Marie, in conseguenza del fatto che il corpo non si trova, si comporta come se il marito fosse ancora vivo, se non c'erà in quel momento è perché era appena uscito.
Marie vive con un fantasma, c'è e non c'è, vivere soli liberi autonomi è praticamente impossibile.
il film non è pesante né fa annoiare, Ozon (e Charlotte Rampling, sono bravissimi.
da non perdere - Ismaele
…SOTTO LA
SABBIA non è certo un film spensierato, di sano intrattenimento o leggero (che
dir si voglia) perchè colpisce al cuore, riflette la vita vera e l¹esperienza
di chi ha deciso di non accettare la la fine, di una vita, dell'amore, dei
sentimenti, dei sogni. Allo stesso tempo il film non rischia di essere uno dei
"soliti deprimenti, incomprensibili film d'essai", perchè la forza
magnetica di un'attrice come Charlotte Rampling non ci permette di staccare un
attimo lo sguardo dallo schermo. E forse anche perchè Ozon è un regista giovane
ed è sicuramente una promessa del nuovo cinema francese…
… Gli attori sono straordinari, ma la Rampling è il perno di tutto il
film, e la sua misuratissima recitazione lo rende ancora più drammatico. Il
dolore della perdita è lucidamente folle, incomprensibile, quasi surreale: non
cè spazio per le lacrime, se non nellultima scena su quella stessa spiaggia.
Tutto è molto curato, non ce una pausa morta e la costruzione è elegante, come
lo sono anche molte scene. Di notevole bellezza il contrappunto musicale reso
da September, che sottolinea e fa da raccordo tra la rinascita sensuale di
Marie e l'annuncio del ritrovamento del corpo. Inizialmente un
po' lento, ma funzionale al plot, il film lancia indizi ed interessanti spunti.
Intelligente, e fortunatamente non scontato, dal finale irrisolto (che potrebbe
infastidire). Il giudizio: Ottima costruzione. Onesto ed elegante.
…Quanto fa male l'abbandono? Forse uno dei dolori più
terrificanti e inconsolabili. Io li odio gli adii, detesto il disfattismo
sentimentale, quelli - per intenderci- del "nulla dura per
sempre", " non faccio promesse", tutta questa paura di amare e
farsi male anche per amore, mi nausea fortemente. Perchè dobbiamo lasciare che
il tempo ci separi dalle nostre amiche e dai nostri amici? Perchè lasciare che
l'amore finisca ,visto che deve finire?
La Resistenza esiste anche nella nostra vita privata e nelle scelte che facciamo. Mi piace tantissimo quella frase di Moretti: " io non divento amico del primo che passa, io scelgo di chi diventare amico. E una volta che ho scelto è per sempre"
Ecco, per me questa è la vita. Ho scelto te come amica o amico, ho scelto di amarti. Alti e bassi, modificazioni, cambiamenti, ma va avanti. Come la nostra vita.
Aggiungi a questo dolore, quella di una scomparsa senza motivazioni e un corpo che non trovi.
Troppo per la nostra mente e infatti Marie giustamente si inventa una vita quotidiana matrimoniale, che non ha più.
La Resistenza esiste anche nella nostra vita privata e nelle scelte che facciamo. Mi piace tantissimo quella frase di Moretti: " io non divento amico del primo che passa, io scelgo di chi diventare amico. E una volta che ho scelto è per sempre"
Ecco, per me questa è la vita. Ho scelto te come amica o amico, ho scelto di amarti. Alti e bassi, modificazioni, cambiamenti, ma va avanti. Come la nostra vita.
Aggiungi a questo dolore, quella di una scomparsa senza motivazioni e un corpo che non trovi.
Troppo per la nostra mente e infatti Marie giustamente si inventa una vita quotidiana matrimoniale, che non ha più.
E diventa talmente pesante quella mancanza che nessuna verità
sarà vera, meglio abbandonarsi a una visione di salvezza e correre incontro a
essa. Perdersi nella follia, per sempre
Grandissimo film, davvero eccezionale, con una Charlotte Rampling assolutamente magnifica, emozionante, memorabile. Questo è il cinema che mi piace, questo è quello che voglio vedere.
Grandissimo film, davvero eccezionale, con una Charlotte Rampling assolutamente magnifica, emozionante, memorabile. Questo è il cinema che mi piace, questo è quello che voglio vedere.
…
Il plot di Sotto la sabbia è semplicissimo, tanto che si ha l’impressione -
specie nella prima parte della pellicola - che non accada nulla e mentre già
scorrono i titoli di coda rimaniamo a domandarci che cosa è realmente accaduto.
Marie (Charlotte Rampling) e Jean (Bruno Cremer) Drillon sono un’affiatata
coppia di coniugi di mezza età: sposati da venticinque anni, partono come ogni
anno per trascorrere le vacanze nella loro residenza al mare. Il viaggio,
l’arrivo nel luogo di villeggiatura, la riapertura della casa, i primi momenti
di riposo costituiscono un rituale rassicurante e ormai fin troppo consueto,
sino ad arrivare alla noia, a quella silenziosa monotonia di gesti e di parole
in cui trascolora dopo anni la felicità coniugale; la cinepresa si aggira
lentamente fra loro, quasi senza stacchi, indagatrice e muta testimone dei loro
atti, isolando le due figure in uno spazio assurdamente teatrale, emblematico.
L’effetto straniante, lo stridore di un “nonsense” esistenziale si avverte fin
da qui, dalla rappresentazione quasi documentaristica di un’estate tranquilla,
dalla inspiegabilmente fastidiosa scoperta da parte di Jean di un covo di
formiche nel tronco di un albero, durante una passeggiata nel bosco.
L’imprevisto, il conturbante, l’inaspettato - pare voglia dirci Ozon - hanno in
realtà radici assai profonde nella solo apparente impassibilità delle nostre
esistenze: sono parte, a volte anche fondamento della nostra vita e a noi non
resta che accettarlo o lasciarcene sommergere. Proprio come sceglie di fare
Marie quando, in un giorno di sole come tutti gli altri sulla spiaggia, si
risveglia e si rende conto con sgomento che Jean è sparito nel nulla, durante
una nuotata. Senza senso e senza spiegazione…
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