venerdì 6 aprile 2012

Sa Gràscia - Bonifacio Angius

dopo pensi che è tutto un sogno, che non se ne capisce niente, che è un flusso di immagini e parole sconosciute, che la musica è bellissima, e le fotografia pure, che Antoneddu non sa dove va, che non è proprio un film lineare, qualsiasi cosa pensi dopo, non ti sarai pentito di averlo visto - Ismaele


PS: il regista ha 29 anni, in un paese nel quale a 40-50 anni si è un giovane regista





Sa Gràscia, la grazia. Di Sant’Antonio al piccolo Antoneddu. Sì, ma a ben vedere la vera grazia l’ha fatta Bonifacio Angius al cinema italiano. Perché il suo primo lungometraggio è un perla, o forse sarebbe meglio dire una biglia, unica e rara, lucente e magica, che apre una breccia di novità nel velo di Maya del cinema made in Italy da sempre ancorato a pellicole da “pranzo della domenica”, domestiche, tutte casa e chiesa. Angius ci porta in una terra di mezzo sconosciuta, mai vista, en plain air, in un mondo (non) parallelo, sulle tracce di un road movie spirituale,sui generis, che affascina e cattura. SaGràscia è segno di un cinema indipendente coraggioso, che si autoproduce con il bassissimo budget di 15 mila euro e diventa grande grazie a idee vere, belle, fuori dal coro...


...Insomma, SaGràscia è un piccolo grande film da non perdere, che avvolge, scalda e conduce in un mondo da fiaba senza via d’uscita. E poco importa se, giunti ai titoli di coda, sentiamo di non aver compreso ogni sua sfaccettatura o ogni sua battuta. E’ il potere del cinema: non solo narrare, ma anche condurre in mondi non convenzionali. Ma in fin dei conti, la totale non comprensione delle cose è tipica di ogni sa gràscia ricevuta. Proprio come questa di Antoneddu e Bonifacio.
da qui


Esordio folgorante (e immaginativo) quello di Bonifacio Angius, viaggiatore incantato come il suo piccolo protagonista, errante tra le pieghe di un'isola. Chi conosce la Sardegna forse non la ritroverà nei luoghi del film di Angius e chi vorrà conoscerla usandolo come guida probabilmente quei posti non li troverà mai, perché Sagrascia coglie quella terra in uno stato di sospensione. La Sardegna in Sa grascia è un posto addormentato, un paese delle meraviglie frequentato da creature altrettanto meravigliose. Bambini, giganti, pastorelle, nonne, piloti, vagabondi, musici, cani, mucche, automobili, biglie popolano il cinema di Angius, un cinema naturale e innocente che sogna immagini vergini e assomiglia più al ritmo di una musica (le vivissime note di Carlo Doneddu) che ai passi di una spiegazione…

«Sa Grascia» è un surreale “road movie” costruito intorno alla figura di un bambino che attraversa le campagne bruciate dal sole, quelle riconoscibili e tipiche dell’isola in estate, per raggiungere il santuario di sant’Antonio e ringraziarlo di avergli salvato la vita (sa grascia). «In questo film – parole del regista – ci sono la gioia e la malinconia, la vita e la morte, i sogni lontani di personaggi abbandonati in un mondo incomprensibile, confuso e contraddittorio, ma nello stesso tempo chiaro, lucido, un mondo dove non c’è bisogno di spiegazioni, dove tutto accade naturalmente tramite un destino crudele e consolatore, cinico e commiserevole, un mondo dove si mescola sogno e realtà senza mostrarne la linea di confine»…

2 commenti:

  1. • “Sant’Antoni de Padua meu caru, inimigu de su peccadu, cunfessore de sa Maria, sa grascia chi bos dimando, cunzedida mi siat”;
    • “Sant’Antoni de su Fogu, de sos anghelos consolu, de su mundu allegria, custa grascia chi bos dimando, cunzedida mi siat”;
    • “Sanr’Antoni sant’Antoni, amigu de nostru Segnore, inimugu de su peccadu, pro cantu sezis bistadu, dae levante a ponente, sa grascia chi hos dimando, dademila de repente”, (Mores)

    (http://www.thiesionline.it/thiesi%20nella%20storia/preghiere.htm)

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  2. Leggendo solo le prime righe delle varie rece direi che c'è abbastanza unanimità... ;)

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