Donald ha poco tempo, si esprime disegnando fumetti, si è innamorato di una compagna.
e con la complicità del suo tanatologo riesce a fuggire dall'ospedale per una notte.
non è un capolavoro, ma si lascia vedere bene.
buona visione - Ismaele
Death of a
superhero, a scanso di equivoci, è un bel ritratto di un adolescente
un po' diverso dal solito non per causa sua. Sfugge le trappole della retorica,
non cerca la comoda scorciatoia della lacrima facile, non percorre i clichet
del classico film sul coming of age, genere ultimamente molto frequentato su
grande schermo.
Soprattutto perché Donald non ha il tempo materiale per completare la sua formazione, per lui l'età adulta non arriverà mai e con essa la definitiva maturazione.
Dal punto di vista formale il film di Fitzgibbon è molto interessante: la commistione live action / fumetto è articolata in modo originale…
Soprattutto perché Donald non ha il tempo materiale per completare la sua formazione, per lui l'età adulta non arriverà mai e con essa la definitiva maturazione.
Dal punto di vista formale il film di Fitzgibbon è molto interessante: la commistione live action / fumetto è articolata in modo originale…
…Death of a superhero convince soprattutto
come racconto di un'adolescenza che non vedrà mai la sua fine, il suo sbocco
naturale nell'età adulta. Donald sa benissimo che il suo è un percorso a breve
termine e la sua consapevolezza dolorosa è il cardine attorno a cui ruota tutto
il film.
Eccellente il lavoro del giovane Thomas Brodie-Sangster nella parte del giovane protagonista mentre meno convincente il personaggio del tanatologo Andy Serkis, il classico maestro di vita che sembra conoscere tutto e tutti perché ha vissuto tutto sulla sua pelle.
La morale è che si può essere supereroi dentro oltre che fuori.
Ma alle volte anche i supereroi muoiono.
Eccellente il lavoro del giovane Thomas Brodie-Sangster nella parte del giovane protagonista mentre meno convincente il personaggio del tanatologo Andy Serkis, il classico maestro di vita che sembra conoscere tutto e tutti perché ha vissuto tutto sulla sua pelle.
La morale è che si può essere supereroi dentro oltre che fuori.
Ma alle volte anche i supereroi muoiono.
…Straziante,
emozionante e costantemente avvolto nell’atmosfera emotivamente congelata
dell’Irlanda, con i suoi mari in tempesta e le strade silenziose: Death of a Superhero si avvale sì
di tutti quegli espedienti narrativi che rendono una pellicola tristemente
drammatica, ma lo fa con uno sguardo verso il mondo delle graphic novel. “Non ero interessato a fare un
film sul cancro”, dice FitzGibbon, “perché quel genere di film non ha nessun fascino su di me. Ho
sempre detto che questo doveva essere un film in movimento e non deprimente.
Ero interessato di più all’idea di una storia d’amore con poco tempo per
svilupparsi”. E infatti la malattia di Donald diventa presto solo un assunto
di base attorno alla quale girano i comportamenti dei vari personaggi.
Interessante è l’uso che il regista fa dell’animazione, integrata come parte
stessa (se non fondamentale) della storia: i disegni di Donald, violenti e con
costanti riferimenti al sesso e alla morte, ci conducono all’interno della
mente di un teenager problematico, un ragazzo con una vivida immaginazione e
una vita che sta, suo malgrado, fluendo via…
…già a partire dal titolo lo spettatore può capire come la vicenda
si concluderà, il che vale a dire che Ian Fitzgibbon, il regista, sin da subito
non nasconde l'intelligente approccio intrapreso nei confronti della
narrazione: ritrarre in maniera molto vera pensieri, stati d'animo ed azioni
dei personaggi, senza forzare la mano con un argomento di per sé delicato come
la leucemia.
Ed è per questo che la pellicola risulta alla fine pura, sincera ed emozionante, lontana dalla plasticosità pietistica di autori letterari e cinematografici finti e fastidiosamente melodrammatici come i penosi Nicholas Sparks o Nick Cassavetes. Il film svela immediatamente la conclusione, con la prevista morte di Donald, il nostro super-eroe che, nei 100 minuti della narrazione, capirà come affrontare la propria tragica avventura, ovverosia non chiudendosi in sé stesso, ma vivendo il tempo rimastogli coltivando validi affetti coi genitori, col dottor King e con Shelly, la ragazza che ama…
Ed è per questo che la pellicola risulta alla fine pura, sincera ed emozionante, lontana dalla plasticosità pietistica di autori letterari e cinematografici finti e fastidiosamente melodrammatici come i penosi Nicholas Sparks o Nick Cassavetes. Il film svela immediatamente la conclusione, con la prevista morte di Donald, il nostro super-eroe che, nei 100 minuti della narrazione, capirà come affrontare la propria tragica avventura, ovverosia non chiudendosi in sé stesso, ma vivendo il tempo rimastogli coltivando validi affetti coi genitori, col dottor King e con Shelly, la ragazza che ama…
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