domenica 6 gennaio 2013

25 Watts - Juan Pablo Rebella, Pablo Stoll


a metà strada fra “Radiofreccia” e “Clerks”, è un film che quando arrivi alla fine ti dispiace sia durato così poco, e allo stesso tempo quei ragazzi ti sembra di averli già conosciuti, un po’ di anni fa, ed erano tuoi amici.
dispiace che i due registi abbiano fatto insieme solo due film, entrambi bellissimi.
cercatelo e guardatelo, non ve ne pentirete, promesso - Ismaele



…per parlare di 25 Watts (2001) non si può che abbondare di aggettivi di grado positivo: è un film delizioso, percorso da striature comiche di affilata fattura alle quali si riconduce uno stuolo di macchiette che tonificano reiteratamente una narrazione amabilmente episodica, inaspettatamente integra, avvolta con un filo conduttore dal mesto sapore che non lesina sprazzi di follia e assurdità latente: l’ex guardia ora portapizze che sente le voci nella sua testa, il vicino di casa un po’ scemo, gli amici del fratello di Seba, il responsabile della videoteca, gli esempi si sprecano e qui non si proseguirà il mero elenco, semplicemente nell’equilibrio filmico i personaggi(ni) che si avvicendano e che, in fondo, poco hanno a che fare con i tre ragazzi, sono vivi (oltre che divertenti), e meglio di così non si poteva chiedere

25 Watts is consistently funny in refreshingly original ways, deriving its laughs from the interactions between its unique characters and the wealth of interestingly comic scenarios they find themselves in.
Repetition, boredom, routine, and the draining dullness of everyday life: these are the primary concerns of25 Watts, the issues it tackles head on in its every aspect. Rebella and Stoll dwell on the monotony of life, jump-cutting scenes of Javi’s working day (he drives a car which repeats the same pasta advertisement for hours on end) to emphasize the repetitive agony of his every moment. An ingenious scene arises from their mounting the camera upon a revolving turntable, capturing Leche’s literally circular efforts to commit himself to his studies. Working with limited resources, the directors weave an impressively deep social comment into their inherently comedic film, interspersing the many laughs with a nice glimpse into the disappointing first iterations of adult life.
Painfully funny to the last, 25 Watts is a wonderfully simplistic urban comedy with more than its fair share of original characters and comic scenarios. More than merely this, however, it touches at times on the profound, daring to delve into the less funny aspects of the disappointing dullness of life and growing up. Meaningful as well as hilarious, it demonstrates precisely the kind of directorial talent required to reinvigorate a national cinema.

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