un piccolo film di mezz'ora, sembra non succeda niente, succedono molte cose, fino all'ultimo minuto.
bellissimo e sorprendente, poi Giulio Questi dimostrerà quanto era bravo.
buona visione - Ismaele
bellissimo e sorprendente, poi Giulio Questi dimostrerà quanto era bravo.
buona visione - Ismaele
…Non siamo più nei pressi dell’indagine
sociologica o pseudo-documentaristica, ma nel territorio della pura fiction,
tra noir e grand guignol. La vicenda, che anticipa in parte quella del
successivo La morte ha fatto l’uovo, è quella di un uomo che medita
l’omicidio della propria moglie, claudicante e costretta a portare una
sgraziata scarpa ortopedica. Ossessionato dal suono lugubre e sordo del passo
di lei, il marito della sventurata Isabel si invaghisce della giovane cameriera
Janine, che ha – invece - l’abitudine di girare scalza per la casa, con
passetti leggeri e silenziosi. Ma i due crudeli amanti non hanno fatto i conti
con la furia di Isabel.
Strizzando l’occhio all’estetica delle avanguardie, Questi stavolta non disdegna – in alcuni passaggi - sperimentazioni stilistiche e aperture all’onirico, in perfetta sintonia con il collaboratore Franco Arcalli, autore del rapido e frammentario montaggio, e con il quale il regista stringerà poi un fertile sodalizio. Palese e rimarcata è l’insistenza non casuale su certe inquadrature: da un lato le scarpe ortopediche, pesanti e massicce, dall’altro i piedi nudi e graziosi, metafora (o meglio sineddoche) di una femminilità provocante e sensuale; allo stesso tema si accorda probabilmente la presenza, in casa di Isabel, di una riproduzione de Lo spinario, che sarà al centro di una delle scene di maggiore tensione drammatica. Cupo e venato d’inquietudine, Il passo è insomma un piccolo racconto coeso, limato e ben curato, che già palesa una certa originalità autoriale.
Strizzando l’occhio all’estetica delle avanguardie, Questi stavolta non disdegna – in alcuni passaggi - sperimentazioni stilistiche e aperture all’onirico, in perfetta sintonia con il collaboratore Franco Arcalli, autore del rapido e frammentario montaggio, e con il quale il regista stringerà poi un fertile sodalizio. Palese e rimarcata è l’insistenza non casuale su certe inquadrature: da un lato le scarpe ortopediche, pesanti e massicce, dall’altro i piedi nudi e graziosi, metafora (o meglio sineddoche) di una femminilità provocante e sensuale; allo stesso tema si accorda probabilmente la presenza, in casa di Isabel, di una riproduzione de Lo spinario, che sarà al centro di una delle scene di maggiore tensione drammatica. Cupo e venato d’inquietudine, Il passo è insomma un piccolo racconto coeso, limato e ben curato, che già palesa una certa originalità autoriale.
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