sabato 2 marzo 2019

Copia originale - Marielle Heller

Lee è una falsaria, di lettere di personaggi famosi, meglio morti.
ma non è solo una falsaria, ama il lavoro ben fatto, ama il suo gatto, scrive, ma nessuno la pubblica, fa coppia con Jack, che nel vendere le lettere è molto convincente, ed è l'unico amico di Lee.
film mediamente triste, con qualche scena comica che non ti aspetti.
buona visione - Ismaele






Film indipendente in odore di Academy (tre le nomination, precisamente quelle per la sceneggiatura e i due protagonisti), Copia originale ha il limite di non scendere ad aggredire la portata del lavoro della protagonista, di non smontare fino in fondo le ipocrisie di un mainstream (letterario e non) che di originale, nel periodo preso in esame, aveva sempre meno. Nonostante questo, fa simpatia il ritratto umano che ne viene fuori, la sghemba, a tratti irresistibile descrizione di due caratteri che si bevono fino in fondo, gustandoselo fino all’ultima goccia, il loro status di outsider. Li offre allo spettatore, il film della Heller, con un tono agrodolce, e un mood da commedia hollywoodiana classica, che non può che generare partecipazione.

La scelta della sceneggiatura e della regia di affiancare alla McCarthy un attore come Richard E. Grant è riuscita ed amabile. Due reietti della società, arresi alla loro esistenza, affrontano le giornate che vivere come se nulla potesse più ferirli. Nello scrivere le lettere, il tempo scorre tra le piccole avventure della coppia Lee-Jack che, noncuranti di non piacere a nessuno ma fieri di esserci l’una per l’altro, si beffano della normalità, della vita degli altri e, coraggiosi, vanno incontro al loro destino. Nonostante il tempo scorra inevitabilmente verso la denuncia per Lee, la donna non smette di scrivere le sue lettere, che colpiscono coloro che le leggono per l’intelligenza, il cinismo e l’originalità. La Israel conosce bene i rischi ma non rinuncia a dare voce ai suoi personaggi, dimostrando di essere una donna ostinata, determinata e appassionata. È forse la passione che la contraddistingue, il suo cinismo a renderla un personaggio particolare, a cui è impossibile non affezionarsi…
da qui

Dal punto di vista narrativo colpisce la capacità di lasciar parlare i personaggi, capaci di raccontare la loro storia senza inutili e banali spiegazioni. Per esempio: la sessualità di Lee rimane incerta. Veste da maschio ma il suo bel viso esprime una grazia tutta femminile. Si capisce che la sua vita sentimentale è stata un disastro, che è un capitolo chiuso. La sua gatta è tutta la sua famiglia. La casa in cui vive è sporca e piena di insetti, come tutte le case povere di New York, ma anche pagare l'affitto di una topaia diventa un'impresa. Lee è una sconfitta che è ancora in grado di graffiare. Non si aspetta niente dagli altri, né amore né interesse. Il suo amico tossico le si trova accanto come un relitto spiaggiato dal vento. Non fanno amicizia, si ritrovano lì, portati dalla violenza delle onde. Lui neanche deve spiegare perché qualcuno gli ha spaccato la faccia, non è più necessario raccontare, tutto è già accaduto ripetutamente, non c'è niente di nuovo, non ci sarà mai niente di nuovo nel loro orizzonte. Possono solo rubacchiare qualcosa, ormai al tramonto delle ultime tracce di giovinezza, che dura un attimo ed è subito sera. Hanno cinquant'anni, il loro valore commerciale è zero…

Lo scrittore – e la scrittura – nell’era della sua riproducibilità tecnica, si potrebbe affermare parafrasando Walter Benjamin. Dal punto di vista della tecnica,confezionare un falso letterario dattiloscritto comporta molto meno lavoro rispetto alle complesse attività di falsificazione di altri manufatti. Una volta padroneggiato lo stile e la vicenda biografica, basterà qualche trucco “casalingo” per invecchiare la carta, una macchina da scrivere e grande attenzione nell’apporre la – falsa – sottoscrizione autografa, che conferisce “l’aura” di benjaminiana memoria e quindi valore intrinseco agli occhi del collezionista. Grazie alla sua esperienza nella scrittura di biografie, la Israel riesce a realizzare una vera e propria simbiosi con gli autori imitati, quasi come una medium – in un’intervista la scrittrice utilizzerà il paragone delle sedute spiritiche – con la facoltà di riportare ai vivi le parole di persone scomparse. Lettere impeccabilmente contraffatte di Dorothy Parker, Lillian Hellman e Noël Coward d’arte donano agli scrittori “nuova voce” dall’aldilà; una voce convincente a tal punto che alcune lettere false di Noël Coward saranno inserite all’interno di un’edizione critica, poi emendata, a oltre dieci anni di distanza dalla condanna della scrittrice…

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