lunedì 16 febbraio 2015

At the End of the Day - Un giorno senza fine - Cosimo Alemà

ne avevo sentito parlare tre anni fa, è uscito in sala il 22 luglio del 2011, eppure è un film che merita.
fosse stato un film targato Usa sarebbe stato visto di più, di sicuro.
mi ha ricordato, per certi versi un film italiano del 1997, "Il carniere", di Maurizio Zaccaro, del 1997, con Antonio Catania, Leo Gullotta e Massimo Ghini, una gita spensierata , una battuta di caccia, e poi si cade nell'incubo (mi era piaciuto molto, forse solo a me, si può vedere qui).
anche nel film di Cosimo Alemà si parte per divertirsi, e poi arriva il dramma, si lotta per la vita, alla fine cadranno tutti meno uno.
immagino questi ragazzi che partono da Trieste e arrivano in una zona vicina di ex guerra, ognuno indovini quale, dove dei combattenti, a metà fra 'ultimi giapponesi" (qui) e malati di violenza e di guerra, presidiano il territorio.
inizia una carneficina, molto concreta e realistica, ma senza esagerazioni né compiacimenti.
l'orrore della guerra concentrato fa male.
è un film dove si soffre, ma non inutilmente.
a me è piaciuto molto, se non si era capito, cercatelo, non ve ne pentirete - Ismaele





“At the End of the Day” è un film sulla guerra, sull’assurdità e l’irreversibilità della guerra. Perché, come hanno anche specificato gli sceneggiatori durante la conferenza stampa del film, una guerra quando viene innescata è impossibile da controllare e le ferite che causa rimangono sanguinanti anche una volta conclusasi. Cosimo Alemà riesce a sviluppare questo concetto in modo semplice ed efficace: i protagonisti partecipano a una guerra assurda e insensata che comincia come un gioco, dal quale nessuno uscirà come vi è entrato. Le conseguenze sono imprevedibili come il campo minato su cui si trovano a passeggiare i personaggi, un grande recinto di fenicotteri in cui chiunque alla fine avrà perso qualche cosa. Basta un passo, un click e ogni certezza va a frasi fottere.
L’inspiegabile e inspiegata guerra a cui giocano i villains di questo film rappresenta la Guerra con la lettera maiuscola, che è sempre inspiegabile in quanto lontana dalla logica conservativa della razza umana. I soldati-torturatori sembrano voler difendere qualche cosa, un luogo, forse un avamposto in cui in un passato (recente?) l’uomo era trattato alla stregua di un animale; allo stesso tempo i soldati-torturatori cercano qualche cosa da cacciare, una preda con cui divertirsi. E se i cani colpiti a morte e maciullati che si decompongono nelle capanne non sono più una preda “divertente” da cacciare, cosa meglio dell’uomo può sostituirli?...
da qui


…Grazie a una colonna sonora fantastica riesce nell'impresa di regalar sì tensione, ma anche umanità, romanticismo all'opera, sfiorando il capolavoro nella scena della ragazza nascosta sott'acqua. Forse passa un pò troppo tempo prima che il film decolli, forse ci sono cali di ritmo, forse in 2,3 passaggi c'è un montaggio troppo brusco, forse la vicenda dei tre militari-cacciatori può apparire un tantino forzata, forse il titolo inglese è poco sensato mentre il sottotitolo italiano, leggermente modificato, sarebbe stato più appropriato, ma qui siamo comunque davanti a un piccolo miracolo. C'è sobrietà in Alemà (nemici conosciuti sin da subito; nessun colpo di scena devastante; uccisioni quasi normali, molto reali; la stessa scelta degli attori, belli ma non modelli prestati al cinema; la storia all'interno del film, quella delle due sorelle, molto dolce e importante ma non enfatizzata). In tutto c'è un senso della misura invidiabile e io questo in un'opera prima lo trovo sorprendente. Non c'è la voglia di sembrar bravo con il "tanto", ma quella di far poco sperando di esser bravo. E non manca persino una scelta quasi unica per la storia del genere, quella di aver addirittura 10 personaggi e, beh, vedete l'ultimissima scena.
Sarò stato troppo entusiasta ma, sinceramente, non me ne frega nulla.
Stiamo arrivando. Stiamo arrivando anche noi.


…questo comunque è un film che qualche momento di suspense lo regala. La cornice estetica non è male e visti i mezzi e gli intenti, molto più di volontà e passione che non di novità, non possiamo definirlo decisamente becero ma minimamente dignitoso. Se volete qualcosa di veramente coinvolgente rivolgetevi altrove (o meglio al passato in home video), ma se in questa calura estiva siete stanchi delle solite horror-manfrine e degli sconclusionati thriller americani affidatevi a questo, che se non altro il sangue e il dolore li mostra senza addolcirli con zuccheri di infima connessione.

War Games is truly bleak horror. There's no redemption, there's no justice, and with a memorably cruel finale, there's no mercy. Cosimo Alemà's direction keeps to the genre's traditions, but manages to add one or two previously un-thought of horrors. The cast of relative unknowns all deliver believable performances, and while War Games may be nothing new, it's still a disturbingly enjoyable watch.
da qui

2 commenti:

  1. Io lo metto, tra le visioni al cinema, sulla top ten delle sorprese di questi 5 anni.
    Mi sono seduto in sala sperando, al massimo, in un buon film.
    Invece mi sono ritrovato qualcosa di tecnicamente potentissimo, musiche, volti, luoghi e movimenti di macchina bellissimi.
    Non so se nel piccolo schermo rende ma davvero, fu una sorpresa assurda.
    Magari nelle sceneggiatura si poteva far meglio ma ce ne fossero...

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    1. rende, ma al cinema è un'altra cosa.
      peccato che non lo conosca quasi nessuno, meno male ci siamo noi :)

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