mercoledì 28 marzo 2018

De jurk (Il vestito) - Alex van Warmerdam

il protagonista del film è un vestito, che veste diverse donne, a caso.
è l'occasione per raccontare delle storie, come se fosse un film a episodi, tutti girati dalla mano sapiente di Alex van Warmerdam.
non è il suo capolavoro, ma si vede davvero bene, certa storie sono belle, altre di più.
buona visione - Ismaele




Un bel vestito estivo a fiori spinto dal vento finisce nel giardino di un'anziana signora e poi sul corpo di una giovane e bella fidanzata di un pittore, di un controllore delle ferrovie, di un autista di autobus. Di una fanciulla di nome Chantal ed anche della barbona Marie. Nel bene e nel male l'abito cambierà la vita di un gruppo di persone. Originale ed ironico film sull'esistenza, non privo di una comicità surreale alla Tati e alla Keaton.

Il Cinema dell'olandese Warmerdam è come questo vestito: viaggia quasi casualmente, in traiettorie tutte sue e lambisce le vite dei suoi personaggi gettandoli in film grotteschi e intriganti. Qui si parte dai campi di cotone e si assiste alla nascita, turbolenta e non senza conseguenze personali per chi ne viene coinvolto, di un vestito leggero, colorato e disegnato con dubbio gusto, che una volta tagliato e venduto passa di corpo in corpo, lasciando su ogni persona che lo indossa, segni profondi, spesso nefasti. Un'anziana signora, un bigliettaio di treno perverso, giovani fanciulle, artisti e vagabondi. Il regista scatena una divertente commedia nera che però declina in qualcosa di più sinistro, variando lievemente di registro mentre si assiste alle varie peripezie dell'umanità coinvolta. Un viaggio casuale e allegro, triste e violento, romantico e sensuale, che però sa un po' di aria fritta dopo un certo tempo, gli manca il colpo del genio, cosa che gli succederà solo con il fantastico "Borgman", nel 2013, il suo capolavoro. Un regista, comunque, che mi piace molto, diverso, coraggioso e stimolante.

De Jurk è imbevuto dello humour nero che attraversa i lavori di Alex Van Warmerdam sin dall’inizio della sua carriera. L’ironia è feroce e tagliente, come una rasoiata. La vita è un viaggio che non promette destinazione certa, questo sembra voler “denunciare” il regista, ed è difficile riuscire a controbattere alcunché. C’è solo da prenderne atto, pur senza rinunciare a indossare, almeno una volta, quel vestito. Dopotutto, farsi portare, docilmente, dalle correnti del caso, può garantire il massimo risultato con il minimo sforzo…

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