sorprendente e con colpi di scena a ripetizione, ti sconvolge.
resti senza fiato, ma hai visto un gran bel film e un grande Takeshi Kitano.
promesso - Ismaele
QUI
in versione originale sottotitolato in inglese
I giovani giapponesi sono
troppo esagitati. Per disciplinarli viene emanato il Battle Royale Act: ogni
anno una scolaresca viene estratta a sorte e catapultata su un'isola deserta.
Sorvegliati dal prof. Takeshi e da un nucleo militare, gli studenti si giocano
la "battaglia reale": ognuno riceve un'arma diversa, che sia un
bazooka o una pinza per le ciglia, e si dà alla macchia. Scopo del gioco:
eliminare tutti gli altri entro tre giorni. Regole: nessuna.
Un soggetto assurdo dà il via ad uno tra i film più agghiaccianti mai realizzati, in cui timidi secchioni diventano spietati assassini (morendo peraltro in gran velocità), ragazzine risolvono piccole gelosie amorose a colpi di mitra, insegnanti si rivelano essere le bestie che i loro alunni li credono. Un incubo. Splatter sublime, acuto psico-thriller, farsa tanto sofisticata da strozzare le risate in gola, BR ci regala tra l'altro un Beat Takeshi nell'apoteosi della sua cattiveria - autore anche del raccapricciante quadro che appare nel film. Un capolavoro del male, che sta degnamente accanto ad Arancia meccanica. E che i benpensanti del belpaese non potevano che censurare.
Un soggetto assurdo dà il via ad uno tra i film più agghiaccianti mai realizzati, in cui timidi secchioni diventano spietati assassini (morendo peraltro in gran velocità), ragazzine risolvono piccole gelosie amorose a colpi di mitra, insegnanti si rivelano essere le bestie che i loro alunni li credono. Un incubo. Splatter sublime, acuto psico-thriller, farsa tanto sofisticata da strozzare le risate in gola, BR ci regala tra l'altro un Beat Takeshi nell'apoteosi della sua cattiveria - autore anche del raccapricciante quadro che appare nel film. Un capolavoro del male, che sta degnamente accanto ad Arancia meccanica. E che i benpensanti del belpaese non potevano che censurare.
…Très sanglant, et limite
sadique (Kitano s'en donne d'ailleurs à cœur joie en professeur facho vengeur),
le film n'est pourtant pas dénué d'humour (les armes de certains sont des
radars ou des poêles à frire…) et passe en revue les angoisses et les réactions
primaires de chacun face au danger et à la mort.
Au final " très moral, ce film restera comme l'un des premiers (avec " Series 7 ", présenté à Deauville, et qui sortira au printemps), dénonçant les dérives récentes d'une télévision, ressemblant de plus en plus à des jeux vidéo (on décompte les morts), aux valeurs à la dérive (le plaisir est dans l'humiliation et l'élimination), censés raviver les instincts des primaires de l'homme. Un film lucide et inquiétant.
Au final " très moral, ce film restera comme l'un des premiers (avec " Series 7 ", présenté à Deauville, et qui sortira au printemps), dénonçant les dérives récentes d'une télévision, ressemblant de plus en plus à des jeux vidéo (on décompte les morts), aux valeurs à la dérive (le plaisir est dans l'humiliation et l'élimination), censés raviver les instincts des primaires de l'homme. Un film lucide et inquiétant.
…Un’opera coraggiosa, certo non un divertissement da slasher movie; non si può parlare
neppure di film horror in senso stretto. Si tratta di una pellicola che sfugge
alla circoscrizione dei generi cinematografici standardizzati, che vuole far
riflettere, che decide di portare all’estremo determinati caratteri della
società contemporanea: un’allegoria che pone degli inquietanti legami fra la
situazione assurda del film e l’attualità giapponese. Si denunciano tutta una
serie di comportamenti, dallo smodato individualismo fino ad arrivare alla
totale perdita della ragione, rimandando più o meno esplicitamente a programmi
come Grande Fratello o gli svariati teen movies. La lezione
kubrickiana è stata recepita perfettamente: in una società dove l’aberrazione e
la degenerazione diventano una costante quotidiana, si sollevano profondi dubbi
e acerrime riflessioni sui caratteri che definiscono la nostra stessa realtà
contemporanea. Menzione d’onore per la colonna sonora, che attinge a piene mani
dalla musica classica, e che sembra un ulteriore omaggio al maestro di A Clockwork Orange.
…Battle Royale is without a doubt one of the most
controversial films of the past few years, not only in its home country of
Japan but in a post–Columbine America. In Japan the controversy arose not so
much because of the violence, although a less violent edit was made for kids,
but because of its symbolic stabs at Japanese society. Whereas in the US, the
most often written thing aboutBattle Royale is- "It will never be released in
the Puritanical States" (oddly enough, often coming from US
critics/filmgoers who saw it on
US soil in the theater or
people like me with all-region players), because of the justified open nerve we
American's have pertaining to the tragedies with kids killing each other in our
schools... And, while it is controversial, it also must be taken with a grain
of salt, because we all know when you label something as taboo, dangerous, and
forbidden, there are more people out there, the cinema extreme lovers, who will
latch onto it and heap praise upon it. It is a controversial film, but only the
most thick-headed will not be able to see its relevance and label it as
exploitation. I'm somewhat reminded of the people who saw Starship Troopers and failed to see it as a satirical
film about war propaganda and patriotism and just thought it was a big sci-fi
action film about people fighting alien bugs.
As I
see it, Battle Royale is a great little suspense-horror
allegory about the Japanese school/class system. Japan is well known for its Study-Work-and Die ethics with rigorous demands within
its educational and business system. This is a society where people will often
live in their office buildings, businessmen suffer from chronic fake smiling
injuries, and where being a family man and spending weekends with your kids
became a novelty trend a few years back. Royaletakes
this climate and amplifies it, putting the children into an even more desperate
situation than getting an A-Plus. It effectively lampoons the culture in its
opening moments as eager tv reporters struggle to interview a Royale winner, and in a campy training video
the class watches where an enthusiastic, pretty, patronizingly cheery model
gives the students the run down on the game (roughly- "Everyone's survival
gear is different. Maybe you'll get lucky and get an ax!", she smiles).
Their teacher (the legendary Kitano in perfect casting) still speaking to them
like they are his students, notifies them over loudspeakers of the danger zones,
those killed, and exuberantly urges them to continue. When a student dies,
title cards inform us of who died and how many kids remain. The music too, is
mostly classical scores adding a disturbingly spirited, patriotic, and cultured
contrast to the barbarism…
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