storie di provincia, storie sbagliate.
non sarà un capolavoro, ma non ti annoi, e la tensione in certi momenti è davvero forte.
bravi gli attori, Salvo Randone sopra tutti.
se lo trovate non vi deluderà - Ismaele
…La donna del lago sviluppa anche una forte tensione
psicologica, debitrice alle pellicole di Hitchcock e in qualche modo
anticipatrice involontaria di quelle a tinte thriller di Polanski (Repulsion, Le Locataire) e di Kubrick (Shining presenta molteplici tratti in comune con la
pellicola di Bazzoni-Rossellini: si pensi al personaggio dello scrittore in
crisi che si rifugia in una località montana in un albergo disabitato o ai
corridoi solitari dell’albergo stesso)…
Inusuale questo giallo di Bazzoni. Non è tanto la
complessità dell'intreccio a colpire, quanto la riuscita atmosfera che riesce a
creare, onirica e sinistra, a cui il forte contrasto della fotografia in bianco
e nero evidenzia un carattere straniante. Da questo punto di vista anche
l'utilizzo della soggettiva del protagonista e narratore del film non fa che
aumentare un senso di disagio crescente in cui i personaggi possono cambiare
radicalmente la prospettiva che si era creata e allo stesso tempo ci eravamo
creati su di loro. Piuttosto rischioso anche per la messa in luce degli aspetti
morbosi della storia, rischioso in termini di censura per quei tempi.
Molto buono tutto il cast, con particolare attenzione per Salvo Randone e in un film di questo tipo era importante avere attori di questa levatura.
Molto buono tutto il cast, con particolare attenzione per Salvo Randone e in un film di questo tipo era importante avere attori di questa levatura.
…uno scrittore indaga sull'uccisione misteriosa di una
cameriera (Lisi) di cui si era invaghito, scontrandosi con l'omertà dei padroni
della pensione e degli altri abitanti. Scritto con Giulio Questi dagli
esordienti L. Bazzoni e F. Rossellini, figlio del musicista Renzo e nipote di
Roberto, è ispirato a una catena di delitti, noti al pubblico come i fatti di
Alleghe, che dettarono allo scrittore trevigiano Giovanni Comisso un delirante
romanzo semiautobiografico. I responsabili furono individuati anche per merito
del giornalista Sergio Saviane che ne trasse un documentario e un appassionato
rapporto. Film di grande eleganza, conta su un'ottima squadra di interpreti e
uno splendido, estetizzante bianco e nero di Leonida Barboni. "Eppure la
vicenda non aggancia il nostro interesse, lo spettacolo rimane nell'ambito
dell'inutilità" (T. Kezich). Forse, se avessero seguito Saviane invece che
Comisso, il risultato sarebbe stato più convincente.
The above plot
description is vague because I myself am vague about what happens in the movie.
The plot descriptions on IMDB and in the John Stanley book say they're acting
like zombies, but I certainly didn't see anything that resembled either the
voodoo or the Romero variety of zombie, though a few people seem distant.
There's a lady involved, of course, and there's a lake, a deal of love-making,
a mysterious house, and lots of talk. Unfortunately, the key to it all is
hidden in that talk, and since my copy of the movie is in unsubtitled Italian,
the key remains currently out of my reach. It uses sound effectively at times,
has some genuinely moody moments, and does seem to be off the beaten path
somewhat. But until I see a print I can understand, I have little to say…
…La mise en scène aux
quelques accents antonioniesques démontre une certaine maîtrise. L’élégance du
noir et blanc, les gros plans saisissant la tension, la caméra subjective
avançant dans les couloirs, le négatif utilisé … Toutefois quelques points
peuvent agacer comme cette ostentation de mise en scène qui frôle parfois le «
tape à l’œil ». De surcroît, la lenteur renforce une certaine volonté de faire
la différence par des techniques marquées.
