martedì 12 marzo 2019

Ben X – Nic Balthazar

non capita spesso che un film ti faccia stare male, e ti lasci senza parole.
Ben X è uno di quei film.
Ben vive nel suo mondo, ed è l'oggetto delle attenzioni di una coppia di pezzi di merda, con la complicità di tanti altri, che purtroppo per Ben sono nella sua classe.
quello che passa Ben è un calvario, deve solo subire, e portare la sua croce.
la sua passione è un gioco al computer, ambientato nel Medioevo, gioco nel quale è bravissimo.
e una ragazza vuole conoscerlo, e questo, come tutto, è difficile da gestire.
conoscete anche voi Ben, non perdetevi questo piccolo capolavoro belga - Ismaele






E' difficile trovare le parole per descrivere le emozioni che questo autentico capolavoro ha saputo suscitarmi. E' difficile, ma doveroso, perchè non potrei trovarle a freddo, non sarebbero le stesse, è giusto che vengano ora, a cuore ancora pulsante, a viso ancora segnato dalle lacrime.
Ben X è uno dei film più toccanti che abbia mai potuto vedere anche se tale aggettivo rischia di sminuirlo, di limitare alla semplice (ma importantissima) componente emozionale quella che è una grandezza a prescindere dell'opera. Cercherò per questo di analizzarlo più completamente che posso anche se le dita, ancora tremanti, potrebbero portarmi a scrivere cose troppo di parte.
Partiamo dalla recitazione. L' interpretazione di Greg Timmermans (Ben) è semplicemente memorabile. Certo, il suo personaggio è straordinario, ma in 9 visi su 10 sarebbe risultato esagerato, forzato, macchiettistico. Lui passa da un registro all'altro, sopra e sotto le righe senza far mai perdere coerenza al personaggio. E che dire della madre, figura dalla straziante umanità, forza e debolezza, speranza e rassegnazione, amore sconfinato per un ragazzo che, solo apparentemente, non sembra ricambiare. E veri, veri, in un cinema che sembra non conoscere le persone e le dinamiche della vita, veri sono tutti gli altri personaggi, forse di contorno (perchè tutto in BEN X è di contorno a Ben, alla sua mente), ma allo stesso tempo tremendamente funzionali…

il vero punto di forza dell’opera di Balthazar (brillante esordiente alla regia), capace di caratterizzare in maniera commovente questo ragazzo incerto, insicuro, sfumato, psicologicamente allo sbando, senza per questo scadere nella ricerca della facile tragicità un po’ troppo costruita. C’è sincerità nel personaggio di Ben, e per questo grande merito va ovviamente anche all’attore esordiente Greg Timmermans. Riuscitissima anche l’alternanza tra immagini di vita reale e di “gioco virtuale”, costante necessaria per rappresentare la dualità psicologica di Ben.
Una dualità che nel finale sfuma sempre più, diventando indistinto e irreale, fino a toccare punte di lirismo sognante come in pochi negli ultimi anni hanno saputo regalarci (penso soprattutto al primo Michael Gondry). Funzionale l’utilizzo delle interviste, anche se queste sono inevitabilmente il punto debole della struttura complessiva, che trova invece il suo punto di forza nella narrazione sciolta e nella focalizzazione sul protagonista. Ultima nota prima della visione: preparate qualche fazzoletto.

Nessun commento:

Posta un commento