venerdì 27 luglio 2018

Reprise – Joachim Trier

opera prima di Joachim Trier, protagonista è Anders Danielsen Lie, come in Oslo, 31 August.
ancora una volta la sua parte è complicata, è Philip, uno che lotta, ma non ce la fa, se non in parte, con costi altissimi.
diranno subito i miei lettori che, insieme al suo amico Erik, partecipano alle selezioni del Grande Fratello, come Luciano in Reality, oppure a Masterchef. No, ragazzi, avete sbagliato.
Erik e Philip hanno scritto un libro ciascuno, e lo mandano alla casa editrice.
e da li iniziano le loro vicissitudini, senza smettere di essere amici.
opera prima da ricordare, Joachim Trier è davvero bravo.
buona visione - Ismaele









If there was ever a movie that seems written and directed by its characters, that movie is Joachim Trier's Reprise. Here is an ambitious and romantic portrait of two young would-be writers that seems made by ambitious and romantic would-be filmmakers. In the movie, the young heroes idolize Norway's greatest living writer, who tells one of them his novel is good and shows promise, except for the ending, where he shouldn't have been so poetic. The movie itself is good and shows promise, except for the ending, when Trier shouldn't have been so poetic. Not only does "Reprise" generate itself, it contains its own review.
The 23-year-old heroes are Erik and Phillip. They seem to be awfully nice boys who have some growing up to do. It opens with the two of them simultaneously dropping the manuscripts of their first novels into a post box. Then an anonymous narrator takes over and describes some possible futures of the characters and their novels…

…per realizzare - e per vendere e infine vedere - un film come Reprise sia necessario avere grande libertà espressiva, grande apertura mentale, conoscenza diretta e genuina del mondo giovanile e non da ultimo una grande fiducia nel pubblico che può andare a vedere il film. Reprise racconta la storia di due giovani amici che hanno l'ambizione di diventare scrittori, e in modi e tempi diversi entrambi riusciranno ad avere il loro successo. Scrittori seri però, mica come quelli che parlano di lucchetti attorno ai lampioni dei ponti. Ora, pensare di proporre al pubblico giovanile italiano come modelli due ventitreenni che dedicano i loro maggiori sforzi alla scrittura di un romanzo, è pura follia; proporre al pubblico ultra50enne italiano un film frammentato, ipercinetico, calato interamente nella vita dei ventenni di Oslo (che però potrebbero essere di tante altre città, forse non italiane), è un'altra bella sfida. In Norvegia evidentemente le condizioni per fare film così ci sono, beati loro…

En su caja de herramientas encontramos una estética que podríamos definir como nórdica-pop, con un gran juego de texturas y discursos (desde el tratamiento de la luz con un tono videoclipero pasando por una textura cercana al video casero hasta llegar al blanco y negro de muchos flashbacks o del prefacio que comentábamos anteriormente) y con una cuidada selección musical con múltiples referencias al rock y al indie noruego de los años 80 y 90. Los rasgos literarios, unidos con la estética apuntada anteriormente, confieren un toque poético a la cinta que entronca perfectamente con su historia. Y es que el cine pocas veces ha aunado la creación literaria y la frustración juvenil, y el director noruego se acerca a este choque de trenes con un tono crítico, con algunas puntadas de alegría y positivismo, pero sobre todo con tono desencantado. Trier no deja pasar ni uno solo de los temas capitales del paso a la madurez: el amor, la amistad, la competencia y, sobre todo, la locura y la frustración de quien se siente perdido. En definitiva, Reprise supone el debut fresco e interesante de un director que parece tener las cosas muy claras desde el principio, sabiendo qué quiere decir y cómo decirlo. Esa relación entre forma y fondo, entre historia, trama, estructura y textura se atisba como un todo capaz de crear una puesta en escena sólida y nos proporciona una mirada diferente y moderna de la juventud creadora actual.

Finale di amaro sarcasmo sulla fatua ribalta letteraria di un mediocre di successo che trova nella televisione (pericoloso mezzo di mistificazione della realtà) la sua cassa di risonanza e drammatico count-down dell'anima narrante verso il punto zero di un nuovo incipit. Ribalta assicurata presso vari festival del cinema Indipendente di mezzo mondo e rappresentate norvegese alla 79a edizione degli Academy Awards come miglior film in lingua straniera.

Reprise è un film con dentro una storia d’amore, una d’amicizia, e una riflessione sulla scrittura che si applica direttamente alla struttura e alla sceneggiatura del film. Piccole critiche e osservazioni, come l’opportunità di non cercare d’essere poetico o di non incorrere nell’errore di prediligere la forma dimenticando sostanza; rischi che, peraltro,  il film non sempre riesce a sfuggire. Pur nella sua parziale vacuità, Reprise ha parecchie idee ben scritte, bella fotografia, un uso interessante del sonoro e del montaggio, e un buon cast d’attori (fin troppo, fin tutti) nordicamente avvenenti.

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