano le sue origini, non dimenticando di divertire con simpatiche gag fondanti sulla parola o sull’azione, gag sostenute in modo particolare dai nuovi personaggi in due duo comici: da una parte il duo composto da Fluke e Rudder, due leoni marini visibilmente attaccati al loro scoglio, dall’altra lo squalo balena miope Destiny in coppia con Bailey, un beluga dal sonar ipoteticamente difettoso, ma in realtà capace, credendo di più in se stesso, di tracciare la posizione di corpi in movimento, anche fuori dagli ambienti marini.
Alla ricerca di Dory, dunque, punta sui personaggi cardine di Alla ricerca di Nemo, ma portando più in superficie, tra gli altri temi già elencati, anche quello inerente alla considerazione delle proprie peculiarità come dono e non come menomazione. La perdita di memoria a breve termine rende Dory quel che è, qualifica la sua personalità come unica ed originale, dunque il film insegna ad accettare se stessi per quel che si è, abbattendo le barriere della diversità con sana comicità.



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