bravi gli attori di Ladybird, ti affezioni a Christine, ricordi che esistono posti da cui vuoi fuggire, genitori da abbandonare, amici da cambiare, tutto questo è descritto magnificamente.
viene in mente Pavese: "Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti."
è un piccolo film che dice molto, non perderlo, non te ne pentirai, promesso - Ismaele
…Lady
Bird è un ottimo prodotto medio che ha il gran merito di non
strafare e restare con i piedi per terra: certo, non osa mai oltre il dovuto
(si tratta pur sempre di un'opera prima) ma sa conquistare e divertire il suo
pubblico con uno stile fresco e vitale, aggraziato e pungente, lasciando tutto
il meritato e necessario spazio alla sua indiscussa protagonista. Saoirse Ronan è una tipa
apparentemente "normale", che ha fatto della sua
"ordinarietà" una precisa scelta artistica e di vita. Non è una vamp, non è una strafiga "alla Jennifer Lawrence", ha un nome
impronunciabile e probabilmente non la vedrete mai su rotocalchi e cronache
rosa... eppure, è un dato di fatto, non riesci a non innamorartene ogni volta
che compare sullo schermo.
…L'attrice che fa
Christine (il vero nome di Lady Bird) ha un nome difficilissimo e secondo me è
bravissima (il babbo mi ha detto che il nome si pronuncia tipo
"sirscia").
La scena secondo me più importante è quella quando lei arriva
all'Università , va nel dormitorio e trova nella valigia le lettere che la
mamma le aveva scritto ma che aveva buttato perché pensava che erano piene di
errori. E' importante perchè in questo modo lei si rende conto di quanto la
mamma le voleva bene…
…A metà strada fra "Ghost World" (che però
avevo trovato molto più poetico e coerente, soprattutto nel finale) e
"Mean girls" (che era più dirompente), una pellicola che esplora
quella fase della tarda adolescenza in cui il desiderio di autonomia e di
distacco dalle radici familiari sfocia nell'anarchia e nella ribellione.
Qualche gag divertente (il prete che gestisce lo spettacolo teatrale della
scuola come se fosse una partita di football) e la leggera caratterizzazione dei
personaggi (quelli di contorno, però, sono scritti soltanto in funzione del
loro rapporto con la protagonista) non giustificano l'etichetta di commedia che
è stata attaccata al film (ha vinto il Golden Globe in questa categoria)…
I
riferimenti di Greta Gerwig sono molto chiari. Se stessa, prima di
tutto, la sua adolescenza a Sacramento, i suoi desideri e le sue aspirazioni
guardate con la tenerezza di chi, alla fine, ha raggiunto tutto quel che
voleva, e poi il cinema cui ha preso parte, quello di Noah Baumbach e
la scena indie americana degli ultimi anni con il suo stile minimale e la sua
attenzione a personaggi che professano una decisa forma di originalità e
diversità dal coro. La particolarità prima di una buona ragione per
professarla. Tutto è avvolto in una commedia adolescenziale dolce e amara,
ambientata al liceo, tempestata di liti con i genitori, difficoltà con le
amiche e ragazzi troppo svegli o troppo mosci.
Non ci sono
dubbi che in tutto questo il personaggio principale, ottimamente interpretato
da Saoirse Ronan (nella
sua prima interpretazione di cui andare fiera davvero), sia la cosa migliore
che il film abbia da offrire, così amara, cinica, dura con se stessa,
determinata e sottilmente in difficoltà, un ritratto non privo di un certo
amore per se stessa di Greta Gerwig che però è perfetto per raccontare le
pulsioni che premono sotto l’incertezza da ultimo anno del liceo. È il resto
di Lady Bird a
lasciare un po’ più perplessi, perché si tratta di un film dotato della
medesima determinazione della propria protagonista/autrice che non vuole essere
una commedia adolescenziale come le altre, vuole essere di più e lo vuole
mostrare a tutti…
… prodotto decorosissimo, ottimanente scritto (i
dialoghi sono la parte migliore, la regia resta invece sempre scolastica
tenendosi a prudente distanza da ogni azzardo), ma inesorabilmente adagiato in
una medietà in grado di catturare un largo pubblico, molto più largo di quello
dei film del sodalizio Gerwig-Baumbach, e perlopiù composto da donne.
Raccontandogli una storia di formazione femminile nella quale identificarsi,
solo superficialmentre ribelle e anticonformista e invece perfettamente
allineata all’ideologia oggi trionfante dell’autorealizzazione. Quel mito
dell’essere se stessi a ogni costo e contro tutti che è derivazione e insieme
sintomo della prevalenza dell’Io narciso già stigmatizzata a suo tempo con
memorabili saggi da Christopher Lasch. Ora, di storie di ragazze che si
ribellano alla famiglia, che cercano di scappare dai ristretti orizzonti della
provincia e dal destino annunciato di future mogli-e-madri quante ne abbiamo
viste e lette? Dite che non sono mai abbastanza? Che ce n’è sempre bisogno? Che
alle bambine, alla ragazzine, alle giovani donne occorre, oggi più che mai,
insegnare a prendere in mano la loro vita e il loro destino? Sì, va bene, però
io di certe narrazioni esemplari e, al di là della loro apparente
anticonvenzionalità, edificanti e pedagogico-didascaliche, non ne posso più.
