La prima cosa bella di giovedì 16 maggio 2019 è la battuta di un vecchio
film. Su Sky avevano dedicato un canale a Sergio Leone (reperibile
su Sky Go). Ognuno ha il suo film preferito. Il mio è Giù la testa.
Un po’ per il ricordo di quando, a 11 anni, mio padre mi portò a vederlo, al
Corallo, una sala di seconda visione alla periferia di Bologna.
Il Corallo poco dopo divenne un cinema porno che, unico nel genere, apriva alle 10 e sulla locandina di Labbra bagnate qualcuno aggiunse “di cappuccino”. E un po’ per quella battuta, diventata famosa. James Coburn, enorme nella parte dell’Irlandese, viaggia sul treno destinato a schiantarsi contro quello dei nemici, imbottito di tritolo.
Un attimo prima di saltare, su quel confine di verità tra la vita e la
morte, dice al dottore: “Quando ho cominciato a usare la dinamite, allora
credevo in tante cose, in tutte... e ho finito per credere solo nella
dinamite”.
La battuta è perfetta perché è un’intuizione della natura umana. Guardatevi intorno. Quanti avevano idee, discutibili o no, scrivevano libri, conoscevano l’arte, facevano politica con qualche intenzione, poi un giorno hanno esploso un petardo, la cosa ha fatto rumore e da allora sono tutta dinamite e niente idee. Poi solo fumo. Poi niente.
La battuta è perfetta perché è un’intuizione della natura umana. Guardatevi intorno. Quanti avevano idee, discutibili o no, scrivevano libri, conoscevano l’arte, facevano politica con qualche intenzione, poi un giorno hanno esploso un petardo, la cosa ha fatto rumore e da allora sono tutta dinamite e niente idee. Poi solo fumo. Poi niente.
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