il dottor Schultz (Christoph Waltz) è
il personaggio e l'attore che fa la differenza.
il
film è una gioia per lo spettatore (per me lo è stato), Tarantino gioca con
chi guarda, cita, gigioneggia (purtroppo l'attore peggiore è lui, solo pochi
minuti, per fortuna).
ho
letto che l'ispirazione del film sia "Django" di Sergio Corbucci, già
solo titolo e musica lo indicano, io ci vedo un po' de "Il grande
silenzio", sempre di Sergio Corbucci, e penso che l'ispirazione
maggiore provenga sopratutto da quel piccolo unico capolavoro che è "Addio
zio Tom", di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi (qui).
"Django
Unchained" ha molto di epico, la visita per comprare Broomhilda
sembra la preparazione del cavallo per i troiani da parte di Schultz e Django,
le parole del dottore sembrano quelle di un oratore greco.
e
poi è anche la storia di un rispetto che diventa un'amicizia, fino al
sacrificio, fra Schultz e Django.
personalmente
mi è piaciuto di più, poco più, "Bastardi senza gloria", ma siamo a
livelli davvero alti.
non
privatevene, non ve ne pentirete - Ismaele
…Il
regista di Reservoir Dogs ha ormai raggiunto un livello
di consapevolezza e conoscenza del medium tale da trascendere i consueti
confini del cinema, dando vita a vere e proprie opere d'arte pop. La bellezza di alcune
sequenze (il fiore di cotone intriso di sangue, la stereotipata danza con la
quale la servitù apparecchia la tavola per i “padroni”) va ben oltre la loro
effettiva importanza narrativa: il linguaggio cinematografico diventa
semplicemente un mezzo per suscitare emozioni in chi guarda. È per questo che
le tre ore di Django Unchained trascorrono avvolte da un’aura
di epica sospensione, mentre la storia cambia forma muovendosi con agilità tra
stili e generi diversi – chi altri se non Tarantino avrebbe potuto immaginare
l’hip hop nella soundtrack di un “western”; l’avventura dei due
protagonisti deve essere
lunghissima e contrastata, perché solo in questo modo può rendere giusto merito
all’eroismo dei suoi interpreti. Al pari del solito Christoph Waltz (una
garanzia), Leonardo DiCaprio si rivela eccezionale caratterista, nel ruolo di
un eccentrico proprietario terriero la cui crudeltà è forse giustificata
dall’ambiente nel quale è stato cresciuto…
…Il meglio di Django Unchained sta però
nei dialoghi, così ben scritti, ambigui, sottili, allusivi, sinuosi, da
lasciare incantati. Il confronto in sottofinale tra Schultz e Candie è da
rimanere a bocca aperta, il cazzeggio degli incappucciati che se la prendono
con chi ha confezionato cappucci così scomodi è incongruo quanto irresistibile.
A valorizzare il verbo di Tarantino (che, in my opinion, è prima di tutto un
grande sceneggiatore e dialoghista) è soprattutto Christoph Waltz con il suo
accento vagamente teutonico che si inerpica sulle ampollosità e volute del
testo con lo stesso impegno con cui affronterebbe Shakespeare o Schiller. Onore
a Samuel L. Jackson, irriconoscibile e strepitoso nel personaggio meno scontato
e più ambiguo di tutti, quello del nero che governa con pugno di ferro la
servitù di colore dello spietato Candie/DiCaprio, il corrispettivo di quello
che erano i kapò nei campi di sterminio nazisti, l’oppresso che passa dalla
parte dell’oppressore e si fa suo complice e strumento…
…Nelle sue quasi tre ore di durata, il
film non mostra mai un attimo che non sia funzionale alla integrità della
storia, tiene il ritmo, si lascia gustare grazie ad una messe infinita di
dialoghi e battute e conduce al finale liberatorio in cui riconosciamo il
talento visivo e narrativo del regista…
…Como
es tradición, el norteamericano saca lo mejor del elenco que tiene entre manos,
y en su segunda colaboración con Christoph Waltz, vuelve a dar con uno de los
personajes más memorables de su filmografía. La interpretación del austriaco es
una de las principales razones para ver “Django Sin Cadenas”. Waltz transforma
a su Dr. King Schultz en el personaje más entrañable de la cinta, cumpliendo el
rol del mentor de Django, personificado por Jamie Foxx, quien va construyendo
la naturaleza vengativa de su personaje hasta explotar en el sangriento acto
final. Si en sus primeros filmes Tarantino devolvía el brillo a estrellas en
decadencia, en sus últimos trabajos se ha dedicado a dirigir a súper estrellas
de Hollywood, como lo hizo con Brad Pitt en “Inglourious Basterds”. En
estaocasión, Leonardo DiCaprio se luce y toma el rol de uno de los típicos
maniáticos presentes en la filmografía de Tarantino, y aunque Calvin Candie es
un pervertido civilizado, tiene un par de escenas donde el estadounidense
ofrece una de sus interpretaciones más inquietantes.
“Django
Sin Cadenas” es un festín del mejor Tarantino, entregando un filme superior a
sus producciones más recientes, gracias a que concentra todas sus virtudes en
pos del desarrollo del relato. Todos sus códigos están ahí, todas sus
convenciones están ahí, toda la genialidad que tanto se le ha querido
cuestionar, están presentes en este western que se sale de la regla de todo lo que nos
llega desde Norteamérica, para dispararnos de frentón con una película que no
dejara indiferente a nadie.
da qui
da qui
Oggi o domanio vado a vederlo, dopo ti leggo...
RispondiEliminadifficile una delusione, sentiremo:)
RispondiEliminaBella recensione, ne ho scritto una anch'io su Django poco fa.
RispondiEliminaSe ti interessa:
http://faber18.blogspot.it/
In attesa di vederlo mi sono guardato "Jackie Brown", un film decisamente poco tarantiniano rispetto agli altri ma forse, anche per questo, molto più godibile già ad un primissima visione...
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminami aveva lasciato senza troppo entusiasmo, bello, ma il mio podio è:
RispondiEliminaPulp fiction
Bastardi senza gloria
Django unchained
Effettivamente è un bel film, soprattutto un ottimo intrattenimento, si riesce anche ad apprezzare alcune scene nonostante siano clamorosamente antistoriche...
EliminaBravo Waltz, bravo Foxx (davvero stiloso fra l'altro), bravo Tarantino...
mica guardiamo i film per le lezioni di storia, e allora tutta la fantascienza? :)
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