l'idea è anche quella di vendere qualche prodotto che in Italia esisteva, nei paesi dell'Est non ancora.
in Ungheria non hanno successo, allora, a causa di una valigia, si spostano in Romania, un paese poverissimo, ancora sotto dittatura.
il film è vivace, ingenuo, fresco, anche commovente, merito del regista e dei tre protagonisti.
una bella sorpresa, da non perdere.
buona visione - Ismaele
Il regista Antonio Pisu, figlio del grande Raffaele, è un attore alla
sua seconda esperienza di direzione di un lungometraggio e non possiamo esitare
dal definirlo un talento autentico. Con "EST" ha realizzato un
"gioiellino" gradevole, commovente e a tratti divertente, con i tempi
della commedia italiana che più volte viene citata ma sempre in maniera
misurata. Un esempio prezioso di come si possa incontrare il favore del
pubblico semplicemente raccontando bene le storie.
Se proprio volessimo cercare dei riferimenti potremmo citare Salvatores per il road movie, Monicelli e Germi per i tempi e il ritmo.
Consigliatissimo se decidete di andare a cinema (coraggio!).
…La parte più convincente del film è
infatti la riconoscibilità, per chi l'ha attraversato, di quel mondo più
semplice e naif, sia in Italia che nei Paesi esteuropei. La ricostruzione
d'ambiente (le scenografie sono di Paola Zamagni, Iuliana Vilsan e
Alexandra Takacs, i costumi di Magda Accolti Gil e Luminita Mihai) è
credibilissima nonostante (o proprio per) i mezzi limitati, e la sceneggiatura,
così come la recitazione dei tre giovani protagonisti - fra cui Lodo Guenzi,
frontman del gruppo 'Lo Stato Sociale' - ha un sapore retrò.
Alle riprese si alternano i video girati all'epoca dei fatti dal vero Rice, cui
si aggiunge tanto materiale d'archivio proveniente dalle Teche Rai e da
Cinecittà-Luce, ma anche da fonti minori e private. Il regista è quell'Antonio
Pisu, figlio di Raffaele e
nipote di Mario, che ha già mostrato un'attrazione per il surreale nel suo
primo lungometraggio, Nobili bugie; alla produzione (e nel ruolo minore del Bolognese) c'è invece Paolo Rossi Pisu, il fratello che Antonio ha scoperto
di avere in età adulta, e che con lui ha fondato una casa di produzione.
Quel che emerge da questo racconto è il ricordo di una Romania povera e
dignitosa sottomessa a un dittatore spietato, un luogo di delazione diffusa, di
controlli e perquisizioni costanti, di file per procurarsi qualcosa da mangiare
e di mercati neri. Ed è un ricordo straziante, che poco a poco trasforma il
percorso dei protagonisti da avventura picaresca a viaggio di formazione, al
termine del quale i tre non saranno più gli stessi, perché avranno dovuto
imparare a crescere.
Est ha l'immediatezza di un home
movie, dove però gli scivoloni dei suoi protagonisti hanno conseguenze pesanti
su chi li incontra e non vive in un Paese libero. È dunque anche un monito a
non delegare oggi ad altri la propria libertà, in modo da non ritrovarsi a
chiederci: "Quanto pagheresti per un ricordo, un sogno o una
speranza?".
…Nel rappresentare una cuspide della Storia, un
passaggio che avrà conseguenze nei decenni a venire, Antonio Pisu (figlio e
nipote d’arte) affida agli inserti video amatoriali girati dal vero Rice, alias
Andrea Riceputi, il compito di ricordarci che ben poco di quanto mostrato è
fantasia. Strano che sembri, è tutto realmente accaduto. Con una ricostruzione
impeccabile, Pisu è al timone di una macchina del tempo in grado di
teletrasportarci nel passato e di spiegarci come l’altro da noi sia uguale a noi ma privato di ciò che più sacro ha: la
libertà. Senza giudizi politici che avrebbero reso Est – Dittatura Last Minute un film a tesi,
Pisu affida a tre giovani il compito di reggere le sorti del lungometraggio:
Jacopo Costantini, Matteo Gatta e soprattutto Lodo Guenzi, il cantante degli
Stato Sociale che al suo debutto come attore supera brillantemente la prova.
Nessun commento:
Posta un commento