venerdì 9 novembre 2018

Malpertuis - Harry Kümel

solo vedere Orson Welles è un regalo, lui è Cassavius, il proprietario di un luogo che si chiama Malpertuis, prigione per molti, in cambio di un po' di soldi dell'eredità.
all'arrivo di Jan, per la morte di Cassavius, è tutto un volteggiare di avvoltoi, che cercano di essere in prima fila alla lettura del testamento.
e fuggire da Malpertuis non è mica facile, e quel posto ha tanti misteri...
la presenza di Orson Welles rende il film un piccolo capolavoro.
buona visione - Ismaele





Kümel è un maestro dell’onirismo macabro e della creazione di sogni ad occhi aperti e in questo romanzo del suo connazionale Jean Ray, considerato il Lovecraft europeo, ha trovato la materia giusta per i suoi incubi. Tutto quello che succede tra le mura del castello di Malpertuis ha dell’incredibile ma è talmente affascinante, e soprattutto in contrasto con la vita esterna così piatta e noiosa, da sembrare l’unica vera via d’uscita piuttosto che il contrario. Dunque, vediamo il giovane protagonista che si trova davanti alla sorella in una scena che sfiora l’incesto, oppure ascoltiamo la voce del vecchio Orson tuona nei corridoi infiniti di Malpertuis come quella di un orco cattivo e ci auguriamo che tanta bellezza malsana non abbia mai fine. E ciò ci fa sentire per sempre colpevoli.
Forse per questo motivo un film cosi “peccaminoso” e profondamente pagano non ha mai avuto il successo che meritava in Italia e, di fatto, non fu proprio capito.

…Horror? Thriller? Weird? Mai come in questo caso cercare di appiccicare un'etichetta è al di fuori di ogni logica. Malpertuis è tutto questo e allo stesso tempo nulla di tutto questo. Malpertuis, se proprio vogliamo, è un classico, uno di quei classici ai quali il termine calza perfettamente, come mai è stato per romanzi ai quali la classicità è stata più o meno imposta.
La sua vera forza è forse quella di riuscire a superare i confini tra realtà e fantasia innestando elementi della storia antica su quella moderna, mescolando le suggestioni e le atmosfere più diverse, i miti e le leggende, e poi il sacro e il profano, il bene e il male, assolvendo nel contempo a una funzione apotropaica; perché Malpertuis, la casa, è pur sempre un luogo, ha pur sempre una dimensione fisica che è possibile lasciarsi alle spalle semplicemente mantenendo la sua porta d’ingresso ben serrata. O no? Vale forse la pena soffermarsi sul monito dell’Autore contenuto nella postfazione al romanzo…

Strange artsy fantasy involving a young man who gets caught in a kind of alternate reality in the form of a huge mansion populated by odd characters. Cassavius (Orson Welles) is the master of the house and there's dozens of family members waiting for him to die in order to inherit his riches. Jan is somehow a key in Cassavius's mysterious plan, he is pursued by various women, a taxidermist is impatient to get Jan's body parts, people turn into stone, and there are random references to mythological beings. There are several endings and twists, each twisting back into the fantasy world, and the set design is unique and atmospheric, but it doesn't really come together from a narrative point of view.

Orson, que sabe que va a morir, convoca a todos los habitantes de la casa para realizar el acto de lectura del testamento. Entre los parientes está el nombrado Dideloo, y dos bellas jóvenes: una es Nancy, la hermana de Yann y la otra, Euryale (o "Aurelia", según el inteligente doblajista), una ninfa de rulos rojizos y expresión cabizbaja (ambas interpretadas por Susan Hampshire en un prodigio de caracterización). Pronto Jan se ve inmerso en el opresivo ambiente de Malpertuis, cuyos habitantes tampoco son ejemplos de sanidad mental. Luego de la lectura de la Ultima Voluntad del anciano, este muere, y la procesión fúnebre es tan pesadillesca como cabría esperar. A partir de ese momento, la locura de los personajes parece extenderse a la trama. El novio de la hermana de Jan aparece asesinado, hay escenas de sexo, momentos de humor negro, el descubrimiento del sepulcro de Orson (cuyo cadáver se ha convertido en piedra) y la aparición de un sacerdote que no se siente capaz de confesarle al protagonista los "terribles secretos" que oculta Malpertuis. Estos entuertos tendrán mucho más que ver con la Alquimia y los dioses del Olimpo, que con la memoria o con el esquema de "narraciones como cajas chinas" que poseía la novela original de Jean Ray en la que esta película se basa. Y los últimos minutos, en los que se revela aquello que uno ya adivina, parece que el director pierde el tino y brinda un desenlace con poca inspiración y mucho apresuramiento, olvidándose de la tensión y también de darle alguna cuota enigmática a la resolución. Y es una pena, porque la riqueza de recursos que ofrece en sus primeros 40 minutos, tanto desde el punto de vista técnico, con una soberbia fotografía y un diseño artístico magistral, o desde la faz interpretativa de los principales protagonistas, son notables.

Kümel et son chef-opérateur Gerry Fisher ont su capter la poésie de nombreux lieux très suggestifs filmés en extérieur à Gand, Bruges ou Ostende et créer en studio un univers visuel fascinant qui clame haut et fort ses influences picturales (les symbolistes belges, mais surtout James Ensor, en particulier dans les prodigieuses scènes qui se passent dans la chambre du patriarche avec les masques blafards se détachant sur le fond noir et pourpre).
Ce formidable travail de l’image (ainsi que des costumes et des décors) permettra de passer outre le côté souvent boursouflé de Malpertuis et de se laisser séduire par ce film inclassable, riche en plans d’une puissance d’évocation scotchante, tels ceux de l’abbaye en ruine dans les brumes matinales.
Si la plupart des interprètes cabotinent allègrement, on sera sensible au charme diaphane de Matthieu Carrière, ange blond égaré dans ce chaudron infernal, et à l’époustouflante performance de Susan Hampshire dans un triple rôle. Sans oublier de truculents seconds rôles incarnés par des acteurs du cru. 
De Harry Kümel on pourra préférer le fantastique plus insidieux du film suivant, le magnifique De komst van Joachim Stiller, mais il serait dommage de passer à côté de Malpertuis, un des monstres superbes de l’histoire du cinéma.

Nessun commento:

Posta un commento