venerdì 16 maggio 2014

Kosmos – Reha Erdem

una comunità chiusa, appare un uomo strano, accettato come ospite per aver salvato dalla morte un bambino.
è uno diverso, Kosmos, parla per metafore e massime spirituali, davvero strano, ma la comunità ha un debito verso di lui.
gira indisturbato par la cittadina, ha un ricovero di fortuna, ha dei poteri che guariscono. 
ma solo la sorella, Neptun, del bambino salvato dalle acque può davvero comunicare con lui, con un linguaggio sconosciuto, linguaggio di uccelli, o di angeli, chissà.
poi qualcuno fa dei furti in qualche negozio, per Kosmos si mette male, un bambino muore, e lui viene ritenuto colpevole, alla fine fugge,in mezzo alla neve, come era arrivato.
è una storia senza tempo, Kosmos forse non ha età, è come un profeta prima accolto e poi perseguitato, riapparirà da qualche parte, sarà il diverso, l'enigma, l'animale da sacrificare, come tanti, ma lui può fuggire.
la fotografia è bellissima, oltre al resto, è un piccolo capolavoro da cercare, misterioso e incantatore - Ismaele
 







…L’ambientazione sembra fatta apposta per dare a Kosmos un luogo in cui esistere. Con elementi di Gesù, Robin Hood e Yoda, il personaggio è il più singolare, originale e interessante apparso sugli schermi negli ultimi anni. E nella costruzione di un’atmosfera incantata, bizzarra, cupa ma ottimista insieme intorno all’uomo, Erdem si pone come l’autore più autentico del cinema moderno turco. Forse troppo autentico, a giudicare dall’assenza di riconoscimenti festivalieri per questo straordinario e sconcertante capolavoro.

Solo Neptun, il nome che si dà per lui la ragazza del fiume, sorella del bambino salvato, entra in sintonia con la sua dimensione, la loro è una ricerca continua l’uno dell’altra, fatta di corse nella neve, un dialogo che usa il linguaggio degli uccelli, nessun contatto fisico, solo sguardi, silenzi  e canto, e poi gli immensi sorrisi di Kosmos che illuminano la scena come una luce, mentre il buio scende al suo urlo lacerante che vede morte dove voleva ci fosse vita e felicità.
E dunque dovrà fuggire, di nuovo, passando da quella porta che Neptun apre per lui, verso quella pianura innevata fino all’orizzonte lontanissimo, e solo allora capiremo da dove veniva, da chi fuggiva all’inizio del film, fuggiva dagli uomini.

From out of a snowy, barren landscape, a man appears. He's running, though from what we do not know. The valley ahead holds a large town, modern in convenience but ancient in design. Just before reaching the town, the man (Kosmos) hears the screams of a girl (Neptun) from the other side of an icy river. Neptun's younger brother has fallen into the swift waters and drowned. Kosmos pulls the boy from the river and revives him with his mysterious, healing powers. Grateful for this heroic feat, the townspeople welcome Kosmos as an honored guest…
da qui

2 commenti:

  1. Affascinante e arcano. I film di Erdem meritano tutti, ma questo senza dubbio il migliore, il suo apice!

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  2. è un film davvero misterioso, e bello.
    vedrò anche altro di suo, poi ti dirò :)

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