mercoledì 26 febbraio 2025

Of Money and Blood (French: D'argent et de sang) - Xavier Giannoli

una serie avvincnte, soldi, truffe, omicidi, indagini, ci sono tutti gli elementi per vedere cinema di serie A.

dirige un regista giovane (e bravissimo, visto il risultato), protagonista il solito eccezionale Vincent Lindon, circondato da tanti bravi attori e attrici.

la serie è composta da 12 episodi, tutti necessari e perfetti.

non mancano i riferimenti politici (Netanyahu e Berlusconi), i maledetti paradisi fiscali, la truffa è quella sui crediti di carbonio (qui qualche informazione).

una serie da non perdere (fra le tante inutili), se vi volete bene.

buona (truffaldina) visione - Ismaele

ps: si può vedere in qualche canale di streaming italiano.


 

 

 

…D’Argent Et De Sang sa catturare dal primo minuto per tutta una serie di motivi. Innanzitutto, abbiamo un cast che definire perfetto è poco. Vincent Lindon usa il solito mestiere per concepire un servitore dello Stato carismatico, astuto e contorto quasi come i criminali a cui dà la caccia, la parte del leone la fanno Bedia e Schneider. Il primo con Fitoussi è la più perfetta riproduzione di truffatore che si sia vista da moltissimo tempo a questa parte, un lestofante in cui l’attore algerino sa far risplendere la totale mancanza di scrupoli, l’astuzia da faina della strada, con l’arsenale fatto di carisma, faccia tosta, bugie e manipolazione psicologica. Quasi più un prestigiatore che un semplice dispensatore di “pacchi”, diventa tutt’uno con l’Attias di un arrogante e infantile Schneider, sorta di totem di ogni furbetto del quartierino appartenente alle tante dinastie patrizie dell’Occidente moderno, cresciuto a Lamborghini e mito dell’impunità come ramo del successo. La volpe e il gatto, il figlio dei bassifondi e il Principe viziato, sono anche l’alto e il basso, il nero e il bianco di un racconto che ci illumina sull’impunità come sine qua non del mercato moderno, che in realtà è truffa legalizzata, speculazione anarchica…

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A guidarlo troviamo il consueto, ottimo Vincent Lindon, che qui è chiamato a vestire i panni di un brillante funzionario statale, il quale, tuttavia, si rivela assai meno determinato ed empatico nella gestione del difficile rapporto familiare con la figlia ventenne.
Fortunatamente per la sceneggiatura, non sempre esente da sbavature, anche tutti gli altri interpreti riescono a dare profondità ai propri personaggi e a portare a galla le divergenti motivazioni che covano nell’ombra sotto l’inizialmente amichevole goliardia dei malavitosi, facendo trasparire anche l’implicita ironia che emerge dal bizzarro accostamento di individui dalle estrazioni sociali molto differenti.
Un sorprendente Niels Schneider, in particolare, dà il volto a un villain inquietante e imprevedibile, che svela solo con il passare degli episodi la propria natura più oscura e profonda, evolvendo in maniera tanto imprevedibile quanto coerente con le vicende narrate.
D’argent et de sang è a tutti gli effetti una serie character driven, che mette a nudo l’anima dei suoi personaggi e ci svela come il denaro e l’avidità possano travalicare qualsiasi barriera sociale, economica o culturale.

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Extrêmement bien documentée, très bien écrite, très fluide dans sa narration, cette fiction inspirée librement du livre-enquête éponyme de Fabrice Arfi, sorti en 2018 aux éditions du Seuil, montre un Xavier Giannoli aussi à l’aise avec l’écriture et la mise en scène d’une série qu’avec celle d’un film… dans un style qui rappellera Le Loup de Wall Street ou Casino, avec un rythme, une mise en scène et un humour qui font mouche dans la première partie notamment, celle qui raconte l’ascension des voyous.

Giannoli montre aussi, de manière très pédagogique, comment cette bande d’escrocs a réussi à trouver la faille et à mettre en place un jeu de sociétés écrans et de prête-noms pour développer leur business. Pas facile, quand on sait la complexité du système financier et des échanges boursiers. Et le pari et réussi ! La série parvenant, même, au-delà du simple fait divers, à sensibiliser le spectateur à la question écologique, en montrant clairement que la mondialisation et la croissance des profits sont liées au réchauffement climatique, et que, d’une certaine manière, la réussite de cet arnaque est aussi une conséquence d’un capitalisme sauvage qui continue de malmener le Monde et de créer des ravages sur toute la planète.

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…L’inquirente-narratore ci presenta dunque la psicopatologia del gioco, dell’azzardo, che motiva le azioni così eccessive da poter risultare inverosimili (benché vere) dei suoi rivali, i quali si sono conosciuti sui tavoli dei casinò per poi, a ridosso della crisi della Lehman Brothers, darsi impunemente ai raggiri in borsa. Malgrado la complessità della sua trama, la serie riesce così ad avvincere, anche grazie a un’ambientazione che corre dietro ai personaggi da una parte all’altra del pianeta (da Panama alle Filippine) con due centri nevralgici: la Parigi dei bassifondi e dell’upper-class; e Israele dove i truffatori operano regolarmente perché protetti dalle rispettive comunità famigliari e d’interesse e dove possono riparare senza rischiare più alcuna estradizione facendo l’aliyah, il ritorno alla Terra Promessa. Tanto più che il vero Mamrin e il fittizio Attias non perdono occasione di vantarsi d’aver finanziato gli affari e le campagne elettorali di Netanyahu. Mentre una delle sue amanti era assidua delle feste “bunga bunga” del premier allora in carica oltralpe…

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