domenica 8 febbraio 2015

Z.P.G. (un mondo maledetto fatto di bambole) – Michael Campus

è un film un po' lento e quasi didascalico e però è interpretato da una bravissima Geraldine Chaplin e da Oliver Reed, con atmosfere da film di fantascienza anni '60, ricorda 1984I figli degli uomini.
in un mondo senza libertà tutto è controllato e deciso dall'alto, il prezzo della disobbedienza è la morte, ma a volte...
senza infamia e con qualche lode - Ismaele






Z.P.G. (Zero Population Growth - Zero Crescita della popolazione) è uno strano film, a dire il vero. Tradotto in Italia con Un mondo maledetto fatto di bambole (intrigante!), rientra pienamente in quella categoria di titoli costruiti ad hoc in quegli anni. Non solo il titolo, ma anche la trama è perfettamente in linea con la fantascienza che veniva prodotta allora (citazioni orwelliane comprese). Insomma, fossimo stati dei ragazzi a metà degli anni '70, questo sarebbe esattamente il film che ci saremmo aspettati. Ma non è proprio così.
Sin dalle prime battute ci ritroviamo in un modo particolare e cupo. Una nazione altamente inquinata dallo smog e controllata da un governo totalitario. Tutto quel fumo, in realtà, non è altro che uno stratagemma per risparmiare sulla scenografia. A momenti non si vedono neppure i personaggi. Nonostante tutto è un effetto riuscito e contribuisce a rendere ancora più deprimente, un'atmosfera già cupa di suo…
… Il film viaggia lento, sviluppandosi lungo la quotidianità di Russ e Carol, spenti, monocorde e apatici. Per le strade tutti i personaggi si muovono come fossero degli zombie. I rapporti sociali, che non vengono minimamente intaccati dalla nuova legge, sono comunque ridotti al minimo. È come se l'assenza di bambini veri abbia ucciso la vitalità di tutte le persone e nonostante l'inquietudine dei personaggi (almeno quelli femminili) cresca in ogni momento, il ritmo del film pare non giovarne affatto.
A un tratto, però, il film prende quota, proprio nel momento in cui i protagonisti e i loro amici (un'altra coppia) sono costretti a interagire pesantemente facendo leva proprio su quei rapporti umani fino a quel momento relegati a puro optional. Gli animi si accendono e si esasperano. Tutto viene portato all'estremo e calpestato.
Uno strano film, insomma. Badget minimo ma ben utilizzato. Ottime le interpretazioni (se è quello che voleva il regista, quest'apatia, è perfettamente rappresentata), specialmente quelle femminili. La Chaplin è al di sopra di tutti. Bellissima e bravissima. Peccato per le bambole tenute un po' ai margini della storia.

the strength of this film, despite some irritating moments, was in the actual story itself and the ideas that were behind it. It was pretty bloody prescient for 1971, that's for sure, even if the pollution thing was a little overdone. It's the usual thing you get with these dystopian visions of the future – repressive governments stifling natural human urges, and the reaction to it.

Even in science fiction circles today, ZPG is rarely discussed or debated, despite the fact that it is an intriguing and rather forward-looking scie-fi film.  A grave atmosphere of despair hangs over the entire picture, and the film by director Michael Campus paints an unforgettable portrait of a totalitarian society that controls every aspect of the citizenry's day-to-day life…

the movie is just as ridiculous and unbelievable. Worse still, the film is glacially slow and boring. The couple played by Reed and Chaplin are both emotionally reticent and uninvolving, especially Reed who goes through the entire motion picture with a permanent scowl which implies that he is either severely constipated or pissed off with his agent for letting him star in a piece of B-movie crud like this…

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