il tempo è un protagonista del film, a Dominic viene concessa un'altra giovinezza.
un film di Francis Ford Coppola è un'oggetto raro, e speciale.
il "gioco" spazio-temporale, tratto dal libro di Mircea Eliade, si sostiene anche per la grande prova d'attore di Tim Roth.
diverse parti sono da ricordare, per esempio la creazione e l'impiego di una nuova lingua, ma per tutto il film c'è sempre qualcosa che colpisce, lasciando un bel segno - Ismaele
un film di Francis Ford Coppola è un'oggetto raro, e speciale.
il "gioco" spazio-temporale, tratto dal libro di Mircea Eliade, si sostiene anche per la grande prova d'attore di Tim Roth.
diverse parti sono da ricordare, per esempio la creazione e l'impiego di una nuova lingua, ma per tutto il film c'è sempre qualcosa che colpisce, lasciando un bel segno - Ismaele
…Quale fulmine ha colpito Coppola ? Lo si
sente toccare il cuore della sua opera con un dito, Un’altra giovinezza doveva
essere il suo grande film definitivo, un coronamento. Invece è un cantiere
attraversato da folgorazioni dove il regista tenta dei matrimoni (tra la luce
filtrata digitale e le ombre espressioniste tornate indietro da Il Terzo uomo [Carol Reed, 1949 ; n.d.tr.], e delle
inversioni letterali (immagini dei sogno filmate sotto sopra, camera in « plongée » su Tim Roth meditabondo nella vasca,
la schiena verso il soffitto, che lo fa somigliare ad un bebè mentre fa il
bagnetto). Il cineasta si è chiaramente divertito ad immergersi nelle atmosfere
mitteleuropee della metà del secolo scorso ; e in nome di questi piccoli
divertimenti, l’opera può aspettare. Un’altra giovinezza somiglia alla
traduzione simultanea da una lingua straniera : un testo incerto, ancora aperto
a diverse ipotesi. Qui c’è un profusione narrativa più densa ancora che ne Il
padrino - mai Coppola aveva tessuto una trama così intricata. Questa profusione
ricopre la molteplicità delle lingue. E il motivo per cui i passi di Coppola
verso l’origine del linguaggio prende la forma di uno sciamanismo transumante,
le tribolazioni di un cineasta italoamericano, tra Zoetrope, la Romania e (a
breve) l’Argentina. Impossibile fondersi in una logica univoca (né il serial né
il romanzo delle idee). Lo sciamanismo è una forma di pazienza : ci vuole una
pazienza da vampiro per lasciarsi abitare dagli spiriti. Contrappasso della
glossolalia che, facendo parlare tutte le lingue formula una promessa. Il
linguaggio non è tanto una casa, ma una sala d’attesa : Dominic si siede, penna
alla mano, pronto a trascrivere in geroglifici i flash di Veronica/Lupini.
È emozionante vedere Coppola tentare di prendere due piccioni con una fava, riassumere la propria opera e al tempo stesso abbandonarla per fuggire come un bambino nel sentiero più accidentato dell’intrigo internazionale. Niente di « megalopolitico » in questo, anche se il film disarciona per la sua maniera di impelagarsi in un pensiero magico che, al contrario degli altri film fantastici di Coppola, sbocca non nel sublime, ma in un immaginario Kitsch. Le sedute spiritiche con Veronica sono forse quanto c’è di meno riuscito ma anche di più appassionante nel film : nello sforzo di Matei per unificare il molteplice delle lingue grazie alle « visite » di Lupini nel corpo di Veronica, c’è senza dubbio un gesto prometeico, ma ci si può cogliere un mormorio più sognatore e più modesto dei mille viaggi possibili, attraverso i secoli e gli imperi, che il film non visiterà in ultima analisi se non di volata : un pugno di piani su Schiva in una grotta. Dopo dieci anni di silenzio, Coppola ritorna a questo punto di partenza : un nuovo sciamanismo che fa appello a miti arcaici e fumetti d’avventura, il brivido della storia e la ricerca di un amore perduto, il fracasso degli spiriti che verranno presto a farsi sentire attraverso la sua bocca.
È emozionante vedere Coppola tentare di prendere due piccioni con una fava, riassumere la propria opera e al tempo stesso abbandonarla per fuggire come un bambino nel sentiero più accidentato dell’intrigo internazionale. Niente di « megalopolitico » in questo, anche se il film disarciona per la sua maniera di impelagarsi in un pensiero magico che, al contrario degli altri film fantastici di Coppola, sbocca non nel sublime, ma in un immaginario Kitsch. Le sedute spiritiche con Veronica sono forse quanto c’è di meno riuscito ma anche di più appassionante nel film : nello sforzo di Matei per unificare il molteplice delle lingue grazie alle « visite » di Lupini nel corpo di Veronica, c’è senza dubbio un gesto prometeico, ma ci si può cogliere un mormorio più sognatore e più modesto dei mille viaggi possibili, attraverso i secoli e gli imperi, che il film non visiterà in ultima analisi se non di volata : un pugno di piani su Schiva in una grotta. Dopo dieci anni di silenzio, Coppola ritorna a questo punto di partenza : un nuovo sciamanismo che fa appello a miti arcaici e fumetti d’avventura, il brivido della storia e la ricerca di un amore perduto, il fracasso degli spiriti che verranno presto a farsi sentire attraverso la sua bocca.
