un giovane e bello Alain Delon e una giovane e bella Senta Berger sono i due protagonisti di una storia complicata che alla fine diventa chiarissima.
una bella sceneggiatura non ti fa distrarre neanche un po'.
vedere per credere - Ismaele
…restano tracce di una riflessione non banale sui meccanismi della
messinscena, con un discreto margine di autocoscienza sui precipui strumenti
del cinema, grande menzogna tanto quanto l’architettura di un piano criminoso.
Vi è almeno un elemento narrativo vistosamente metafilmico e attiene
strettamente all’universo sonoro del cinema. Senza voler svelare troppo, basti
sapere che la voce dei sogni inquieti di Georges gioca scopertamente con le
consuetudini fruitive dello spettatore e con i labili confini tra over e off,
finendo per mettere in chiara evidenza le leggi dell’artificio insite nell’atto
del fare cinema.
Spunti interessanti annegati in una confezione per lo più interessata al bello incarnato dai suoi due protagonisti, inquadrati in ambienti e abbigliamenti di compiaciuta alta borghesia (certi kimono indossati da Delon gridano vendetta). Regna l’improbabilità che non si traduce mai in credibilità, e a questo non giova nemmeno l’idea di una moglie che per tre quarti di racconto si nega sessualmente ad Alain Delon – ma quando mai… Così come sul finale è necessario un interminabile spiegone verbale per dare conto di come sono andate davvero le cose, che comunque non soddisfa tutte le esigenze spettatoriali e anzi apre qualche crepa di incoerenza.
Per cui Diabolicamente tua si lascia vedere, riempie una serata, rapidamente si dimentica, e viene voglia però di riscoprire tutta l’altra filmografia di Julien Duvivier, bypassando magari i primi due stravisti capitoli della saga di Don Camillo per dedicarsi al resto.
Spunti interessanti annegati in una confezione per lo più interessata al bello incarnato dai suoi due protagonisti, inquadrati in ambienti e abbigliamenti di compiaciuta alta borghesia (certi kimono indossati da Delon gridano vendetta). Regna l’improbabilità che non si traduce mai in credibilità, e a questo non giova nemmeno l’idea di una moglie che per tre quarti di racconto si nega sessualmente ad Alain Delon – ma quando mai… Così come sul finale è necessario un interminabile spiegone verbale per dare conto di come sono andate davvero le cose, che comunque non soddisfa tutte le esigenze spettatoriali e anzi apre qualche crepa di incoerenza.
Per cui Diabolicamente tua si lascia vedere, riempie una serata, rapidamente si dimentica, e viene voglia però di riscoprire tutta l’altra filmografia di Julien Duvivier, bypassando magari i primi due stravisti capitoli della saga di Don Camillo per dedicarsi al resto.
…Da segnalare la bellezza delle immagini oniriche che
popolano le notti del protagonista, realizzate con obiettivi deformanti che ben
ne restituiscono la sognante evanescenza, nonché quelle in cui riaffiorano i
ricordi, che vedevano Pierre nei panni di un soldato francese durante la guerra
d’Algeria.
Diabolicamente tua è
un film che si lascia guardare piacevolmente e che fino alla fine conserva
desta l’attenzione dello spettatore, conducendolo pian piano allo svelamento
del misfatto che inchioda l’ignaro protagonista a una situazione in cui è
fatalmente bloccato.
E' un giallo dall'andamento piuttosto lento, la cui dote
principale sta in quell'atmosfera leggermente stranita, e gravida di segreti e
misteri che si nascondono dientro ad un'apparente imperturbabilità. Se grosso
modo si intuisce via via il complotto che può esserci dietro quella strana
situazione, i dettagli sono però imprevedibili, e , quando alla fine tutto
viene alla luce, l'insieme fa comunque il suo effetto. Il centro attorno a cui
ruota tutto il male sembra essere proprio la bellissima e ricca signora (Senta
Berger) che ha fatto perdere il senno ad almeno due uomini. Gli individui in
questione sono per di più tipi a loro modo poco raccomandabili. Le passioni
sono poi assolute e violente, confinano nell'idolatria, e pure lei non è
certamente una brava persona. Il risultato è un verminaio di gelosie, trame,
omicidi, vendette.
La sceneggiatura offre anche rimandi non fuori luogo alla guerra in Algeria, e in generale offre uno spaccato raccapricciante dell'alta società.
Alain Delon dà al solito una buona interpretazione; è un attore che ha sempre l'aria di impegnarsi in quello che fa. Anche Senta Berger non è tutta e solo bellezza fisica. Sa certamente recitare, e il modo in cui respinge il marito sempre in modo diverso è ben rappresentato. Anche il cinese, tutto tranne che simpatico, lascia il segno. Ho trovato riuscite le scene, accompagnate da una musica adatta, in cui egli pettina o massaggia la bella donna, con l'atteggiamento di chi è schiavo e prostrato dalla passione per lei…
La sceneggiatura offre anche rimandi non fuori luogo alla guerra in Algeria, e in generale offre uno spaccato raccapricciante dell'alta società.
Alain Delon dà al solito una buona interpretazione; è un attore che ha sempre l'aria di impegnarsi in quello che fa. Anche Senta Berger non è tutta e solo bellezza fisica. Sa certamente recitare, e il modo in cui respinge il marito sempre in modo diverso è ben rappresentato. Anche il cinese, tutto tranne che simpatico, lascia il segno. Ho trovato riuscite le scene, accompagnate da una musica adatta, in cui egli pettina o massaggia la bella donna, con l'atteggiamento di chi è schiavo e prostrato dalla passione per lei…
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