martedì 10 aprile 2012

PVC-1 - Spiros Stathoulopoulos

ho rivisto dopo un paio d'anni PVC-1 e l'effetto è sempre lo stesso.
un film che ti lascia senza respiro e ti fa sobbalzare in certe scene, sembra un documentario in diretta, tu sei l'occhio della telecamera, sei lì, e non puoi rimanere indifferente.
imperdibile - Ismaele



PVC-1 è un film eccezionale perché assottiglia come nessun altro aveva mai fatto la linea di demarcazione fra ciò che appare reale e ciò che non lo è. Merito del piano sequenza (non ricordo dove ho letto che è la tecnica registica più vicina alla vita. Vero. Ma qui lo è molto di più alla morte) che costituisce tutta la pellicola: dall’inizio alla fine. Come Sokurov e se volete anche Hitchcock, Stathoulopoulos pone la propria cinepresa come sguardo unilaterale, esclusiva fonte di conoscenza possibile. Non esiste il montaggio o altri artifizi, è come essere realmente lì, dentro la fattoria colombiana in cui la percezione della sofferenza di quella mamma-bomba è a prova di tatto (si sente un fastidio intorno al collo durante la proiezione), di vista (non essendoci campi/controcampi tutto si allontana o si avvicina a seconda della mdp), di udito (i bip-bip dell’ ordigno strozzano il fiato), di gusto (il metallo della pistola puntata nella bocca del figlioletto), di olfatto (non ho la più pallida idea di che odore abbia una bomba ma quando l’artificiere si è messo ad annusare il collare io HO sentito)


...Quello di Stathoulopoulos è uno sguardo registico che non risulta mai, in nessun passaggio, confusionario, benché sarebbe stato in caso contrario giustificato molto più di quello di coloro i quali con milioni di dollari girano thriller affetti da convulsioni, cosa che il regista non fa neanche per sbaglio. E non solo. Opta nel mentre per soluzioni tecniche capaci in parte di rendere più reale e credibile il racconto e in parte di spezzare un linguaggio registico che senza quelle soluzioni avrebbe potuto facilmente stancare lo spettatore: allontana la telecamera scegliendo traiettorie diverse da quelle dei protagonisti, senza però mai perderli di vista; li separa per brevissime parentesi durante la fuga, sì da concentrarsi su uno dei personaggi e lasciare gli altri fuori dall'inquadratura, contrastando la perenne presenza dei tre; sfrutta efficacemente il fuoricampo, tanto che da obbligato diviene funzionale; gestisce, infine, periodi, che periodi non sono considerata la struttura, senza che si percepisca alcuna incongruenza nella continuità della narrazione…

The originality of the idea and style transform the event into a genuine thriller. The panic- stricken family contacts the local military authorities and makes an appointment to meet the unit that might dismantle the PVC tube device from the mother's neck at the crossroads. They are not sure if it is a real bomb or a sick joke.

The use of real time and the camera's movement like the human eye as if turning our heads from one point to another, as if changing positions, creates a psychological effect. We feel as nervous as a person on location. Time passes, it gets darker and we get impatient.

P.V.C.-1 succeeds in creating the suspense that most thrillers, horror and action films fail to. It heartily involves us…

7 commenti:

  1. se ho ben intuito dovrebbe parlare di Colombia... purtroppo non lo conosco, ma cercherò di rimediare.
    se ti interessa la colombia, ti consiglio anche l'ottimo "falsos positivos" di Dado Carillo!

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    2. ne ho letto qualcosa, ma è un documentario, "Pvc-1" è un signor film!

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    1. ho letto qualcosa di "Meteora", era a Berlino due mesi fa, critiche non buone, ho letto in rete

      non potrà essere più di "Pvc-1", temo, ma come non vederlo?

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  3. oramai questo film per me sta diventando una specie di oggetto mitologico! E mi incuriosisco ancora di più!

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    1. non te ne pentirai se trasformerai il mito in realtà

      è qualcosa di unico, vedrai:)

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