…Dai confronti tra Tim Roth e il suo doppio, emergono
alcuni dei nuclei tematici che rendono così affascinante questo ritorno di Coppola:
la possibilità di analizzare le origini del linguaggio, vecchio sogno del
Dominic studioso, pare sia sul punto di realizzarsi, ma solo al prezzo di
grandi sofferenze per Veronica, alter ego della stessa Laura amata in
giovinezza. Ecco crearsi un conflitto, apparentemente insanabile, tra
l’aspirazione ad un sapere assoluto e la rinuncia a coltivare tale aspirazione,
in modo da preservare quei rapporti affettivi soggetti, comunque, alle insidie
del tempo. Un background emotivo così denso e stratificato non è male, come
dono; il dono offerto da un grande regista americano per annunciare, a chiunque
fosse interessato, che la sua seconda giovinezza è iniziata.
…Tratto
da un racconto di Mircea Eliade, il lavoro di Coppola si prefigura, stando alle
sue parole, come qualcosa di molto personale. Una immedesimazione umana con il
protagonista e quindi anche la possibilità, narrando la sua storia, di parlare
di sé stessi. E poi tre temi fondamentali per la vita umana, la scrittura e il
cinema. E cioè il linguaggio, il tempo e la coscienza. Si capisce quindi che il
film ha una stratificazione semantica quanto narrativa notevole. Una dimensione
nuova in cui si intrecciano storie, visioni, paradossi, riflessioni
filosofiche, teoria del cinema, linguaggio umano, letterario e cinematografico.
Un insieme di stimoli, spunti di riflessione, ragionamenti che finiscono per
dare a Coppola la possibilità di una scrittura innovativa, capace forse un
domani di rivoluzionare il vocabolario del cinema (se già non lo ha fatto), ma
questo lo si capirà solo con il tempo.
Se
questo film farà nascere nuovi orizzonti espressivi, significa che Coppola sarà
riuscito nel suo intento, riuscire a lasciarsi alle spalle i propri capolavori
e continuare a creare. Altrimenti rimarrà la prova di un regista ancora
desideroso di sperimentare, che avendo finalmente raggiunto una propria
autonomia produttiva, si imbarca solo in quei progetti che sente più vicini,
più consoni alla sua natura.
Come
tutti i grandi sognatori, Coppola ci parla della possibilità di andare oltre se
stessi, rischiando e imparando a perdere, senza per questo smettere mai di
guardare oltre, lungo quegli orizzonti in cui arte e vita continuano a
sfiorarsi.
…Un film insomma girato in “piena libertà” quasi
sperimentale, alla ricerca della propria ispirativa giovinezza, a volte
fortemente suggestivo, spesso emblematicamente criptico ma sempre
magneticamente elettrizzante, che racchiude il suo maggior fascino proprio nel
modo in cui è stato girato: una macchina da presa quasi inerte (nel senso che è
praticamente sempre immobile, senza carrelli o movimenti di alcun genere, alla
Ozu, tanto per intenderci) ma della quale non avverti assolutamente la
staticità, anzi! è talmente “mobile” nonostante la fissità a cui è costretto il
giovane, talentoso direttore della fotografia Mihai Malaimare Jr., da risultare
capace di “movimentare” l’inquadratura – chissà per quale miracolosa alchimia
- fino a farla sembrare a volte persino “pirotecnica”, grazie anche al
sapiente montaggio del grande Walter Murch, a cui ancora una volta Coppola si
affida – e giustamente – conoscendo perfettamente la statura del suo ingegno.
L’impianto narrativo poi, il movimentato incedere un po’ contorto che diventa anche storia struggente di un amore appassionato ed “impossibile”, si regge tutto sulla splendida prova di un attore del calibro di Tim Roth, suggestivo nei sui mutamenti temporali che spaziano in un arco molto ampio di anni e di età…
L’impianto narrativo poi, il movimentato incedere un po’ contorto che diventa anche storia struggente di un amore appassionato ed “impossibile”, si regge tutto sulla splendida prova di un attore del calibro di Tim Roth, suggestivo nei sui mutamenti temporali che spaziano in un arco molto ampio di anni e di età…
…Coppola found this story in a novella by the Romanian-born Mircea
Eliade, for many years a scholar of religious history at the University of
Chicago. It is possible to see how the movie might have been simplified and
clarified into an entertainment along the lines of "Time After Time,"
but Coppola seems to positively embrace the obscurity and impenetrability of
the material.
There is such a thing as a complex film that rewards additional
viewing and study, but "Youth Without Youth," I am afraid, is no more
than it seems: a confusing slog through metaphysical murkiness. That it is so
handsomely photographed and mounted, and acted with conviction, only underlines
the narrative confusion.
We know from interviews that the story means a great deal to Coppola,
now at the same age as his protagonist. But his job is to make it mean a great
deal to us. He is a great filmmaker, and I am sure this film is only a deep,
shuddering breath before he makes another masterpiece.
Mi hai fatto venire una gran voglia di rivederlo... lo ricordo come un "oggetto filmico" particolare, discontinuo, ma molto molto affscinante. E poi c'è Alexandra Maria Lara, attrice che a me piace moltissimo (oltre all'immenso Bruno Ganz)
RispondiEliminaquando viene voglia di rivedere un film, quello è un film che ha detto qualcosa.
Eliminae fra un po' lo rivedo anch'io :)