On est contents de voir évoluer Bernard et ses impressions sur la vérité. Mais on est avant tout en présence d’une histoire de mort suspecte. Les propriétaires de l’hôtel cachent bien leur jeu et le photographe est un allié précieux. On est dans un village mortifère où tout semble s’écrouler.
Derrière cette façade un peu molle, se nouent les relations secrètes, les secrets inavouables mais encore une fois c’est l’amour de notre Bernard qui recueille toute l’attention. La disparition de Tilde et le cas d’Adriana deviennent similaires puisqu’il fusionne l’espace et le temps pour rejoindre son terrain amoureux. A cet égard, le film tire toute l’ironie de l’adaptation de l’opéra en conduisant une enquête de cœur vers des contrées sauvages et abruptes bien loin de cet idéal lyrique.
Si on est embarqués dans le cheminement de notre Bernard, la fin arrive un peu comme un cheveu sur la soupe. Révélation médiocre et cela rend un peu vaines toutes ces péripéties. Bazzoni et Rossellini semblent se concentrer sur le drame qui se noue et l’angoisse uniquement, perdant un peu de vue la construction du puzzle qui nous était proposé.
L’exploration est par contre fort agréable distillant une atmosphère oppressante assez délectable.
On est contents de voir évoluer Bernard et ses impressions sur la vérité. Mais on est avant tout en présence d’une histoire de mort suspecte. Les propriétaires de l’hôtel cachent bien leur jeu et le photographe est un allié précieux. On est dans un village mortifère où tout semble s’écrouler.
Derrière cette façade un peu molle, se nouent les relations secrètes, les secrets inavouables mais encore une fois c’est l’amour de notre Bernard qui recueille toute l’attention. La disparition de Tilde et le cas d’Adriana deviennent similaires puisqu’il fusionne l’espace et le temps pour rejoindre son terrain amoureux. A cet égard, le film tire toute l’ironie de l’adaptation de l’opéra en conduisant une enquête de cœur vers des contrées sauvages et abruptes bien loin de cet idéal lyrique.
Si on est embarqués dans le cheminement de notre Bernard, la fin arrive un peu comme un cheveu sur la soupe. Révélation médiocre et cela rend un peu vaines toutes ces péripéties. Bazzoni et Rossellini semblent se concentrer sur le drame qui se noue et l’angoisse uniquement, perdant un peu de vue la construction du puzzle qui nous était proposé.
L’exploration est par contre fort agréable distillant une atmosphère oppressante assez délectable.
Un film che riesce ad inquietare ed ad affascinare in maniera
quasi sinistra, che non ci lascia con un finale quasi ovvio, che in questi casi
disperde il più della volte le energie messe in campo. Tratto da un romanzo di
Giovanni Commisso, non famoso, e ripreso da un fatto realmente accaduto,
sceneggiato discretamente da autori come Giulio Questi e Luigi Barzini e con la
partecipazione del nipote di Roberto Rossellini, già aiutante dello zio, che
aiuta la storia a cresce in maniera giusta e nebbiosa, come il testo ha bisogno
di vivere, con personaggi che spariscono , ritornano cambiano rotta e
carattere, insomma un tipo di cinematografia molto diversa del nostro panorama
cinematografico; due esordienti dietro la macchina da presa che hanno sfruttato
tutto il loro pathos di autori in maniera eccellente ed avendo a disposizione
parte del cast davvero unico e che ha aiutato nella maniera giusta tutta
l'operazione, anche in ruoli minimi, ma efficaci…
da qui
Non lo ricordo benissimo, ma lo ricordo come un ottimo prodotto...
RispondiEliminaCiao Franceschino...+++++
cose dimenticate, nella nebbia del lago, ma merita
RispondiEliminaOrpo, e io che al TFF l'avevo saltato >.<
RispondiEliminaquello del TFF era un altro film
Eliminahttp://www.torinofilmfest.org/?action=detail&id=5278
e Drogowka - Wojciech Smarzowski, l'avevi visto?