martedì 7 maggio 2019

Child 44 - Daniel Espinosa

Tom Hardy è bravissimo, e anche Gary Oldman.
siamo in Russia, morire è semplice, ma Leo Demidov non riesce a rassegnarsi al serial killer dei bambini.
il film è la ricerca di quell'assassino da parte di Leo Demidov.
nel film ci sono forse troppe cose, bisogna essere concentrati, se no uno si perde.
film da vedere - Ismaele



ps:mi è tornato in mente un film passato nell'altro secolo su Fuoriorario di Ghezzi, un film bello e terribile, eccolo (con sottotitoli in inglese:

The Chekist (Чекист) è un film del 1991 diretto da Aleksandr Rogozhkin





Duro e realistico, Child 44 fiuta le tracce, esplora le correlazioni, 'unisce i puntini' e frequenta i bassi fondi del regime totalitario sovietico, impegnato in superficie a dare una bella immagine di sé, un'immagine rassicurante. Interdetto sugli schermi russi per "alterazione dei fatti storici", Child 44 condivide con lo spettatore il terrore di un popolo governato da un sistema retto sulla menzogna e sulla mistificazione ideologica. Delazione, arresti arbitrari, torture, esecuzioni sommarie, propaganda antioccidentale, spionaggio, non manca davvero nulla nel film di Daniel Espinosa, che elegge a protagonista un ufficiale compromesso con la dittatura stalinista per risolvere un intrigo che è insieme criminale e politico. A ragione di questo il film non apre sul rinvenimento di un corpo o su uno degli elementi dell'inchiesta ma ripercorre la scalata al potere di Leo Demidov, personaggio cruciale che lega differenti archi narrativi: il contesto socio-politico, l'investigazione poliziesca e la biografia dell'eroe. Il film è svolto lungo un percorso lineare, ma mai prevedibile, che mescola e converge nell'epilogo 'infangato' i tre soggetti…

Schiacciato dal suo peso storico Child 44 è un polpettone che riprende alcuni elementi di forza da altre produzioni (Gary Oldman ricalca il suo burocrate invisibile e impassibile di La talpa, abile a nascondere se stesso nelle maglie del sistema, e Charles Dance è un austero detentore del potere, impermeabile a qualsiasi sentimentalismo come in Il trono di spade) ma non riesce mai a farli davvero propri, non riesce ad essere davvero autonomo.
A fronte di un mondo impermeabile a qualsiasi tipo di umanità che è indubbiamente ben creato, gli eventi che lo animano non sono alla sua altezza nè hanno la piacevole scorrevolezza del cinema di genere. Nemmeno il fisico perfetto per la parte di Tom Hardy trova mai lo sfogo che merita non fosse per quella che è l’unica scena davvero riuscita del film, l’incredibile sequenza dell’attentato nel vagone del treno, in cui i due protagonisti lottano insieme per la propria vita con la foga della disperazione uscendone per la prima volta davvero uniti dal sangue.

Buone sono le intenzioni interpretative dei due attori protagonisti, probabilmente mal supportati da una sceneggiatura un po' fiacca e tirata un filo per le lunghe.
A mio parere era evitabile la declinazione russa dei dialoghi originali inglesi, tanto stanno parlando in inglese; a meno che la cosa non venga replicata nel doppiato saranno in pochi quelli a dover sentire Tom Hardy parlare come un qualunque signor Dmitrij appena sbarcato a New York.
La pellicola è in ogni caso valida, non annoia e rende partecipe lo spettatore, tutto ciò ovviamente nel calderone dei film classificabili nel genere guerra-comunismo/nazismo-thriller-poliziesco.

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