sabato 7 dicembre 2013

Red Riding: In the Year of Our Lord 1983 - Anand Tucker

terzo episodio di una trilogia, con registi diversi, tratto da storie scritte da David Peace.
una storia avvincente, con radici nel passato, e uno sviluppo verso la soluzione, con un ritardo di anni.
bambini violentati e sottomessi senza arrivare al colpevole, per trascuratezze nelle indagini che erano anche protezione di qualcuno.
bravi attori (il protagonista ha una somiglianza molto grande con Greg, di Lillo e Greg), ritmo che ti cattura, una sceneggiatura implacabile, dello stesso scrittore ne fanno un film che non dalude.
da non perdere - Ismaele




All this time a mentally challenged suspect has been held as the alleged Ripper. He has even confessed, which after police interrogation in Yorkshire is a foregone conclusion. His guilt is convincingly challenged, which leads to a reopening of the case, as well it might, because the murders didn't stop with his imprisonment.
One wants to believe no police department in North America has even been as corrupt as this one from Yorkshire. That may not be true, but the chances of a television trilogy about it are slim. "Red Riding Trilogy" hammers at the dark souls of its villains until they crack open, and it is a fascinating sight. We're in so deep by the final third that there can hardly be a character whose hidden evil comes as a surprise: Can innocence exist in this environment?...

Anand Tucker, autore dell’ultimo episodio, scrive il senso della trilogia Red Riding. 1983 ci conferma alcuni dati come tratti distintivi dell’operazione, vedi le situazioni sentimentali che si sviluppano sempre, inevitabilmente durante l’indagine: approccio che vuole suggerire un parallelismo ideale tra morte e sentimento (diversi personaggi, stessi scenari), sulla scia di un mistero che impedisce di amare, finché non sarà sciolto non consentirà la realizzazione di coloro che lo indagano…

… Anand Tucker lavora di fino nonostante il suo sia il film meno indipendente della saga, un "Amabili resti" proletario e senza paranormale, disgustoso ma puro di cuore proprio come alcuni dei suoi personaggi. La giusta conclusione di una saga pessimista e disturbante in cui ognuno, a suo modo, è carnefice di qualcun'altro. Fatta eccezione per i bambini, loro sono l'unica metafora d'innocenza presente nell'intera opera, un lieve raggio di luce in un buio indistricabile fatto di violenza e corruzione. Discreto lo sviluppo narrativo, sufficientemente chiaro ed efficace nel tirare le fila di una vicenda corale che coinvolge un intero stato. Buono il livello di tensione e la prova del cast in cui si aggiunge Mark Addy. Fotografia e musiche rimangono su un livello d'eccellenza e l'operazione "Red riding" si archivia come una delle più interessanti e riuscite produzioni televisive viste di recente. Come scritto all'inizio del viaggio: cinema per il piccolo schermo.
da qui

2 commenti:

  1. ho appena visto il primo film della serie e mi è piaciuto molto...certo è riduttivo definirlo televisione...

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    1. forse è meglio iniziare dal primo :)

      anch'io ho letto che sono film che nascono per la tv, ma che importa, è cinema che vale,e tanto basta, no?

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