martedì 2 aprile 2019

Workingman's Death - Michael Glawogger

un giro del mondo filmando lavoratori per i quali la parola morte è un compagno o l'oggetto del lavoro.
da una parte all'altra del mondo, senza necessità di parole.
da non perdere - Ismaele




Glawogger registra tutto questo con una lucidità impressionante, il suo occhio non nasconde nulla della miseria e precarietà delle situazioni che incontra, non arretra di fronte alle immagini più cruente (al limite del disgusto quelle del mattatoio di Port Hancourt), eppure mantiene sempre uno stile alto, elegante, con carrellate e panoramiche ampie, scene di grande suggestione, inaspettati squarci lirici. Non c’è retorica o volontà di denuncia, il commento è praticamente inesistente, il senso del film emerge dalla forza delle immagini e dal montaggio, dai volti e dalle parole delle tante persone incontrate lungo il cammino, che vengono a riempire quasi un ideale album fotografico. E, aldilà dell’indignazione e della pietà, chi guarda non può fare a meno di ammirare la tenacia e la speranza di migliaia di umili persone, quegli “ultimi” che ancora oggi costituiscono il pilastro su cui poggiano il presente ed il futuro, anonimi eroi da paragonare ai monumenti che celebrano la dignità del lavoro. L’epilogo, con tutti quei ragazzi che si aggirano in un’acciaieria tedesca, ormai dismessa e trasformata in parco naturalistico, è la speranza di un futuro migliore, in cui gli uomini finalmente riescano (parafrasando Marx) a realizzare la propria essenza nelle loro opere.

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