sembrava un film comico, invece è un film serissimo e profondo.
bravissimo, come sempre, Mads Mikkelsen.
buona visione - Ismaele
QUI
il film completo, in italiano
…Il film di Anders Thomas Jensen si muove
con passo felpato su un terreno minato e pieno di insidie. Lo fa con grazia e
stile, unendo capacità attoriali ad una perfetta gestione dei tempi narrativi,
generando una commedia nera che è da seguire col fiato sospeso e il cuore in
gola. Non si fa in tempo a ridere di gusto che subito si torna a contorcersi lo
stomaco per i disadattati, strambi personaggi alle prese con la tragicità
dell’esistenza. Le mele di Adamo è un film che va al di là del bene e del male, frutto – è
proprio il caso di dirlo – di un nichilismo che addolora e sfinisce. Non genera
risposte, ma domande ossessive alla ricerca di un qualsiasi appiglio che
difenda dalla crudeltà del reale. La verità, sussurrata come commiato, lascia
intendere che forse un Dio esiste, ma nulla può in un mondo di poveri diavoli.
...il punto interessante è la provocazione che, nonostante il
tono apparentemente leggero, è possibile cogliere dal film, che non si riduce
alla manicheistica questione se il male provenga da Dio o da Satana (che poi,
chissenefrega, sempre male resta, o no?) ma riguarda soprattutto cosa te ne fai
tu, uomo, del male che ti capita. Se la circostanza negativa è la gabbia o è la
prova o, addirittura, è la possibilità che qualcosa di positivo accada.
Si può tentare di sopravvivere ignorando la realtà o si può cominciare a guardarla con altri occhi, confidando in una grazia (o in una provvidenza) che si manifesta sempre in modo diverso da come ce lo aspettiamo noi.
Il regista sembra dire che c'è una componente sovrannaturale (o potremmo dire misteriosa) ma innegabilmente presente nella realtà che potrebbe rendere la realtà stessa diversa, potrebbe trasformarla se soltanto si manifestasse, ma anche quando così non fosse, è in grado di cambiare ugualmente chi ormai l'ha scorta così come al contrario è in grado di scandalizzare chi non è disposto a riconoscerla (il medico insegna).
Perché il nostro sguardo si sofferma insistente sulla cicatrice dell'uomo di fronte a noi? L'essenziale è invisibile agli occhi.
Si può tentare di sopravvivere ignorando la realtà o si può cominciare a guardarla con altri occhi, confidando in una grazia (o in una provvidenza) che si manifesta sempre in modo diverso da come ce lo aspettiamo noi.
Il regista sembra dire che c'è una componente sovrannaturale (o potremmo dire misteriosa) ma innegabilmente presente nella realtà che potrebbe rendere la realtà stessa diversa, potrebbe trasformarla se soltanto si manifestasse, ma anche quando così non fosse, è in grado di cambiare ugualmente chi ormai l'ha scorta così come al contrario è in grado di scandalizzare chi non è disposto a riconoscerla (il medico insegna).
Perché il nostro sguardo si sofferma insistente sulla cicatrice dell'uomo di fronte a noi? L'essenziale è invisibile agli occhi.
…Nella vita, tutti abbiamo a che fare con il dolore. Perché il dolore
nasce dal male e il male è dappertutto intorno a noi. E ognuno di noi cerca di
difendersi come può dal dolore. Per esempio, Ivan ha scelto di negare la realtà
e di fingere che il mondo sia tutto buono e bello. L'illusione è il suo scudo contro
il dolore. Ivan ha scelto così perché la sua vita è stata piena di sofferenze:
a un certo punto, non ne ha potuto più e ha inventato di vivere in un mondo
perfetto. Adam, invece, ha scelto di reagire al dolore con la ribellione
violenta.
Purtroppo, non c'è una difesa efficace contro il dolore. Difendersi dal male negando che esista, come fa Ivan, non funziona. Perché la realtà è più forte di noi e, prima o poi, impone la sua evidenza. E neanche la violenza ci difende dal dolore. Infatti, la scelta di Adam l'ha portato solo alla galera. Cioè ad altro dolore.
Neppure la bontà vince il male. Infatti, porgere l'altra guancia, come fa Ivan, è inutile. Non a caso, Adam dirà a Ivan: "Io sono cattivo e tu non puoi farci niente". Non a caso, i metodi buoni di Ivan sono un fallimento: nessun ospite della sua comunità diventa migliore. Restano tutti cattivi…
Purtroppo, non c'è una difesa efficace contro il dolore. Difendersi dal male negando che esista, come fa Ivan, non funziona. Perché la realtà è più forte di noi e, prima o poi, impone la sua evidenza. E neanche la violenza ci difende dal dolore. Infatti, la scelta di Adam l'ha portato solo alla galera. Cioè ad altro dolore.
Neppure la bontà vince il male. Infatti, porgere l'altra guancia, come fa Ivan, è inutile. Non a caso, Adam dirà a Ivan: "Io sono cattivo e tu non puoi farci niente". Non a caso, i metodi buoni di Ivan sono un fallimento: nessun ospite della sua comunità diventa migliore. Restano tutti cattivi…
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