giovedì 12 luglio 2018

Il servo di scena – Peter Yates

me lo sono guardato due volte di seguito, per godere ancora del film.
il film, quasi tutto al chiuso, si regge sull'interpretazione da Oscar di Albert Finney (il grande attore shakespeariano) e di Tom Courtenay (il fedele e necessario servo di scena, il titolo inglese è The dresser), due mostri del cinema.
Peter Yates è il (grande) regista di questo film, dove non succedono molte cose, sembra, ma le anime dei personaggi sono vivissime e riescono ancora a commuovere chi guarda.
non perdertelo, se ti vuoi bene, sarà tempo ben speso - Ismaele




Eccellente adattamento cinematografico del dramma teatrale di Ronald Harwood: un grande attore ormai al tramonto deve la sua sopravvivenza alle cure e alle attenzioni costanti del suo umile servo di scena, che a sua volta vive del riflesso delle grandi interpretazioni del suo anziano e dispotico padrone. Finney (l'attore) e Courtenay (il servo) sono semplicemente strepitosi, mentre Yates cattura con grande abilità sia l'atmosfera dell'Inghilterra in piena seconda guerra mondiale che le tensioni e le meschinità dietro le quinte della piccola compagnia itinerante. Autentico saggio di bravura, il film riunisce in sé gli affascinanti aspetti del cinema e del teatro.

The minor characters are all well-drawn, but "The Dresser" is essentially the story of two people, and the movie has been well-cast to make the most of both of them; no wonder both actors won Oscar nominations. Norman is played by Tom Courtenay, who had the role on stage in London and New York and will also be remembered from all those British Angry Young Men films like "Billy Liar" and "The Loneliness of the Long Distance Runner." He is perfect for playing proud, resentful, self-doubting outsiders.
Sir is played by Albert Finney, who manages to look far older than his forty-seven years and yet to create a physical bravura that's ideal for the role. When he shouts "Stop ... that ... train!" we are not too surprised when the train stops.
On the surface, the movie is a wonderful collection of theatrical lore, detail, and superstition (such as the belief that it is bad luck to say the name "Macbeth" aloud -- safer to refer always to "the Scottish tragedy"). The physical details of makeup and costuming are dwelled on, and there is a great backstage moment when the primitive thunder machine is rattled to make a storm.
Beneath those details, though, a human relationship arrives at a crisis point and is resolved, in a way. Sir and Norman come to the end of their long road together, and, as is the way with enablers and enabled, Norman finally understands the real nature of their relationship, while Sir, of course, can hardly be bothered. This is the best sort of drama, fascinating us on the surface with color and humor and esoteric detail, and then revealing the truth underneath.
Perfetta la ricostruzione d’epoca (una delle migliori che il grande schermo abbia mai realizzato), perfetta la performance dell’intero cast tra cui spiccano due «mostri»: Albert Finney (premiato al Festival di Berlino) e Tom Courtenay, in due ruoli di difficoltà estrema, sono superiori ad ogni possibile elogio. Due prestazioni, la loro, che definire gigantesca è poco. Suscitano l’applauso in ogni singola sequenza: non sai chi dei due ammirare maggiormente in un’ardua gara, gara che vede ambedue trionfatori. Eccezionali quando appaiono singolarmente, entusiasmanti nelle scene che li vede accoppiati. Se il cinema ci ha mai offerto una vera e propria lezione di recitazione, Finney e Courtenay sono sicuramente ai vertici di una immaginaria classifica…

Vivere completamente all'ombra di qualcuno per servirlo, aiutarlo, compiacerlo, fargli da suggeritore, persino lavarlo. Il tutto fino ad annullarsi, a perdere coscienza di se stesso, della propria identità, della propria esistenza. E' forse questo l'aspetto più riuscito, appassionante ed originale del film, splendidamente esemplificato nello struggente e doloroso finale, in cui il servo di scena Norman scopre malinconicamente che l'uomo per il quale ha fatto da fedele e generoso factotum per tutta la vita, nella sua autobiografia, ha ringraziato tutti…

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