il colpo della vita, semplice e geometrico, una cosa da nulla, illude tutti e non c'è via d'uscita.
una Liegi dove stranamente c'è il sole, per una storia scura, dove l'industria lascia solo macerie.
un film cugino di "Los lunes al sol", altro gran film avente per soggetto e oggetto gli scarti umani, che il rullo compressore dell'economia produce senza sosta e senza ostacoli.
cercatelo, un film che merita, sapendo che non c'è niente da ridere - Ismaele
…Ci si sorprende ad accogliere con riconoscenza i film che, rivendicando
un certo classicismo umanista, non rinunciano a separarsi dal grigiore e a ritagliare
dei racconti fermi, dei personaggi consistenti. Meurtrière il mese scorso, La Raison du plus faible quest’estate : senza fronzoli visivi
né drammatici, solo con la padronanza di una frontalità senza tempo,
Grandperret e Belvaux guardano l’epoca in cui viviamo dritta in volto. Allora,
ultimo giro di danza di personaggi in via di estinzione, picchetto d’onore d’un
classicismo quasi dimenticato ? No, dimostrazione della piena contemporaneità
di questo tipo di cinema, della sua intatta capacità di redigere lo stato del
mondo, e di esporne le fratture.
Chiariamolo subito: La Raison du plus faible non è film adatto a chi ama
identificarsi con i vincenti della vita.
Nel film del belga Lucas Belvaux c’è spazio solo per i più deboli, per le loro sofferenze e i loro diritti (che, da quelle parti, sono più che sinonimi…): i "diritti dei più deboli", dunque, vengono portati allo scoperto da questa pellicola, forse immatura e improbabile, ma certamente aspra e cinica come poche…
Nel film del belga Lucas Belvaux c’è spazio solo per i più deboli, per le loro sofferenze e i loro diritti (che, da quelle parti, sono più che sinonimi…): i "diritti dei più deboli", dunque, vengono portati allo scoperto da questa pellicola, forse immatura e improbabile, ma certamente aspra e cinica come poche…
…The Right Of The Weakest is one of those
impassioned yet carefully spoken political dramas that France is so good at,
its politics themselves hidden under a blanket of action and of deliberately
awkward personal stories. It makes no concessions to the usual demands of cinematic
narrative - people don't feel anger or remorse or love when they ought to -
they just behave like people. Well acted all round, it takes its time to build
and it may well disappoint fans of conventional crime cinema, but it certainly
has something to say.
…La Raison du plus faible capte admirablement le désarroi de la classe ouvrière
désoeuvrée, surtout à travers une prise en compte intéressante de
l'architecture urbaine et industrielle et d'interprétations d'une grande
solidité.
…The build-up is emotive and
quietly involving: it's hard not to be moved by the tears of Patrick's young
son, heartbroken when the much-anticipated lottery draw fails to deliver. This
is a portrait of a bleak society: breadline folk living in the shadow of the
steel factory that laid them off after decades of service. It's a searing
social comment that offers no easy answers, save perhaps to promote friendship
and family as a coping structure…
…Atout majeur du réalisateur
: son œil social qui, tel un Ken Loach, capte l’air du temps, la conjoncture
économique du moment, le climat social actuel. Les portraits qu’il tire de ces
faibles sont justes, tel l’ex-taulard (« Je serai toujours vu comme un braqueur
»), l’ancien ouvrier (« Je l’aimais mon entreprise, aussi parce qu’elle me
faisait bouffer ») ou le jeune couple (« De toute façon après 40 ans, l’homme
se barre ! »). Et en quelques tirades magiques Belvaux rehausse le niveau d’un
film qui n’atteint pas le sommet des tours qui lui servent de décors…
"Dai fasti di
Versailles allo squallore della periferia di Liegi. Dalla vita di corte alle
vite bruciate di un gruppo di proletari, un disoccupato, un pensionato, un
handicappato, un rapinatore in libertà vigilata, che improvvisano una
improbabilissima banda criminale per fare un colpo e cambiar vita. In America
ne avrebbero fatto un thriller. In Italia una commedia stile 'Soliti ignoti'.
Il francese Lucas Belvaux ne fa un film curioso e molto interessante, 'La
raison du plus faible'. Un po' elegia per un mondo scomparso. Un po' commedia
proletaria (produce Guédiguian, e si sente). Un po' tragedia contemporanea, una
tragedia annunciata fin dalle prime immagini, con quegli operai tristissimi al
di là delle sbarre che vedono smantellare pezzo per pezzo l'acciaieria in cui
sono vissuti e talvolta morti i loro padri. Aspettando di vedere cosa ha fatto
su un tema analogo Gianni Amelio, il film di Belvaux si impone per il tono
aspro e appassionato, purtroppo non esente da qualche svolazzo retorico."
(Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 25 maggio 2006)"Un noir alla Thompson o
alla Leonard, ma ahimé di nazionalità belga, diretto e interpretato da Lucas
Belvaux, che parte sui toni de 'I soliti ignoti', vira rapidamente alla
denuncia sociologica in stile fratelli Dardenne e poi s'imballa nell'enfatica e
farraginosa cronaca di una rapina destinata a finire tragicamente. Succede che
lo scenario della città di Liegi induca di per sé al peggiore pessimismo e non
abbia alcun bisogno dei tagli di una regia piatta e deprimente; se è il caso
d'aggiungerci l'handicap di attori tanto appropriati e volenterosi quanto
totalmente sprovvisti di fascino, ne consegue il risultato prossimo allo
zero." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 25 settembre 2006)
da qui
da qui
Nessun commento:
Posta un commento