Tony appare gentile, fuori posto, in un mondo alla deriva, oltre l'orlo dell'abisso, che casualmente corrisponde al nostro mondo, per troppi particolari.
uno splendido bianco e nero, con mani tagliate trovate in campagna, e sesso e giochi di morte.
mi ha ricordato il Buñuel de "L'age d'or", "13 tzameti", qualcosa di Bartas, e anche di Leos Carax, via Denis Lavant, il film estone è un piccolo capolavoro da vedere e rivedere - Ismaele
Püha
Tõnu kiusamine (2009) è un film di folgorante bellezza.
Basta poco (un bizzarro corteo funebre di herzoghiana memoria) per capire che il regista estone classe ’72 Veiko Õunpuu ha talento da vendere. Come il suo collega e quasi connazionale Sharunas Bartas, egli propone una carrellata di esseri umani che difficilmente sembrano appartenere a tale categoria. Ma la tipica malinconia bartassiana qui viene sostituita da un surrealismo che incamera sequenza dopo sequenza misteriosi interrogativi a cui non è possibile dare risposta. Vieppiù che la regia di Õunpuu risulta incredibilmente diversificata, per cui l’immagine passa da una sospensione piano-sequenziale degna del miglior Tarr a rabbiose accelerazioni estetiche che mozzano il fiato…
Basta poco (un bizzarro corteo funebre di herzoghiana memoria) per capire che il regista estone classe ’72 Veiko Õunpuu ha talento da vendere. Come il suo collega e quasi connazionale Sharunas Bartas, egli propone una carrellata di esseri umani che difficilmente sembrano appartenere a tale categoria. Ma la tipica malinconia bartassiana qui viene sostituita da un surrealismo che incamera sequenza dopo sequenza misteriosi interrogativi a cui non è possibile dare risposta. Vieppiù che la regia di Õunpuu risulta incredibilmente diversificata, per cui l’immagine passa da una sospensione piano-sequenziale degna del miglior Tarr a rabbiose accelerazioni estetiche che mozzano il fiato…
… Pretender
analizar esta obra requeriría de una extensión de texto muchísimo más larga que
este artículo, y creo que la experiencia del visionado particular supera en
este caso, con creces y sin palabras, de una forma infinitamente más íntima y
propia, la más rica explicación que pudiera dar un monográfico sobre la misma. Dicho
en cristiano: Sírvanse ustedes mismos.
…The Temptation of st. Tony è
un'opera di una bellezza sconvolgente ; un'esperienza dirompente,
metacinematografica. Un film che tiene sospeso lo spettatore tra l'astratto e
il concreto, tra l'invisibile e il visibile. Una catarsi indecifrabile,
avviluppata da un bianco e nero asfissiante e necessario. La regia è
straordinariamente "differenziata" : si passa dall'Immagine ipnotica e
atemporale relativa ai piani sequenza tipici del cinema tarriano, a sequenze esplosive, immagini nervose,
impazzite, quasi zulawskiane - la visione stessa diventa
sepolcrale, ultima. Atmosfere Oltre. Una pellicola incredibile e spiazzante ;
impossibile non pensare (almeno un po'), oltre al già citato Tarr, a Herzog, Bartas,Tarkovskij e,
perché no, a Manuli. Alcune sequenze oniriche e angoscianti
potrebbero pure far pensare alle atmosfere lynchiane, ma, a proposito di David
Lynch, sembrerebbe più
opportuno citare Eraserhead : Tony pare essere la versione
anagraficamente più adulta, che tenta di collegarsi all'attuale realtà
societaria, di Henry
Spencer ; entrambi appaiono smarriti, fuori
posto e fuori tempo, sembrano vagare nell'incubo, perennemente insicuri,
dubbiosi. E' solo l'inizio della fine.
There's no better cinematic praise
than to be evocative of Béla Tarr's tour de force Werckmeister
Harmonies. And The Temptation of St. Tony is
just that. Veiko Õunpuu has weaved an existential rumination on Eastern
European temporality, where work is waiting and waiting is work, and a visually
stunning critique of the exacerbation of difference that post-communist times
have to offer. A nouveau riche class fascinated by its newly imported sense of
sophistication and superiority is so in love with itself that getting a glimpse
of the lower classes is as unbearable as staring at Medusa right in the eye…
da qui
Grande Ismaele! Negli ultimi giorni stai segnalando una chicca dietro l'altra: Possession, Kosmos, e ora questo "piccolo capolavoro" di Õunpuu. Riguardo al finale (favoloso) su Mubi avevo scritto: "prelibatezze surrealiste"... Molto Bunuel, hai ragione! Del regista ho apprezzato parecchio anche "Sugisball", ne avevo scritto qui: http://visionesospesa.blogspot.it/2013/10/sugisball-ballo-dautunno.html
RispondiEliminaho visto adesso la recensione di "Sugisball",
RispondiEliminaper non sbagliarmi, subito dopo St. Tony, avevo trovato, altro a quelòlo che citi, "Tuhirand", li vedrò sulla fiducia, pensando che St. Tony sia difficile superarlo.
de "L'age d'or" mi è venuta in mente la scena con i vescovi, a causa della croce iniziale, e dimenticavo un'altra suggestione, St. Tony mi ha ricordato il primo Kaurismaki.