martedì 4 febbraio 2025

Febbre da fieno - Laura Luchetti

un film gentile, con attori bravi e una regista davvero brava.

una storia piccola, sguardi e amori di ragazze e ragazzi, niente di urlato, finto, tutto è molto verosimile.

provate a cercarlo, nessuno se ne pentirà.

buona (vintage) visione - Ismaele



 

La sala mestamente vuota non è un bel biglietto da visita per l'esordio nel lungometraggio della promettente Luchetti(a proposito qualche parentela o semplice omonimia?).Siamo in quattro,la mia amica di cinema,io ed un altra coppia che a giudicare dagli ininterrotti schiocchi di labbra che abbiamo sentito per tutto il film(pur solo in quattro hanno pensato bene di metterci vicini vicini) a occhio e croce parevano in altre faccende affaccendati e credo che di film ne abbiano visto pochino.
Febbre da Fieno è un film di dimensioni produttive contenute che "osa" parlare di quella generazione che va dai 20 ai 40 anni senza ricordare il filosofo al Guttalax Moccia,supremo esegeta in pillole.Solo per questo meriterebbe il massimo della valutazione.Il film della Luchetti dimostra che in Italia è possibile anche fare film il cui quoziente intellettivo superi abbondantemente quello dell'ornitorinco,senza alcuna pretesa sociologica ma che riescano a raccontare i balbettamenti di questi giovani che la gioventù la stanno salutando e allo stesso tempo stentano a rassegnarsi all'anagrafe…

Il film è leggero,romantico,induce spesso al sorriso,è visivamente appagante grazie a una Roma fotogenica al massimo e ai colori accesi che la contraddistinguono fin quasi alla fine.Da qui in poi una svolta drammatica assolutamente inaspettata.Dirò di più è proprio difficile da digerire.Un altro sgarbo alle ferree regole della commedia,sentimentale in questo caso.Che fa uscire dal cinema pensosi e intenti a metabolizzare il colpo di scena che per molti sarà anche gratuito.
Non lo so,forse anche io avrei preferito altro ma perlomeno è un altro punto di originalità della pellicola.
Un film da incoraggiare anche oltre i propri meriti perchè dimostra che comunque ci sono anche autori nuovi da far crescere che hanno qualcosa di diverso da dire.
Febbre da Fieno è il primo lungometraggio della Luchetti ma non sembra proprio il film di una quasi esordiente.Stilisticamente appare maturo e soprattutto personale.Vedremo se la regista conserverà questa sua impronta anche nella sua opera seconda.Se mai ci sarà...

da qui

 

Leggera e in punta di piedi, si muove così verso la sua prima regia Laura Luchetti, che si era già messa alla prova con uno degli otto episodi di Feisbum. Il film. Qua e là il suo Febbre da fieno non sembra un film italiano. C’è qualcosa di francese, e di inglese, una brezza che non è sempre e solo il Ponentino della sua Roma. Certo che la Capitale è nell’aria, ripresa dal cielo, e sulla terra nei suoi angoli più noti, quasi una cartolina da spedire altrove, anche grazie a una fortunata distribuzione (la Disney Motion Pictures). Matteo e Camilla, Stefano e Franki, un coloratissimo negozio di modernariato che rischia di chiudere. Guardando al futuro, ma tenendo ben saldi i ricordi, i protagonisti camminano tutti sopra le nuvole, personaggi in bilico sospesi tra Candide e Amélie Poulain. Se al centro si aggira l’amore, il risultato è un film sui capricci del destino, su ciò che va e ciò che viene. Ciò che resta, e che talvolta riesci a vedere solo quando non c’è più. Una fresca sorpresa da una giovane di talento che sa già usare la macchina da presa in modo fluido e armonico. Che già osa inquadrature impossibili e personalissime, ponendo sin da questo esordio le basi di un tocco riconoscibile.

da qui

 

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