E in questo paradigma narrativo rientra in pieno purtroppo Lady Bird, al di là della sua scrittura arguta e dicerti suoi ritratti, di ambienti e di persone, alquanto corrosivi. La delusione di questo film sta nella sua piacioneria, in una Greta Gerwig che mostra di conoscere benissimo l’arte dell’affabulazione e dello storytelling ma sembra volersi redimersi dall’eccentricità dei suoi personaggi del passato. Non aiuta, in un film chiarissimamente autobiografico (anche se è difficile capire quanto lo sia e quanto invece se ne discosti), che Gerwig abbia affidato il main character, il suo alter ego, a Saoirse Ronan che ha sempre un’aria tanto dabbene e giudiziosa anche quando non dovrebbe esserlo, e che ha anche qualche anno di troppo rispetto al personaggio, e si vede chiaramente…
E in questo paradigma narrativo rientra in pieno purtroppo Lady Bird, al di là della sua scrittura arguta e dicerti suoi ritratti, di ambienti e di persone, alquanto corrosivi. La delusione di questo film sta nella sua piacioneria, in una Greta Gerwig che mostra di conoscere benissimo l’arte dell’affabulazione e dello storytelling ma sembra volersi redimersi dall’eccentricità dei suoi personaggi del passato. Non aiuta, in un film chiarissimamente autobiografico (anche se è difficile capire quanto lo sia e quanto invece se ne discosti), che Gerwig abbia affidato il main character, il suo alter ego, a Saoirse Ronan che ha sempre un’aria tanto dabbene e giudiziosa anche quando non dovrebbe esserlo, e che ha anche qualche anno di troppo rispetto al personaggio, e si vede chiaramente…
…Greta Gerwig si dimostra capace di sfatare diversi tabù legati al
periodo adolescenziale, ma soprattutto cliché che spesso ci figuriamo pensando
allo sviluppo tout court degli Stati Uniti.
La scelta di ambientare buona parte del racconto
all’interno di un liceo cattolico segue esattamente questa linea,
offrendo alla Gerwig la possibilità di smascherare con scanzonata
ironia l’ipocrisia e il bigottismo su temi come l’omosessualità,
l’autoerotismo e il sesso.
Se Lady Bird riesce
ad essere questo particolare romanzo di formazione trasposto sul grande
schermo, impreziosito dalle interpretazioni di Lucas Hedges e Timothèe
Chalamet, perché non ha ricevuto nessun riconoscimento agli
Oscar?
Le principali motivazioni sono due. In primis, la
pellicola di Greta Gerwig sembra rimanere talvolta in superficie,
attestandosi sul livello di racconti adolescenziali già visti, a discapito
delle proprie potenzialità non esplorate a fondo. Il secondo fattore riguarda
inevitabilmente il gusto dei membri degli Academy, poco propensi a
tributare più che cinque nomination a una pellicola indie, più di
nicchia nella sua ricezione rispetto al fiabesco The Shape of Water di
Del Toro, fresco vincitore del premio come miglior film.
Ma si sa, la settima arte riesce a unire e dividere,
quindi il nostro consiglio è quello di vedere con i propri occhi una pellicola
che ha fatto parlare e farà parlare ancora di sé.
…Tutto già visto, in "Lady Bird", ma l'ora e
mezza scorre, vola e passa d'un unico sorso e fiato, non senza lasciare traccia
e sentimento di sé, e poche volte la middle class è stata raccontata così
onestamente dal SUO PdV: "Lady Bird" è la giusta via di mezzo tra
l'aleatorietà pastello di John Hughes e le-cose-così-come-stanno
dell'imprescindibile Todd Solondz…
Grazie per la "citazione"... e per aver contribuito a far conoscere questo film carinissimo e delicato, leggero (ma nemmeno poi tanto) ma non evanescente. E la sua bravissima attrice!
RispondiEliminaè che spesso scrivi cose che condivido, e allora per non ripetermi cito i miei simili (ma non solo)
EliminaAhah, ma che regalo ;)
RispondiEliminainsomma, per ora ha il 100% delle citazioni
ci sono un sacco di film belli dove non muore nessuno, stai tranquilla, per ora quelli sono perfetti per te, e non solo
EliminaNo, ma ero io io eh
EliminaInsomma, c'ha 10 anni, che ora riesce anche a girà per blog altrui e commentà me pare troppo ;)
vale per te, allora :)
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